Forse è una notiziola, ma rivela una forma mentis tecnologica USA significativamente distorta.
Il carro armato Abrams è una formidabile macchina da combattimento, con armatura pesante, un potente cannone, alta velocità di movimento, elettronica avanzata. Ma a quanto sembra l’America non ha ancora preso atto dell’esistenza del banale motore Diesel, ed ha fornito il suo carro armato modello di un tipo di propulsore sofisticatissimo in cui crede di avere la superiorità assoluta: aeronautico, niente meno che un turbogetto. Lo stesso motore Honeywell AGT1500 che è utilizzato negli elicotteri Bell AH-1W SuperCobra, Boeing AH-64 Apache, Sikorsky UH-60 Black Hawk, AgustaWestland EH101/AW101.
Nei mezzi volanti, la turbina ha un senso perché risparmia peso. E probabile che questa scelta innovativa sia stata “ipervenduta” al Congresso, che copre d’oro il Pentagono, sia come originale sia come giustificazione del prezzo: un Abrams viene 5 milioni di dollari.
Come rileva l’esperto militare Valentin Vasilescu,
“Questo tipo di motore non si accende con un motorino di avviamento come qualsiasi motore diesel, ma con un piccolo motore a reazione [sic] (APU, Ausiliary Power Unit). E solo dopo che l’APU raggiunge la velocità minima, l’aria che comprime inizia a far girare il compressore del motore del tank per avviarlo. Pertanto, se per qualche motivo il nemico lo sorprende con il motore del carro armato fermo, occorrono almeno 5 minuti per riavviarlo, durante i quali il carro rimane immobile.
Il turbogetto ha 2 alberi assiali corrispondenti alla turbina di bassa pressione da un lato e alla turbina di alta pressione dall’altro. Per funzionare alla massima velocità, la velocità dei 2 alberi deve essere aumentata a 15.000-20.000 giri/min. Per bilanciare la velocità dei 2 alberi ed evitare la comparsa del fenomeno del pompaggio nel motore, è installato un regolatore elettronico. Questo regolatore è progettato anche per proteggere la trasmissione del tank dagli shock di pressione nel motore a turbogetto. Insomma, il serbatoio da 65 tonnellate non si avvia e non accelera come un’auto da corsa, poiché il tempo di inattività del motore è al massimo di 7 secondi”.
In più il carburante è il cherosene, il che complica un tantinello la logistica in zona di operazioni.
La sua velocità massima è di 70 km/h con un’autonomia di 400 chilometri. Richiede anche un equipaggio di quattro persone per controllarlo: comandante, mitragliere, caricatore e autista. Secondo un funzionario americano, Colin Kahl, sottosegretario alla Difesa per la strategia, l’Abrams sarebbe però avido di carburante e complicato da gestire.
“È costoso, richiede un addestramento difficile, ha un motore a reazione. Consuma 110 litri di cherosene ogni 100 km. Non è il sistema più semplice da mantenere”.
A temperature sottozero, motori a turbina hanno difficoltà ad avviarsi e richiedono un tempo di riscaldamento più lungo, laddove i carri armati russi hanno un dispositivo sui motori diesel (che sono V12 a 2 tempi) per mantenere la temperatura quando sono fermi, quindi il motore non gela, si tratta di resistenze nel carter dell’olio fornito dall’esterno e tenere il motore caldo, e quindi pronto a sputare subito la sua potenza, e vi è installato anche un sistema che impedisce il congelamento del gasolio. Quindi i loro carri armati sono immediatamente operativi senza indugio.
Le turbine aeronautiche come si diceva, hanno senso per ridurre la massa delle macchine volanti. Un tank viene riempito con acciaio ferromagnetico standard che è molto dannoso per le parti rotanti ad alte velocità perché produce effetti di invecchiamento imprevisti delle leghe e anche problemi elettrici.
Inoltre i carichi termobarici privano i motori di ossigeno e sicuramente ne causano lo stallo, quindi è un handicap se la ripartenza è difficoltosa. Infine, una turbina richiede molta aria e il campo di battaglia è pieno di polvere, quindi i filtri sono sicuramente una vera preoccupazione….
questo motore a turbina a reazione non è solo un motore che consuma molto carburante, è molto delicato nell’uso al suolo (un aereo per il quale sono progettati questi motori non può aspirare sporcizia da ogni parte, mentre su un terreno di guerra c’è pieno di fango e sporcizia) e che questo carro armato non è molto affidabile… inoltre essendo la velocità di punta piuttosto elevata è un’arte pilotare questa macchina che può mettere in pericolo l’equipaggio perché accelera troppo velocemente e quando ti trovi di fronte il nemico….
L’attrezzatura NATO è efficiente ma poco rustica. Richiedono una logistica pesante, e quindi la superiorità, anzi la supremazia aerea. La guerra in Iraq contro i vecchi carri armato di Saddam Hussein non avrebbe potuto essere combattuta senza questa supremazia aerea. Il prossimo passo per la NATO sarà la consegna di SAA e aerei per coprire l’offensiva di ABRAMS, Leopard e altri ‘gioielli’ occidentali.
E’ per questo che, ottenutigli Abrams, Zelenski esige i caccia per proteggerli e Washington è dispostissima a darli.
In un articolo intitolato ” L’ Ucraina punta gli aerei da combattimento dopo essersi assicurati i rifornimenti di carri armati “, Reuters riporta:
“L’Ucraina ora spingerà per i caccia occidentali di quarta generazione come l’F-16 statunitense dopo essersi assicurata le forniture dei principali carri armati, ha detto mercoledì un consigliere del ministro della Difesa ucraino. L’Ucraina ha ottenuto un enorme impulso per le sue truppe mentre la Germania ha annunciato l’intenzione di fornire carri armati pesanti per Kiev mercoledì, ponendo fine a settimane di stallo diplomatico sulla questione.
“Lockheed Martin ha affermato di essere pronta a soddisfare le richieste di aerei da combattimento F-16 se gli Stati Uniti ei loro alleati sceglieranno di spedirli in Ucraina”, riferisce Dave DeCamp di Antiwar . “Finora, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno esitato a inviare aerei da combattimento in Ucraina a causa del timore che potessero essere usati per colpire il territorio russo. Ma le potenze occidentali sembrano sempre meno preoccupate per l’escalation poiché gli Stati Uniti e la Germania si sono ora impegnati a inviare i loro principali carri armati”.
Insomma, “ l’impero statunitense ha “seriamente superato le proprie linee autoimposte sui trasferimenti di armi”, cedendo ripetutamente ai falchi della guerra e alle richieste dei funzionari ucraini di fornire armi che in precedenza si era astenuto dal fornire per paura che sarebbero state troppo escalative e avrebbero portato a una guerra calda tra superpotenze nucleari. Aggressioni precedentemente impensabili come le agenzie di spionaggio della NATO che conducono operazioni di sabotaggio sulle infrastrutture russe sono ora accettate, con ulteriori escalation richieste non appena è stata effettuata la precedente.
“Intensificando il loro sostegno all’esercito ucraino, gli Stati Uniti e la NATO hanno creato una struttura di incentivi affinché Mosca compia un passo drastico e aggressivo per mostrare la serietà delle proprie linee rosse”
Un buon esempio recente di questa dinamica è il recente rapporto del New York Times secondo cui l’amministrazione Biden sta considerando di sostenere un’offensiva ucraina sulla Crimea, che molti esperti concordano sia uno dei modi più probabili in cui questo conflitto potrebbe portare a una guerra nucleare. L’articolo riporta che l’amministrazione Biden ha valutato che è improbabile che la Russia ricambi un’escalation di aggressione, ma la base di tale valutazione apparentemente non deriva da nient’altro che dal fatto che la Russia non l’ha ancora fatto.
Insomma: