Vedere Alemanno (“nero”) con Marco Rizzo (“rosso”), e Moni Ovadia, e Toscano, allarga il cuore di speranza: che nasca il Comitato di Liberazione Nazionale – l’unione di forze diverse che si divideranno quando sarà ristabilito l’ordine democratico – che occorre per salvare l’Italia dal potere iper-totalitario che ci opprime in modi inimmaginabili, violando tutti i nostri diritti reali.
Di “quell’Occidente ha cancellato i propri pretesi valori guida che proiettava nel mondo, tra cui il principio dell’inviolabilità della proprietà privata, la presunzione di innocenza, la libertà di parola e la parità di accesso all’informazione” (Matteo D’Amico).
Qualcosa di simile sta avvenendo in Germania, dove l’AfD (“destra”) e la nuova sinistra autentica di Sarah Wagenchecht convergono nel programma di opposizione al totalitarismo globale e alla guerra alla Russia.
Si tratta di resistere alla prossima impostura – quella climatica – con cui “essi” progettanodi toglierci persino il cibo. Essa è una falsità
Eminente scienziata del clima confessa: “E tutto inventato”
“Abbiamo inventato il riscaldamento globale per spaventare il pubblico e fargli credere che dobbiamo combattere una “emergenza climatica”. A dirlo in un’ intervista al New York Post non è quello che i dimidiati dei giornali chiamerebbero negazionista del clima , ma è uno degli scienziati climatici più influenti al mondo, ovvero Judith A. Curry ex preside della School of Earth and Atmospheric Sciences presso il Georgia Institute of Technology. A rendere però davvero clamorosa questa dichiarazione è il fatto che la Curry stata per molto tempo tra le voci più autorevoli del catastrofismo, di quelli che ad ogni momento avvertivano che la Terra sta affrontando un’ emergenza a causa del ” cambiamento climatico causato dall’uomo “. Ma ha gradualmente gettato la maschera e ora spiega che il consenso scientifico su questi temi è fabbricato ad arte e rivela che scienziati perseguono obiettivi di carriera e di soldi che li portano a esagerare o addirittura a inventare i presunti rischi climatici. Secondo Curry, uno dei modi più semplici ed efficaci con cui gli “scienziati” del clima possono farsi spazio nel mondo accademico e in quello dei media è fare false affermazioni che collegano il clima al riscaldamento globale.
Questo dovrebbe far pensare a quale danno può fare il corto circuito che si crea in campo scientifico quando i soldi, per la ricerca, per gli investimenti, per le università e per le riviste scientifiche derivano dalle stesse tasche e in definitiva dal capitale internazionale che possiede anche tutta l’informazione generalista. La Curry sa esattamente come funziona l’industria della scienza del clima, avendo essa stessa diffuso l’isteria del riscaldamento globale . Un tempo era la beniamina dei media dopo aver pubblicato uno studio che sembrava mostrare un drammatico aumento dell’intensità degli uragani. ” Abbiamo scoperto che la percentuale degli uragani di categoria 4 e 5 era raddoppiata – scriveva Curry -. ” Questo è stato ripreso dai media, e poi gli allarmisti climatici hanno fatto da cassa di risonanza,”
Gli uragani più “intensi” riportati nei suoi risultati hanno rapidamente incoraggiato gli allarmisti e di fatto ha ricevuto un riconoscimento globale dopo essere stato collegato al cambiamento climatico e all’agenda verde: ” Sono stata adottata dai gruppi ambientalisti e dagli allarmisti e trattata come una rock star “, dice Curry. “Sono andata ovunque per incontrare i politici”. Ma poi alcuni ricercatori hanno sottolineato le lacune nel suo studio evidenziando gli anni anni con pochi uragani. ” Da bravo scienziato, ho fatto qualche ricerca “, dice Curry. E si è resa conto conto che i critici avevano ragione. ” In parte si trattava di dati errati “, ha ammesso. “ In parte ciò è dovuto alla variabilità naturale del clima”.
Curry insomma è stata l’insolita ricercatrice che ha esaminato le critiche al suo lavoro e in realtà ha concluso che “avevano ragione”, anche se sembra di notare, stando alle sue parole, che la tesi dell’aumento dei fenomeni estremi fosse fin dall’inizio un po’ forzata e oggi – sebbene sia sul menu delle migliori bugie dei giornali – è chiaramente una balla visto che i numeri sono pubblicati. Poi lo scandalo Climategate ha mostrato che gli altri scienziati del campo non erano altrettanto aperti e di fatto, come appare da email trapelate, tentavano e tentano in maniera aggressiva di nascondere dati che suggeriscono che il cambiamento climatico catastrofico è pura fuffa.
” Cose brutte “, dice Curry. “ Elusione delle richieste della legge sulla libertà di informazione”. Ciò ha fatto capire a Curry che esiste una vera e propria “industria del cambiamento climatico” che premia l’allarmismo. ” Le origini risalgono al… Programma ambientale delle Nazioni Unite “, ha affermato Curry. Alcuni funzionari delle Nazioni Unite poi confluiti nell’Ipcc, erano motivati dall’“anticapitalismo”, ha rivelato. “Odiavano le compagnie petrolifere e hanno sfruttato la questione del cambiamento climatico per portare avanti la loro politica “. Ed è davvero sconcertante che quelle tesi siano ora sfruttate proprio dall’ultra capitalismo per creare una società diseguale quale la storia non ha ancora visto.
Per sintetizzare i ricercatori hanno subito scoperto che oggi l’unico modo per ottenere denaro è fare affermazioni allarmanti sul “cambiamento climatico provocato dall’uomo”. In questo modo si crea un consenso artificiale” e anche se uno scettico ottiene finanziamenti, è più difficile pubblicare perché gli editori della rivista prediligono il catastrofismo. Questo è esattamente ciò che abbiamo ora: un enorme complesso di allarmismo climatico finanziato dai governi complici e da centrali private i per servire gli obiettivi dell’agenda verde del Forum Economico Mondiale , delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre organizzazioni globaliste che non rappresentano nessuno se non i loro proprietari . Per raggiungere questi obiettivi, il piano è solitamente quello di ridurre drasticamente la qualità della vita della maggior parte delle persone, per “salvare il pianeta” e questo mentre la quantità di Co2 in atmosfera è al limite inferiore di quella necessaria per la vita vegetale.