UE PROMETTE SOLDI AD ASSAD – PURCHE’ LASCI UN PO’ DI SIRIA AI RIBELLI

Mentre Aleppo viene liberata e ripulita dai terroristi preferiti dall’Occidente, l’Unione Europea – secondo il britannico Times –   sta per avanzare una proposta al presidente Assad: aiuti  finanziari “considerevoli”  per la ricostruzione,  in cambio di una “autonomia” locale  concessa alla “opposizione” armata  in certe provincie. Secondo il Times l’idea sarebbe stata  ventilata  dalla ‘capo della  diplomazia europea” Federica Mogherini durante  la sua riunione  con la “opposizione siriana” due settimane fa.  Una fonte della  suddetta ‘opposizione’ ha detto al Times: “Ciò che cerca la Mogherini è  far progredire il piano di soluzione degli scontri in Siria. Il piano comprende la transizione, i cui particolari restano vaghi. Ma se  tutte le parti giungono ad intendersi bene e rispettano il piano UE,  è pronta una grande somma di denaro”.  Ormai gli oligarchi europei hanno cessato di ripetere il mantra dettato da Obama – Assad must go, ma contano di consentire la sopravvivenza dei “ribelli”, ossia della guerra civile, pagando. La  motivazione o parte della  scusa, è che la UE preferisce sborsare per non far fronte alle  ondate di fuggitivi dalla Siria.  Sia che credendo alla propria propaganda non abbiano visto che la gran parte della popolazione di Aleppo accoglie l’armata siriana come liberatori, sia che temano non i profughi,  ma   il ritorno degli “oppositori” che hanno armato ed addestrato, e che non sono cittadini siriani assetati di  libertà e pluralismo, ma  spesso europei arruolati dai servizi belgi e francesi.  Ora, secondo un rapporto UE, oltre 1700 di questi  jihadisti sperimentati in guerra sarebbero tornati in Europa.

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La proposta di rimediare coi  soldi al fallimento della politica di Obama-Hollande-Saud,   che ha devastato la Siria  per cinque anni,  ricalca in grande quella avanzata pochi giorni prima dall’inviato Onu De Mistura, che ha  pregato Damasco di lasciare Aleppo Est sotto l’amministrazione della ‘opposizione’  takfira, ma ha un lato specificamente euro-idiota. Certo il governo Assad  avrà bisogno di miliardi per la ricostruzione delle devastazioni;  ma  nella Shanghai Cooperation Organization c’è un paese chiamato Cina, che ha tutti i miliardi  che servono, la voglia di investirli,  e (come in Africa) senza subordinare il finanziamento  a  condizioni moralistiche, rispetto dei “diritti umani” o “democrazia”.   L’effetto sarà di  mandare ancor più saldamente Damasco  al blocco ‘russo-asiatico’.

Egitto collabora con Damasco

Dove  sta convergendo sempre più chiaramente anche il Cairo.  Un reparto di genieri egiziani è sbarcato a Tartous e sarà evidentemente impiegato nello sminamento e nella  bonifica di Aleppo Est liberata, e ovviamente cosparsa di trappole letali dai tagliagole.  Secondo il libanese Al-Akhbar, specialisti militari e di polizia del Cairo sono presenti in diverse basi,  dalla centrale dello stato maggiore siriano di Damasco,  alle basi aeree di Hama ed Hmeimim fino all’aeroporto T-4 allestito ad Est di Homs,  anche per approfittare dell’esperienza maturata dall’armata siriana nella lotta al terrorismo,  visto l’infiltrazione dei takfiri in Sinai:  il gruppo  Ansar Beit-ol-Moqadas »   che compie sanguinosi attentati contro l’esercito egiziano e la popolazione,  rivendica di essere parte di Daesh.   Ha scritto Pars Today: “Attraverso la Siria, Al Sissi vede in qualche modo il proprio possibile futuro, se continua a fidarsi dell’Arabia Saudita” (da cui il Cairo dipende per gli aiuti finanziari).  “Il ministro degli esteri Sameh Choukri, in un discorso all’ONU, ha detto chiaramente che la politica del Cairo è di allontanarsi da Ryad.  Al Sissi non vuol un bagno di sangue alla siriana in casa…in cambio di un  pugno di petrodollari e di promesse vuote”.   Ha appena firmato con Mosca   per la costruzione della prima centrale nucleare in Egitto.

Un altro successo della politica “Assad must go”.

Di fronte a  quella che si profila come la vittoria  strategica e politica di Mosca, Teheran, Hezbollah e Damasco, cosa fanno gli Usa? Approfittano dei due mesi in cui Trump non è ancora insediato per assestare attentati e pugnalate alla schiena, il cui solo scopo  è di “far pagare un prezzo” di sangue  alla Russia, come aveva   annunciato l’ex direttore CIA Michael Morell ad agosto in  tv,  e far sì che  arrivino a  Mosca  “un po’ di sacchi mortuari”, come aveva promesso a settembre John Kirby, il portavoce del Dipartimento di Stato.

Il 5 dicembre, un ospedale mobile che i russi avevano appena finito di allestire per assistere i civili di Aleppo, è  stato bombardato da artiglieria ribelle: due infermiere sono morte, un pediatra ferito ( un colonnello  dei  corpi speciali è stato colpito a morte  in altra circostanza)  numerosi civili in cura.  Il ministro della Difesa di Mosca ha accusato esplicitamente e con rabbia  gli occidentali di aver fornito ai takfiri le coordinate per l’attacco: “il sangue dei nostri soldati è sulle mani di chi ha commissionato l’assassinio. Sì, il sangue dei nostri soldati è sulle vostre mani, signori e signore, patroni di terroristi degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia ed altri paesi e simpatizzanti”.  –Il risultato non pare quello a cui miravano i mandanti degli assassini; secondo i sondaggi, l’opinione pubblica russa s’è indurita ed è disposta ad accettare perdite umane per farla finita in Siria .

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Due giorni dopo, mercoledì  7 dicembre,  caccia israeliani hanno attaccato alle 3:30  l’aeroporto militare siriano di Mezzeh, a sud di Damasco, a poca distanza dal palazzo presidenziale di Assad. Secondo il governo siriano, che ha confermato l’attacco, non ci sono state vittime. E’ la seconda pugnalata sionista in dieci giorni: il 30  novembre i caccia di Tsahal  hanno sparato razzi su installazioni militari ad Ovest di Damasco.

Bassezza di Obama

L’8 dicembre, Obama ha levato le restrizioni prima vigenti sulla fornitura di armi ai ‘ribelli’: fra poco gli ultimi  jihadisti rimasti riceveranno i missili a spalla anti-aerei e i razzi anticarro necessari a nient’altro che   a “far pagare un prezzo” di sangue a Mosca.  Poche ore prima, tramite  Kerry e con l’appoggio dell’ONU,  Obama aveva chiesto una tregua ad Aleppo, allo scopo di far esfiltrare  dalla sacca  i suoi jihadisti e (ritengono i servizi siriani)  gli ufficiali americani (inglesi? Israeliani?)  che li hanno comandati fino all’ultimo. Richiesta respinta da Mosca e Pechino  al consiglio di sicurezza, dopo il bombardamento dell’ospedale da campo russo per i civili,  che la “comunità internazionale” non ha condannato (comportamento “inaccettabile”, ha detto  Putin). Mosca e Damasco hanno acconsentito  alla resa di circa 3 mila terroristi in Aleppo Est, consentendo loro di  uscirne con le famiglie; per  quelli che han voluto restare con le armi in pugno,  parlato di sterminio ( il modus operandi di Putin contro il terrorismo in Cecenia).

Contrariamente a quel che hanno raccontato per anni i governi e i media,  quando l’armata siriana  libera i quartieri di Aleppo, la popolazione li saluta e  festeggia con gioia: gli oppressori  dunque non sono  i lealisti di Assad, ma i tagliagole di Daesh, Al Nusra o come  si chiamano i wahabiti al captagon.  Al punto che Assad ha  ventilato di voler andare in visita alla città liberata; gli occidentali temono che la visita si trasformi di una manifestazione-monstre a favore del regime, smentendo la narrativa della supposta “opposizione democratica”  che d Aleppo combatte per la propria libertà.

 

Così la popolazione di Aleppo Est accoglie le truppe siriane
Così la popolazione di Aleppo Est accoglie le truppe siriane

Staffan De Mistura ha dichiarato giorni fa a Roma che “Aleppo Est può cadere in mano al governo da qui alla fine anno”:  ha usato la parola “cadere in mano”, non “essere liberata”. La Mogherini  ha adottato  all’incirca   lo stesso linguaggio: “Non possiamo far passare il messaggio  che Aleppo è perduta, che noi giriamo la pagina. No, dobbiamo ancora salvare  la popolazione di Aleppo,  proteggere i civili …”.

http://enpi-info.eu/mainmed.php?id=47463&id_type=1&lang_id=469

Aleppo non è “perduta” , ma recuperata – se non si è complici degli islamisti wahabiti. Ma la Mogherini ha un suo modo di raccontare le cose:  “Noi siamo i soli, non uno fra gli altri, bensì i soli che hanno fornito  aiuto umanitario in Siria”, ha detto parlando a nome della UE.

http://syria.mil.ru/fr/index/syria/reconciliation_bulletin.htm

Piccola correzione: la Russia ha inoltrato e  inoltra in Siria tonnellate di aiuti alimentari, carichi di cereali, medicinali anche per ponte aereo.

http://syria.mil.ru/fr/index/syria/reconciliation_bulletin.htm

Piccolo dettaglio: gli aiuti alimentari inviati della UE sono stati esclusivamente diretti ad Aleppo Est, ossia ai terroristi. Di Aleppo Ovest, la UE si è occupata in un solo modo: esigendo magazzini dove ammassare  gli aiuti   da consegnare  ai takfiri ad Est; nemmeno un cioccolatino ad Aleppo Ovest, contro cui la UE applica (come a tutta la Siria sotto il governo Assad)  le più dure sanzioni.  Adesso, via via che si liberano i quartieri di Aleppo Est, si è scoperto che i  takfiri non distribuivano affatto gli aiuti alimentari alla popolazione; se li tenevano o vendevano a caro prezzo; hanno usato i sacchi di cibo targati ONU o Croce Rossa p er rafforzare le protezioni delle loro postazioni, come fossero sacchetti di sabbia. (qui la foto):

 

 

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Takfiri usavano sacchi di aiuti come sacchi di sabbia

 

 

 

 

 

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https://fr.sputniknews.com/presse/201612021028984785-rebelles-alep-aide-humanitaire-onu-proteger/