Perché uno come Giuliano Amato parla oggi? 43 annni dopo? Sta dicendo la “verità” sulla strage di Ustica? Su Repubblica, il giornale neocon delle fake news certificate? Senza un apparente notivo, una intervista evidentemente concordata “a freddo”? La colpa ai francesi è la”verità” o ne è solo una parte per nascondere la verità vera e completa?
“Un momento, scusate: l’ex presidente della Corte costituzionale e ex PdC ci sta dicendo che conosce nei dettagli i fatti della strage di Ustica, e che li ha taciuti alla magistratura per oltre 40’anni?!? Se c’è un magistrato, in Italia, che ha ancora rispetto per la legge.” (M. Montanari)
Inoltre, in questa intervista-verità al giornale dice almeno una menzogna:
Ustica, Bobo Craxi: “Mio padre avvisò Gheddafi 6 anni dopo, non prima”
Roma, 2 set. – “É già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986”. Lo scrive su Twitter Bobo Craxi, con riferimento all‘intervista di oggi a Repubblica di Giuliano Amato, che ricorda come fu Bettino Craxi ad avvertire il leader libico, Muammar Gheddafi, del rischio di un attentato nei suoi confronti.
Ipotesi: vuole colpire i militari italiani? In relazione al caso Vannacci??
Ustica, sospetti del gen. Tricarico su Amato: “Perché ha taciuto con i pm?”
… Amato, è stato presidente del Consiglio nonché della Corte Costituzionale, e avrebbe potuto essere presidente della Repubblica. Faccio fatica a immaginare come l’unità nazionale avrebbe potuto essere rappresentata da una persona che consegna alla stampa ipotesi fantasiose, che sono state tutte demolite nel dibattimento penale, su una tragedia italiana di cui le cause non hanno più alcunché di oscuro: è stato un atto terroristico attraverso una bomba”,
Il ritardo e le modalità con cui #Amato confessa definitivamente la verità su #Ustica dimostra 2 cose:
– quanto poco rispetto abbia lo Stato delle vittime italiane di “piani” imposti da altri Paesi
– quanto la #Nato sia stata deviata dai suoi propositi inizialiUn approccio… pic.twitter.com/MioNwE6Y1F
— Martina Pastorelli (@CathVoicesITA) September 2, 2023
#Ustica. L’ex senatore e ministro Carlo Giovanardi, già membro di varie commissioni di inchiesta: “Bisogna comunque aspettare di capire se #Amato
confermerà quanto rilanciato dai quotidiani di oggi, perché lui stesso, da sottosegretario e sotto giuramento, sentito in tribunale… pic.twitter.com/xRMVpNVvXH— Lucio Malan (@LucioMalan) September 2, 2023
https://twitter.com/hashtag/stragediBologna
Attendiamo adesso fiduciosi che #Amato dica la verità pure sulla successiva #stragediBologna
Dichiarazione di Giorgia:
#Meloni: “Quelle di Giuliano #Amato su #Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni. Premesso che nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato, e che nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro, chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”.
Ustica, Amato: “Strage causata da un missile francese.”
“C’era un piano per eliminare Gheddafi, ma il razzo francese colpì il Dc9. Parigi ha sempre taciuto la verità, ma anche la Nato”. La verità dell’ex premier
Di Redazione Cronache
Strage di Ustica
L’articolo che ha dato volontaria mente stura a.l clamore:
Amato: “Ustica? Il Fc9 fu colpito da un missile francese, Macron chieda scusa”
“La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno“. In un’intervista esclusiva al quotidiano La Repubblica in edicola oggi Giuliano Amato parla della strage di Ustica del 27 giugno 1980 in cui morirono 81 persone spiegando che il Dc9 dell’Itavia fu abbattuto da un missile francese.
“Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione – prosegue Amato – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”.
Nell’intervista l’ex presidente della Corte costituzionale spiega che le cose andarono diversamente: “Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia che si inabissò con dentro ottantuno innocenti. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata – aggiunge – la Francia su questo non ha mai fatto luce”.
E Amato torna proprio sulle reticenze dei francesi: “Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – dichiara – e può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione”, conclude.
Ustica, le tappe di una strage rimasta senza colpevoli
Continuano a essere senza nome i responsabili della strage della sera del 27 giugno 1980 quando il Dc9 dell’Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, all’altezza dell’isola di Ustica uscì dagli schermi radar e venne dato per disperso. Solo il giorno dopo vennero avvistate le prime vittime che alla fine saranno 81, tutti quelli che erano a bordo. Le numerose rogatorie internazionali (indirizzate a Usa, Belgio, Germania, Francia e per finire anche al governo transitorio della Libia dopo la caduta del regime di Gheddafi) che la procura di Roma ha avviato negli anni scorsi, nell’ambito dell’inchiesta bis aperta per strage contro ignoti, non hanno consentito di arrivare a risultati concreti: alcuni Paesi hanno fornito informazioni senza alcuna rilevanza penale mentre altri hanno totalmente ignorato la richiesta.