Da Repubblica: “Boldrini contro l’odio e le fake news. Appello ai cittadini per smascherare le bufale web. La presidente della Camera annuncia un’azione per sollecitare il debunking. “Sono in contatto con quattro esperti, lavoriamo con i social network contro la disinformazione”. Si dà anche il nome dei quattro ‘esperti’ preferiti dalla Boldrini: Paolo Attivissimo (il disinformatico – che già dimostra un partito preso ideologico ), David Puente, ex dipendente Casaleggio, Michelangelo Coltelli, alias Butac e Walter Quattrociocchi, IMT lab.
Claudio Messora ha detto quasi tutto quel che si poteva dire dell’iniziativa nel suo video del 16 dicembre:
https://www.youtube.com/watch?v=2tTm7xeru8c&feature=youtu.be
Aggiungo solo qualche appunto giuridico-politico. Se la Boldrini riesce a realizzare il suo ideale, sarà un organo dello Stato a sancire quali notizie sono “false” e quali “vere”. La presidenza della Camera, organo dello Stato, raccoglierà le denunce dei debunker che ha scelto lei (almeno un concorso pubblico, no?) e poi farà sopprimere le notizie ritenute “false” da loro, eventualmente punendo i diffusori delle dette notizie false. Con azioni penali? Multe? Insomma opererà la censura. La censura di Stato contro le notizie che non approva. A suo insindacabile giudizio considerandole ‘false’.
Se questo non si chiama “totalitarismo”, non so come chiamarlo. Totalitarismo con un tocco di dispotismo orientale, essendo tutta l’attività repressiva annunciata condotta extra-legem, e in definitiva dipendendo dagli umori e dalle rabbie momentanei della Sultana.
Non c’è niente da ridere. Perché la minaccia della Boldrini non è un balzo d’umore, s’inserisce nella gigantesca campagna in corso “fake news”; e tutti gli organi della UE fremono per imporre qualche forma di censura; e il governo tedesco sta pensando di comminare ai social una multa di 500 mila euro “per ogni post falso che possa istigare all’odio e che non venga rimosso entro 24 ore dalla segnalazione…e prevede che, nel caso in cui venga richiesto, anche la parte lesa possa essere compensata con un risarcimento di entità simile a quello della multa”.
Secondo tale proposta tedesca, potrà essere “richiesto che ogni piattaforma social apra un ufficio in Germania, operativo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, in modo da gestire tutti gli aspetti legali e che possa intervenire alla rimozione mirata del contenuto. Per finire, il provvedimento valuta anche la possibilità di richiedere una sezione pubblica, su ogni pagina social, che permetta agli utenti di scoprire l’esatto numero di reclami fatti e il numero di quelli risolti””. Ciò significa, nel caso ad esempio di Facebook, che “dovrebbe esaminare tutti i post dei 36.8 milioni di tedeschi iscritti al servizio, una misura senza dubbio costosa”.
Senza dubbio. E’ evidente che lo scopo della proposta tedesca è quello di imporre costi e penalità tali, da obbligare Facebook a smettere di operare in Germania. A questo punto ai tedeschi resterà come fonte la rasserenante lettura di Der Spiegel o FAZ, i cui giornalisti sono stati accusati da uno di loro di essere sul libro paga della Cia (vedi: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/03/giornalisti-in-vendita-udo-ulfkotte-e-linformazione-al-miglior-offerente/1394178/)
Senza dire che la stampa tedesca mainstream, una delle più soporifere d’Europa e politicamente corretta fino alla patologia, diventerà ancor più timorosa. E ancor più auto-censurata.
Per esempio: già tace le notizie sulle ondate di stupri di fanciulle tedesche da parte degli immigrati musulmani. Che sono notizie vere – ma “possono istigare all’odio”.
(A proposito: ricordate l’afgano pseudo-diciassettenne che ha violentato a trucidato la studentessa di 19 anni, Maria, a Friburgo? Grazie a un lettore posso aggiungere che lo stesso afghano, nel 2012, aveva derubato a Corfù una studentessa e l’aveva buttata giù da una rupe. Anche nel 2012 aveva 17 anni, come quattro anni dopo. Incarcerato, una legge di Syriza lo ha fatto uscire, con migliaia di altri ‘profughi’; grazie a ciò è arrivato in Germania. Hanno fatto la prova del DNA ed è lo stesso pseudo-minorenne. Fonte: http://www.protothema.gr/greec…)
Notizie del genere non saranno più date (già vengono nascoste) E Facebook, se resta in Germania, servirà a pubblicare le tenere foto dei gattini delle dodicenni.
Significativo apprendere che tale proposta è stata presentata dai socialdemocratici in coalizione con la Merkel. Con la minaccia della Boldrini di SEL, dimostra ancora una volta che proprio “la sinistra” ha tutti i mali che essa denuncia nella “destra” specie se “populista”: intolleranza, odio dei concittadini che non sono come loro, autoritarismo, settarismo del pensiero, conformismo, e un grande appetito per la repressione.
Le sinistre occidentali, i “liberal”, stanno aggravando il “reato di opinione” del totalitarismo (esempio: il negazionismo punito per legge) trasformandolo nello “psico-reato” di Orwell: “Tra reato d’opinione e psicoreato c’è un grande salto concettuale: per il primo il soggetto è l’opinione individuale o di parte, e quindi la libertà come condizione politica contingente, per il secondo il soggetto è una verità che si vorrebbe assoluta e quindi la libertà come valore. Si passa cioè dal politico al religioso. E si tratta di una religione che procede solo per dogmi, che peraltro sono sempre mutevoli, a capriccio delle convenienze del potere. Si tratta di una religione che non ha nulla di sacro”.
El Papa “rivoluzionario” e amatissimo dalle sinistre “liberal” ha partecipato infatti alla trasformazione del reato d’opinione in psico-reato quando, ad un giornale belga, il 7 dicembre, ha avvicinato “la disinformazione” (senza minimamente definire cosa sia) alla “coprofagia”.
Ciò ha molto allarmato il grande analista geopolitico William Engdahl: “Quale tipo di gente precisamente, santo padre, ha la “tendenza alla malattia chiamata coprofagia”? [..] perché assimila un piacere disgustoso come mangiare escrementi e cittadini che leggono le malefatte dei loro politici? E chi giudica se la diffusione di fatti attualmente veri su certe figure politiche e il loro passato è rilevante o no per aiutare gli elettori a giudicare il loro carattere”!.
Già. Giudicano El Papa? Boldrini? La Cancelleria di Berlino? Paolo Attivissimo? “Sta cominciando a puzzare di totalitarismo, e non parlo della Russia”, denuncia Engdahl.
“Sotto il pretesto di epurare il web dalle ‘fake news”, stiamo assistendo alla patologizzazione, o anormalizzazione, della dissidenza politica”, denuncia C J Hopkins, notevole scrittore, su Counterpunch.
Già: interessarsi all’enorme corruzione della Clinton Foundation, dei suoi donatori arabi, delle tangenti che hanno pagato ad Hillary perché conducesse la politica estera che volevano loro in Libia e in Siria; cercare notizie sul Pizzagate e l’orrendo sfondo di vizio pedofilo che lascia indovinare il potere, diventa “coprofagia”. Diventa una cosa “anormale” da reprimere e meglio curare – tipico rovesciamento di un sistema di potere che ha dichiarato per legge “normali” le nozze gay e le perversioni sessuali, tipico del totalitarismo del nostro tempo.
“Ciò conferma ancora una volta l’instaurazione di una dittatura sotto false specie democratiche”, conclude Hopkins
Il punto allarmante è che la campagna “fake news” cui Boldrini ed El Papa partecipano uniti, coincide proprio con la sconfitta della Clinton: sconfitta che deriva in gran parte dalla diffusione, per Wikileaks, delle mail del suo capo di campagna John Podesta, e della sua consigliera Uma Abedin, membro dei Fratelli Musulmani, e sulle tangenti che venivano pagate alla ministra degli Esteri con “donazioni” milionarie alla Clinton Foundation. Ma la campagna è diventata ancor più accanita, feroce e davvero totale, dopo le rivelazioni sul consumo di “pizze e hotdog” della cricca. Secondo i blogger che hanno indagato, “pizza” sta per bambina, “hot dog” per maschietto.
Vanno censurati? Puniti? Dopo che Paolo Attivissimo ha sancito che si tratta di “bufale”? E’ appena il caso di far notare questo piccolo dettaglio: i delitti pedofili, commessi da potenti, sono i più censurati – dai media sempre, e molto spesso anche dalla polizia, intimidita dai grandi nomi che scopre. Corre un orribile segreto, accuratamente coperto, su questi argomenti.
Ultimo caso: lo scorso novembre, la polizia norvegese ha smantellato una rete pedofila, arrestato 51 “politici, uomini d’affari, funzionari di pubblica sicurezza”; sono stati sequestrati 150 terabyte di foto e video – sarebbero 15 milioni di foto porno – che mostrano “abusi di bambini ed anche infanti”; mostrano anche gli accusati che “diffondevano online dal vivo i loro abusi”, e “compivano queste atrocità con i loro stessi figli”.
Coi loro stessi figli. E non lo ha detto un blogger: l’ha detto il capo norvegese della polizia che s’è occupato del caso, Hilde Reikras. Lo ha riportato il sito norvegese online The Local:
http://www.thelocal.no/20161121/police-break-up-massive-norwegian-paedophilia-ring
L’indagine è partita, ha detto la poliziotta norvegese, da indicazioni fornite dall’FBI. Ebbene: che cosa è successo di questa notizia in Usa? Il Washington Post, ABC e il New York Times hanno dapprima postato un articoletto; subito però li hanno cancellati. Anche se essi sono rimasti reperibili per qualche tempo negli archivi:
Indovinate perché. Disturbavano la furibonda campagna di censura in atto, in Usa, attorno al Pizzagate – ossia a ciò di cui l’Fbi pare avere grossi indizi riguardanti l’entourage Clinton.
Bisogna lottare contro le “fake news”, e la Boldrini ha cominciato. Soros alla regia…ma questo necessita altri pezzi.