Il lettore Giuseppe D.
“Volevo fare una domanda molto banale a Blondet: potrebbe qualche volta occuparsi del fatto che l’Italia l’Europa e il mondo intero ormai sia solo pieno di cuochi chef e ristoratori? di come le città italiane, dalle più importanti al più piccolo paese siano sommerse di trattorie agriturismi pizzerie bar caffè e ristoranti? del fatto che l’unico modo di esprimere un pensiero si risolva nello scrivere qualche frase su tripadvisor dopo essere stati a pranzo o a cena da qualche parte? che i programmi televisivi siano tutti esclusivamente dedicati alla cucina al cibo al mangiare? che ai cuochi si dia ormai anche la laurea?”.
Lei, caro Giuseppe, ha il merito di aver notato un fenomeno antropologico curioso e interessante: una parte notevole della popolazione italiana, senza aver del tutto abbandonato la fase sadico-anale (tra i 18 e i 36 mesi, quando l’infante prova piacere al rilascio dello sfintere posteriore e alla sua sporcizia), sta regredendo alla fase orale, tipica del neonato, interessato solo alla soddisfazione boccale prodotta dalla poppata. Al disotto di questa regressione si entra nel regno animale, e precisamente dei ciclostomi, quegli organismi molto semplici costituiti appunto da due sfinteri uniti da un tubo digerente. E già possiamo notare che un numero non trascurabile di italiani è felicemente sceso a questo livello, come dimostra il fatto che esprime le sue rabbie e voglie elementari e sparge le sue deiezioni nell’ambiente (vedi i commenti che spruzza sul web) e sceglie il personale politico – poiché purtroppo ha diritto di voto – votando come si dice “con la pancia” e imponendo il suo volere imperiosamente ignorante che richiede soddisfazione immediata.
A questa sottospecie antropologica è impossibile proporre programmi di miglioramento collettivo che superino l’immediato soddisfacimento del loro egoismo biologico, progetti complessi che comportino qualche sacrificio dell’oggi per un bene comune domani, ossia il vero senso della parola Politica. Siamo ad un livello – quello delle lamprede, forse anche delle oloturie, dette popolarmente “cazzi di mare” – che sta infinitamente al disotto della cultura, in cui possano essere proposti i temi della durata e della decadenza delle civiltà; naturalmente estraneo ad ogni ordine morale, come sperimento io stesso quando mi attento a scrivere di temi riguardanti la religione e la Chiesa: allora raccolgo “reazioni” e “commenti” consistenti in strida e cachinni, insulti e osservazioni tipo “viva la f..ka”, che riconoscibilmente giungono da quel livello zoologico-vegetativo.
Una società che si è data al “facile”
Quindi non è a loro, ma a lei, caro lettore, mi rivolgo con qualche ipotesi sul dilagare di programmi di cucina e di cuochi nelle tv. Secondo me, è l’indice di un popolo che, a nulla più sentendosi obbligato, ha scelto il “facile”. Pochi studiano fisica, chimica, aeronautica, elettronica, storia ellenica, e sono in grado di parlarne con competenza, o anche solo di interessarsene. Tutti invece possono parlare di calcio o di cucina; tutti gli italiani si piccano di essere un po’ cuochi, non c’è nessuno fra noi che non sappia impapocchiare una spaghettata all’arrabbiata – il piatto su cui si fonda la nostra “identità” come popolo. Ovviamente ciò vale ancor più per i giornalisti, specie televisivi: troppo ignoranti per confezionare, o anche solo concepire, un programma sulle meraviglie dell’astronomia o sul cardinal Alberoni, sono perfettamente in grado di andare al ristorante e dare giudizi sulle pietanze del cuoco. Con grande competenza.
Inutile che spieghi a lei, intelligente lettore,dove ci ha portato questa scelta collettiva del “facile”. Questo è un paese che – dai tempi del protezionismo autarchico – aveva sviluppato una produzione aeronautica nazionale; aveva la più grande galleria del vento d’Europa, dove venivano i tedeschi a provare l’aerodinamica dei loro apparecchi; produceva navi all’altezza dei tempi, aveva industrie farmaceutiche che scoprivano nuovi antibiotici, ed elettroniche. Prendeva Nobel per la Chimica, laddove oggi ne ha preso per la Comica (il non compianto Dario Fo); un paese che studiava, si sforzava e lottava per essere all’altezza del mondo moderno.
Adesso ha perso tutto. Si sta facendo depredare da quel che resta delle sue produzioni avanzate, per un boccon di pane, da “investitori esteri” che prendono il denaro a prestito a tasso zero, e a che scopo? Per pagare gli interessi sui debiti che noi, i nostri politici ciclostomi e i nostri elettorati-oloturie, collettivamente abbiamo fatto- ficcandoci senza un minimo di preveggenza nel più orrendo vicolo cieco della nostra storia, che si chiama euro ed “Unione Europea”.
Beninteso, esiste sempre una minoranza che studia e si sforza; ci affrettiamo a mandarla via, all’estero, non vogliamo gente che rompa i k… con le sue esigenze e la ricerca, come disse quel ministro: qui non c’è posto per loro. In compenso, spuntano come funghi le trattorie. Abbiamo i “giacimenti culturali”, che lasciamo andare in rovina e su cui speriamo di guadagnarci – come nipoti che fanno pagare il biglietto per mostrare il cadavere mummificato del nonno.
Il punto è l’accolta umana chiamata impropriamente “italiani” non sa, non può darsi da sé uno scopo superiore. Forse nessun popolo può. Spontaneamente, forse, ogni popolo- essendo fatto di uomini-massa, ossia di gente che la quale “vivere è essere quello che già si è” – è in grado di porsi il “difficile”. Di per sé, scende verso la soddisfazione immediata, i guadagni immediati, gli egoismi pullulanti, i familismi amorali. Bisogna che qualcosa gli imponga un compito.
Questa cosa è sempre stata, in Europa, lo Stato.
Rimettere sul cardine
Sento già i ciclostomi che strillano: “ecco, lo statalista!”, “Lo Stato , spesa pubblica, orrore! Corruzione!” “Solo il mercato libero deve guidare la vita collettiva!”. Perché molti hanno nella “pancia” il liberismo che hanno appreso dall’estero. Ora, hanno pure ragione: perché credono che lo Stato sia quello che li domina oggi, quello che mantiene clientele parassitarie e corrotte fino al midollo, e non ha alcuno scopo, se non quello di divorare e andare al ristorante. Ovviamente, non sto difendendo questo Stato. Anzi, so che nessuno Stato può tornare ad esistere, se prima non se ne ripuliscano i locali di tutte queste lamprede che li occupano e altri infestanti, magari col lanciafiamme.
Mi riferisco al “comando”. Quello di cui tutti i cittadini capivano la necessità dai tempi in cui si era comandati, oppure si finiva sotto il dominio straniero, i maschi uccisi, con le donne e i figli venduti come schiavi al mercato. Lo Stato nacque da questa realtà tragica della vita collettiva.
La quale esiste ancor oggi, non crediate. Anche oggi infatti siamo dominati, e metaforicamente figli e donne sono schiavi stuprati – tant’è vero che, come gli schiavi nell’antica Roma, noi italiani, noi europei abbiamo smesso di fare figli. La differenza è che il “popolo” ci si trova bene in questa schiavitù, la chiama “consumismo”, “edonismo permissivo” e liberazione dai tabù.
La gente ha scelto di vivere in questa sorta di vacanza dalla storia e dagli impegni della civiltà. Però – cito inevitabilmente il nostro Ortega y Gasset – “la festa dura poco. Senza impegni che ci obblighino a vivere in un certo modo, la vita rimane esposta alla pura provvisorietà. Una vita senza impegni è più negativa della morte: perché vivere significa avere da fare qualcosa di preciso, equivale a compiere un incarico, – e nella misura in cui eludiamo di sottomettere a un compito la nostra esistenza, vanifichiamo la nostra vita”. Vedete la gioventù liberata: “nel sentirsi libera, esente da impegni, si sente vuota”, si annoia orribilmente, e si sfinisce di droga e masturbazione…
Ma solo uno Stato può aprirle i laboratori di ricerca, cacciarla (con la frusta se necessario) agli studi superiori o indurirla nelle esercitazioni militari (eh sì), formarne il carattere, insomma spingerla al “difficile” e dissuaderla dal “facile” anche con la forza, come essa stessa richiede senza saperlo.
“Comandare vuol dire assegnare un compito alle persone, metterle sulla via del loro destino, sul loro cardine; impedire la loro dissipazione, che diventa carenza, vita vana, desolazione”: ecco lo Stato a cui penso, i governi di cui abbiamo bisogno.
Già sento gli strilli dei regrediti tra la fase anale e quella orale, dei ciclostomi e delle oloturie: fascista! Militarista! Ma noi qui ci siamo proposti di non dare alcuna importanza a queste entità elementari che reagiscono “di pancia”, perché abbiamo scelto di parlare ad un livello per loro inaccessibile: come si mantiene, e migliora se possibile, una civiltà così palesemente degradata? Una umanità ormai accomodata al suo gradino zoologico? Dove trovare politici tanto ambiziosi da voler “mettere sul cardine” dei loro destini i loro concittadini?
Lo Stato stesso – inteso come “comando che assegna un compito alle persone” – non esiste per sé, spontaneamente, senza degradare in dispotismo e arbitrio. Lo Stato deve riconoscere di essere “derivato” – di essere appeso ad un chiodo più alto dello Stato stesso. Di dipendere da una istanza che gli dà gli elementi spirituali senza i quali la civiltà non si mantiene.
Non oserei nemmeno evocare qui questa realtà – conosco troppo bene la diavolei di di urla, stridi, graffi e insulti che la sua menzione suscita tra gli italiani zoologici dal loro sottomondo verminoso – se non me ne desse coraggio un articolo apparso su Le Scienze, che riferisce di una interessante indagine sociologica.
Oso riportarne il titolo:
Il ruolo della punizione divina nella crescita delle società umane
Sommario:
“Un nuovo studio sperimentale su popoli di fedi religiose diverse ha mostrato che chi crede in un Dio presente nelle vicende umane, moralista e punitivo, è più propenso alla generosità verso chi appartiene alla sua stessa fede, ma soprattutto per paura di una punizione divina. Il risultato supporta l’ipotesi che queste credenze siano state una potente spinta alla cooperazione e all’espansione delle società umane”.
Testo:
La fede in dèi moralisti e punitivi potrebbe aver facilitato l’espansione delle società umane. Lo rivela un nuovo studio pubblicato su “Nature” da Benjamin Grant Purzycki, dell’Università della British Columbia a Vancouver, in Canada, e colleghi di una collaborazione internazionale.
La cooperazione tra individui e la nascita di società umane molto complesse fin dalle origini dell’agricoltura sono argomenti molto dibattuti tra antropologi e psicologi evoluzionisti.
“Già antropologi come Emile Durkheim e Bronislav Malinkowski hanno sostenuto che la credenza nel soprannaturale rappresenti una spinta potente alla formazione di società di soggetti che cooperano materialmente. (…) il legame tra religione e cooperazione dovrebbe essere spiegato in termini di un migliore adattamento all’ambiente e alla sopravvivenza del gruppo di cui si fa parte.
“Per dare un sostegno sperimentale alla questione, Purzycki e colleghi hanno intervistato 591 persone di otto diverse comunità di varie regioni del mondo, tra cui Brasile, Mauritius, Repubblica di Tyva, in Siberia, Tanzania e isole del Pacifico meridionale, che appartenevano a religioni diverse, tra cui cristianesimo, induismo e buddismo, e che osservavano tradizioni locali diverse, tra cui l’animismo e il culto dei morti.
“I soggetti sono stati coinvolti in una serie di giochi economici per valutare la loro propensione ad aiutare il prossimo in relazione alle credenze religiose. L’analisi ha rivelato che quanto più i volontari credevano in un Dio partecipe delle vicende umane, moralistico e punitivo, tanto più destinavano risorse a estranei della loro stessa fede religiosa.
Dai test è emerso anche un dato particolarmente interessante: a determinare l’altruismo sembra essere la paura di una punizione soprannaturale più che la fede in una ricompensa.
“Lo studio rappresenta la prova più evidente ottenuta finora che la fede nella punizione da parte di un’entità soprannaturale sia stata funzionale allo sviluppo della cooperazione nelle società umane, come sottolinea Dominic Johnson, dell’Università di Oxford”.
Gli esimi scienziati hanno scoperto una novità assoluta, rivoluzionaria, inaudita per secoli: il timor di Dio.
Che il timor di Dio è una potente molla della civiltà. E senza il timor di Dio, l’uomo regredisce verso il ciclostoma.
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Chi ha diretto il processo di scristianizzione ci ha degradati per schiavizzarci, questo è evidente. Fino a prima della Grande Guerra quei personaggi in doppio petto, orologio con catenella al taschino, baffi pettinati, chiamati “censori”, generalmente colonnelli in pensione, i quali sorvegliavano i costumi, erano sacrosanti. Nell’Europa Centrale si era soliti vederli con il monocolo tondo, la schiena dritta, il mantello e le mostrine, talora con l’elmo chiodato, il Pickelhaube. Quando sentenziavano: “Non ammetto!” Si tremava. Ecco, allora la civiltà era in ascesa, e nelle chiese vigeva la liturgia delle ore per il popolo, sostenuta dall’esegesi teologica inerente.
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Egr. Direttore,
sarebbe possibile reperire un’indicazione bibliografica delle citazioni tratte da Ortega y Gasset?
La ringrazio anticipatamente.
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Ovviamente è “La ribellione delle masse”, il classido di Ortega y Gasset
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“Ecco alcuni che non altramente che transito di cibo, e aumentatori di sterco e riempitori di destri chiamarsi debono, perché per loro non altro nel mondo apare, alcuna virtù in opera si mette, perché di loro altro che pieni destri (cessi, ndr) non resta”. (Leonardo Da Vinci)
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“…Si sta facendo depredare da da quel che resta delle sue produzioni avanzate, per un boccon di pane, da “investitori esteri” che prendono il denaro a prestito a tasso zero,…”
Non solo… con finanziamenti pubblici le multinazionali vengono in itaGlia (il minuscolo è voluto), acquisiscono o costituiscono una “start-up innovativa” con fondi regalati dal pubblico e tassazioni agevolate, assumono personale qualificato. Dopo avere spremuto la creatura, si portano in Germania, negli USA o altrove i talenti e lasciano il morto in itaGlia a puzzare dove lo stato utilizza i soldi degli italiani (quelli che ne hanno ancora da dare) per coprire i buchi lasciati dalle nutrie straniere. I settori interessati partono proprio da quelli dove la ricerca e lo sviluppo sono fondamentali per la crescita aziendale (farmaceutico e sanitario, meccanica avanzata e fine, IT, ecc.)
Le multinazionali che rimangono si guardano bene dal disperdere know-how e finanza in itaGlia, ma con il cash pooling ci fregano pure sul lato bancario ed economico, lasciando a noi solo le briciole.
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Non sempre mi trovo d’accordo:
“Lo studio rappresenta la prova più evidente ottenuta finora che la fede nella punizione da parte di un’entità soprannaturale sia stata funzionale allo sviluppo della cooperazione nelle società umane, come sottolinea Dominic Johnson, dell’Università di Oxford”
Ciò potrebbe essere vero.
E’ indiscutibile che la fede cattolica cieca è stata un ostacolo per il progresso scientifico.
Eretici: Galileo Galilei, Copernico…………………………………………………….
Saremmo ancora nel tardo medioevo
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Si studi qualche buon libro, come “False testimonianze. Come smascherare alcuni secoli di storia AntiCattolica” di Rodney Stark o “Pensare la storia” di Vittorio Messori, così magari in futuro eviterà di scrivere colossali sciocchezze come ha appena fatto.
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@Giulio Era ora che qualcuno rispondesse per le rime. 10 +
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Le chiedo scusa per il tono eccessivamente aggressivo del mio precedente intervento.
Rinnovo però caldamente l’invito alla lettura dei due libri citati. In particolare, in merito a quanto da lei scritto, il capitolo quarto del libro di Rodney Stark.
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Ovviamento accetto le scuse, non necessarie, ma utili alle buone maniere. Accetto anche i consigli sulle letture indicate da Lei e da un’altro commentatore. Se ho poggiato il mio ragionamento su un “luogo comune” in quanto non ho mai approfondito il caso di Galileo, Copernico e soci, sarò pronto a cambiare idea se il caso, se a seguito del vostro consiglio avrò imparato una cosa nuova tanto meglio. Riguardo il discorso del timor di Dio, vorrei fare questa considerazione: Colui che crede che quando morirà si consegnerà al nulla, tenderà a fare meno sacrifici in vita e ad avere un atteggiamento “godurioso” perchè pensa quindi che comportarsi diversamente sarebbe vano. Chi crede nella vita dopo la morte tenderå a fare sacrifici, a costruire, ad impegnarsi, in quanto i suoi sforzi saranno ricompensati. Ė possibile che la società abbia bisogno degli uni e degli altri? Ovviamente senza giustificare minimamente i pedofili, e chi reca violenza di qualsiasi tipo verso gli altri.
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Regressione.
Io la vedo molto anche nei gratta e vinci e lotterie varie che non sono seconde alla prova del cuoco.
Una volta ho chiesto perchè il primo premio di una lotteria fosse di ben 5 milioni di euro quando se ne potevano fare cinque, di un milione, e far felice più gente.
Risposta: ” Lei non sa che non giocherebbe nessuno?”
?
Del resto Hitler, gran conoscitore di uomini, ormai asserragliato nel bunker e con il Nemico alle porte, a chi gli chiedeva come tener su il morale della popolazione, rispondeva: “Facciamo una bella lotteria con un gran primo premio”.
Regressione totale!
Ma io non parlerei di mancanza di timor di Dio, alla gente manca il senso del ridicolo. E tranne pochissimi, tutti cucinano da schifo. Mi più di tre ingredienti come mai più di due colori addosso.
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Ma non vorrei liquidarla superficialmente. Sicuri che ci sia stato un tempo “col timor di Dio”? E come lo capiva la gente questo Dio? A modo loro? Il cattivo trova sempre giustificazioni per il suo operato.
Punterei piuttosto sulla dignità: Quello che ferma davvero è la convinzione di non offendere se stesso, facendo del male.
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@lady Dodi – La mancanza del senso del ridicolo è una manifestazione palese della presenza del maligno.
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Liberismo o statalismo non devono essere mai caricature di se stesse.
Se ogni volta che si è esposti al dilagare di una tendenza o di una ideologia, si fa l’errore di idealizzare il suo opposto non si fanno passi avanti.
Bene che vada, dopo un po’ di tempo, il pendolo farà l’oscillazione opposta ma saremo nuovamente di fronte ad un vuoto simulacro.
Voglio dire che, di per sé, il ritorno ad un apparentemente giusta funzione del comando può aprire la strada all’autoritarismo e un ritorno al servizio militare può esaurirsi nella rimessa in piedi di un ambiente di nonnismo e di sergenti impettiti senza alcuna consistenza. Anche il rispetto dei genitori può diventare, in modo acritico, il semplice rispetto di soggetti venuti al mondo prima e che per questo fanno i palloni gonfiati con i pollici nelle ascelle di un panciotto che di per sé non testimonia nulla.
Qualunque modello va riempito con lealtà e facendogli perseguire le finalità positive per cui è stato proposto e promosso. Tutto si distorce e degenera quando alcune motivazioni vengono sbandierate maliziosamente per fare accettare un certo tipo di assetto e poi si usa l’assetto instaurato soprattutto per fare altro, per esempio il welfare per fare assistenzialismo e clientelismo, il liberismo per fare mercatismo e riduzione dell’uomo a mero libero apparato digerente.
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Come disse il conte Joseph de Maistre,
“Che si neghino le idee religiose o che le si venerino, ha poca importanza: esse comunque, vere o false che siano, formano l’unica base di tutte le istituzioni durature.”
Come forse hanno scoperto anche quegli idioti “scienziati” di Oxford.
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@ Elia
…su Galileo, le suggerisco il presente libro: “Galileo, aveva torto o ragione?”
http://crombette.altervista.org/testi/4233.pdf
Si legge gratuitamente…
dopo averlo letto, molto probabilmente le sue granitiche convinzioni, saranno più morbide 🙂 🙂
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A me invece tutto cio’ mi fa pena: lo vedo come l’estrema difesa di un paese di fronte ad una colonizzazione totale del costume, delle idee, dei modi di vita, della religione ( si, perche’ sta cambiando: ed e’ questa l’origine di tanti smarrimenti e di tante difficolta’ di comprensione di cio’ che sta accadendo… ), dell’istituto familiare, della sessualita’, infine della ‘razza’ stessa italica: non ci rimane piu’ niente se non quelle cose tradizionali su cui da secoli abbiamo fondato la nostra miserrima identita’, in cui ci riconosciamo: il valore primo su cui fondiamo il nostro senso collettivo, la buona terra ed i suoi prodotti, la gioia della mensa da condividere con chi ci ama…Che pena immensa di fronte al nostro mondo che sta scomparendo, come mi si stringe il cuore…Tutto il resto infatti ce lo stanno levando a pezzi ed a bocconi, senza pieta’ a noi ed ai greci, ai francesi ed agli inglesi ( anche: ma loro dicono di no…possono farlo, hanno sempre vinto le guerre ), ed ai tedeschi pure, non pensiamo che sia cosa diversa per loro, solo che sono abituati a non dirlo, a non esprimere i loro sentimenti, reagiscono interiorizzando il senso di colpa e tacendo…e gli americani ? Anch’essi sono nelle spire del male, anch’essi tentano di reagire come possono con un presidente che non sa neppure lui come fare, come restituire identita’ ad una nazione se non da ultimo volendo reiniziare la corsa agli armamenti…follia e nichilismo che gia’ abbiamo veduto all’opera nel passato, nel nostro tragico passato…
Pena, compassione, sconforto, dolore: cosa potrei dire di piu’ di fronte all’angoscia che mi prende di fronte a tutto cio’ ? Difendiamo l’Italia di fronte a questi nuovi invasori che anche se sono sempre gli stessi, giova vederli nella loro nuova veste di dominatori totali: hanno saperi e poteri assoluti come non mai prima, questi ‘superiori sconosciuti’, questi infami.
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Per noi cattolici questi scienziati hanno scoperto nientedimeno l’acqua calda. Se ben ricordo ,anni fa , un gruppo di scienziati elaboro’ una teoria secondo la quale le preghiere giovano agli individui in tutti i sensi e soprattutto alla salute.
Aspettiamo la prossima grande scoperta che ,seguendo il trend, probabilmente fara’ scoprire che il Vangelo e la sua osservanza siano quanto di meglio una comunità umana possa avere.
Per motivi tecnici è’ importante che sia enunciata qualche mesetto prima dell’apocalisse,
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Credo che la discesa della nostra società vada di pari passo con la difficoltà che incontra la famiglia, il Timor di Dio è certamente una “spinta” notevole , ma in passato chi non era religioso trovava forza nella famiglia per migliorare l’ avvenire dei figli.
Ora che i matrimoni non durano più di qualche anno, molti non si sposano, figli non se ne fanno la visione è molto corta e ci si chiude nell’ egoismo e nel “Facile”.
Ma anche tutto questo in fondo deriva dalla mancanza di Timor di Dio.
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Tanto è acuta la sua riflessione quanto è toccante quella di “oriundo2006”: complimenti ad entrambi. L’uomo sta regredendo a livello animale. Non ha più la struttura sociale – la “cultura” – per sostenere l’istituzione della famiglia. Se riesce a riprodursi lo fa a livello elementare, biologico. Appunto come gli animali. Ma che dobbiamo fare? Se si rifiuta il sistema bisogna almeno avere il coraggio (o la follia..) di perseguire il fine di moltiplicarci così come ci è stato comandato. Nonostante tutti i guai che possono venirne.
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Caro Blondet, non disperi, perlomeno non sull’industria italiana. Non è scomparsa. E’ vero, le grandi compagnie sono andate (rimangono solo eni e generali, chissà fino a quando, e poche multinazionali famigliari come ferrero e barilla). E’ vero, questa crisi è peggio di una guerra (fa pena vedere la desolazione e l’abbandono, quasi la distruzione fisica di tante aree industriali nel nord Italia). Ma c’è un tessuto che resiste.
In quasi 1000 prodotti merceologici (sul totale di 4772 della classificazione HS-6 delle Nazioni Unite) il nostro paese è tuttora nei primi 3 posti come esportatore mondiale.
Inoltre, sui 14 settori industriali del Trade Performance Index (elaborato dall’International Trade Centre) il nostro Paese è il più competitivo al mondo in 3 settori e al secondo posto in 5 settori, preceduto solo dalla Germania che ha 8 primi posti e 1 secondo posto.
Incidentalmente, questo è il motivo per cui i tedeschi ci hanno tirato dentro all’euro (per poterci massacrare).
Saluti. .
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Il timor di Dio non poteva durare. Ad un certo punto doveva subentrare l’amor di Dio. O per meglio dire l’introiezione del super ego. Questo in uno sviluppo corretto. Come il bambino non si sbafa tutto il barattolo della marmellata perché ha paura delle sculacciate, ma poi
capisce che fare una cosa del genere gli è dannosa.
Il timor di Dio dev’essere un pezzetto di Dio che entra in te. Che accogli . Non so in che altro modo dirlo.
Ai tempi del “Timor di Dio” temo ci fossero solo masse di ignoranti. Non credo fossero bei tempi.
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“Ai tempi del “Timor di Dio” temo ci fossero solo masse di ignoranti. Non credo fossero bei tempi.”
Questo breve articolo, credo, potrebbe chiarire le idee: http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=108
Estratto dal testo:
“E nello stesso tempo (parla dell’Medio Evo – ndr) – e non a caso – è l’epoca della nascita dell’Università europea, e delle grandi scuole filosofiche cristiane, come quella di Chartres: il Medioevo cristiano si rivela essere il tempo in cui lo studio della Sapienza diviene patrimonio comune a lutto il popolo, l’epoca in cui si discuteva dello storico dibattito filosofico e teologico tra San Bernardo di Chiaravalle e Abelardo non nel chiuso delle aule accademiche, ma dentro alle botteghe e nelle piazze di Parigi.”
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Concordo.
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Dunque 1100 e 1200. In effetti ci sono dei veri e propri cultori del medio evo. Tra i quali c’era un mio fratello.
Io sono forse rimasta condizionata dalla squola ( scritto proprio così), che lo presentava come un periodo buio.
Ma andiamo avanti. Cosa è successo poi? Per l’Illuminismo mi pare ci sia da aspettare un bel po’.
Ma che ci siano stati Inquisizione e caccia alle streghe non me lo sono sognato vero? Vado a vedere in che periodo storico. Esattamente in che periodo storico.
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Sulla Santa ed, aggiungo io, Indispensabile Inquisizione:
http://www.documentacatholicaomnia.eu/03d/1866-1939,_Guiraud._Jean,_Baptiste-Elogio_Dell'Inquisizione,_IT.pdf
Estratto dal testo:
La «terribile» Inquisizione
“Dopo tutto ciò, cosa dobbiamo pensare di quegli storici dell’Inquisizione che pretendono che davanti a quel
terribile tribunale ogni accusato fosse condannato in anticipo? Lea: «Praticamente chi cadeva nelle mani dell’In-
quisizione non aveva alcuna possibilità di salvezza… La vittima era avviluppata in una rete dalla quale non
poteva sfuggire, e ogni suo sforzo non serviva che a imprigionarvela vieppiù».
13 «Tutti gli ordinari mezzi digiustificazione erano pressoché interdetti all’accusato», dice dal canto suo Tanon. «San Pietro e san Paolo, sefossero vissuti in questi tempi e fossero stati accusati d’eresia, si sarebbero ritrovati nell’impossibilità di difendersi e sarebbero stati senza dubbio condannati», affermava Bernard Délicieux.
14 Ma, al di là della battuta lanciata da Bernard Délicieux ai suoi giudici, se consultiamo le numerose sentenze
dell’Inquisizione che ci sono pervenute riportiamo un’impressione del tutto diversa. E vediamo che è falso asse-
rire, come fanno Lea e Tanon, che davanti agli inquisitori ogni accusato era un condannato.
Infatti nel suo Directorium (p. 474) Eymeric prevede il caso in cui l’imputato non è vinto con alcun mezzo di
diritto, e quello in cui, dopo averlo esaminato, si riconosce di non aver niente contro di lui. «Egli viene prosciolto
sia dall’inquisitore che dal vescovo, che possono agire separatamente; infatti non si può fare attendere l’innocen-
te, che beneficia senza ritardo della decisione favorevole dell’uno o dell’altro dei suoi giudici».15
Se l’accusato ha contro di sé lavox populi, senza che si possa tuttavia provare che la sua reputazione di eretico
è meritata, non resta che produrre dei testimoni a discarico, «compurgatores», della stessa condizione sociale e
provenienti dal suo luogo di residenza abituale; costoro, conoscendolo da lunga data, verranno a giurare che
quello non è eretico. Se il loro numero corrisponde al minimo richiesto, l’accusato è rilasciato. 16
Anche nel caso in cui si abbiano degli indizi contro l’accusato, basta che non siano né gravi né perentori perché
l’inquisitore si accontenti di un’abiura. In questo caso l’imputato è sottoposto a penitenze canoniche ma non a
pene afflittive. Eymeric prevede anche sei casi su tredici in cui gli accusati sono semplicemente rilasciati oppure
sottoposti a sanzioni di ordine puramente spirituale.”
Sulla sQuola, Giovanni Papini:
http://www.pedro.it/webs/millelireonline.it/e-book/Chiudiamo%20le%20scuole.pdf
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1400 1500 e poi andando fino al 1600. All’anima del Rinascimeto!
Questo è quello che risulta da una prima analisi su google.
Ma comunque siano andate le cose prima, noi sicuramente viviamo in un’epoca oscura. Lo possiamo mettere agli atti fin d’ora.
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@lady Dody
Forse dovrebbe ripassarsi un po’ la storia e scoprirebbe come i “tempi del Timor di Dio in cui teme ci fossero solo masse ignoranti” abbiano dato i natali a Giganti Eterni come Dante Alighieri, S. Tommaso d’Aquino, Giotto, Cimabue alle Università ect ect . Anzi è stata proprio drammaticamente la perdita del Santo timor di Dio a far togliere Dio dal centro e far passare dalla visione Teocentrica Medievale prima all’Umanesimo , al Protestantesimo e giù a rotta di collo all’Illuminismo fino allo Zoologismo odierno!
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Esatto!
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E poi, cara signora, vogliam parlar di streghe antiche et moderne? Prendiamo la “nostra” simpaticissima Marina Abramovic e le sue cene luciferino-massonico-pedofile a base di “mestruo, sperma e latte di donna”? Io parlo pour moi, ma quando vedo individui del genere mi vien na voglia di Santissima Inquisizione e di meritatissimi roghi!
https://www.maurizioblondet.it/7326-2/
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…ma piu’ grande e potente di questo clown che gioca con budella e teste si capro, come strega direi che la risata di killari rendesse chiaro a chi vuole vedere il satanismo dei “potenti”. In fondo lo dicono esplicitamente…
il diavolo veste prada.
Rivalutare con attenzione la fisiognomica…
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La Storia mi incanta e non mancherò di ripassarmela sig. Formica. Le date, le date soprattutto. Quelle che a squola (sempre scritto così), odiavamo e che invece…..
Nel frattemèpo ho scoperto, sempre su Google per carità, che Il Nome della Rosa è ambientato nel 1327.
Ovviamente Google e Il Nome della Rosa non sono la Bibbia.
Ma anche Dante e Tommaso d’Aquino non vorrei fossero la famosa rondine che non fa primavera.
Mi ha colpito di più che persino nelle osterie si discutesse di filosofia e di teologia.
E Chartres è la cosa più bella che abbia mai visto.
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Per i casi “alla Abramovic” mi accontenterei di rispristinare i manicomi criminali che la Severino ha incautamente aboliti.
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Caro Dott. Blondet, quanta verità nelle sue parole. Parole amare, ma intrise di profonda verità.
Seppur possa sembrare banale, è questo il punto zero della questione, la verità. Il popolo della penisola italica (ma non solo), non è più abituato alla verità, ma non saprebbe riconoscerla nemmeno se questa si presentasse con tanto di cartello affisso. Il popolo è enormemente vittima della menzogna, delle mezze verità (che perciò diventano anch’esse menzogne), dell’addolcimento o distorsione delle parole (di stampo orwelliano). Soprattutto sono vittime della paura, in primo luogo del proprio prossimo. Non si ha più il coraggio di esprimere un’opinione che possa essere considerata differente da quella della massa; in questo modo per anni si è ucciso il pensiero critico. Siamo diventati un gregge di pecore, dove nessuna ha il coraggio di belare se non lo fanno anche le altre.
Stiamo assistendo ad un’involuzione dell’essere umano, in uno stato mentale vegetativo. Purtroppo noi “immuni”, essendo pochi e privi di potere, non potremo contagiare gli altri, se non in piccola parte, insufficiente al cambiamento.
Io noto un’altro aspetto, che reputo d’importanza cruciale, l’estinzione del senso di responsabilità. La responsabilità individuale e sociale è ormai un concetto prevalentemente estinto. L’italico ne è uno degli esempi più evidenti nel mondo presente.
A nessun italico interessano le sorti nemmeno del proprio vicino di casa, ma quando un isolato estraneo (ad esempio) viene barbaramente assassinato, con tanto di riflettori puntati sul caso, allora il popolo si indigna, ahimè sterilmente ed inutilmente.
Tutto questo per un banale motivo. La popolazione adulta, di fatto non é mai diventata realmente adulta, si crede eternamente adolescente, quindi ogni capriccio gli è consentito, senza alcun sentore di responsabilità individuale. Ciò si denota soprattutto nel modo in cui viene “educata” la progenie di questi soggetti (la maggior parte).
Perciò se questi sono tempi oscuri, credo che l’avvenire porti in grembo ancor più densa oscurità.
Più che questione del “timor di Dio” si debba analizzare il problema della coscienza individuale e di massa. Perché il “timor di Dio” è sempre un sentimento di paura, che ci allontana da Dio stesso, seppur in apparenza, ma non realmente nel profondo, ci potrebbe avvicinare al nostro prossimo.
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Quando si è a corto di argomentazioni non resta che l’insulto. Del resto se si prende per attendibile Il nome della Rosa di Umberto Eco è inutile discutere con lei.
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Mi scusi, con chi ce l’ha?
Non credo di aver insultato nessuno (a differenza sua), ma di essermi attenuta ad un’analisi (seppur personale) distaccata, ma forse considerata cinica dai “ben pensanti” come lei.
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E come avrei insultato sig. Formica? Quanto a Umberto Eco ho detto “per quel che vale”.
Stia pur certo che ascolto tutti, tranne i comunisti. Quello più in buona fede fra loro per me è un tarato mentale.
Manca loro qualcosa di essenziale . Questo almeno è quello che io percepisco nettamente.
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Sigra Anna, prima di rispondere si accerti che qualcuno stia parlando con lei. Infatti non mi sembra che nel suo intervento si parlasse di Umberto Eco. Mi riferivo alla cortese Sigra Dody, che evidentemente se la cava meglio con le discussioni sulle osterie medievali e non, che con la logica.
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Gentilissimo Sig. Giorgio, lei si accerti di postare nella sezione corretta le sue risposte agli interventi in questione (soprattutto quando sono non troppo velatamente accusatori). Come vede si può rispondere direttamente al commento interessato…
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Mi scusi Giuseppe, mea colpa…
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Si, botteghe e piazze. Non osterie.
Ricevuto. E’ chiarissimo che ce l’ha con me.
Interrompo, poi vorrei sapere dove e come ho insultato.
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@Anna.
Coraggio sig.ra Anna. Mi chiamo Giuseppe e si dice mea culpa o colpa mia e il Timor di Dio prima di “essere sempre un sentimento di paura” è un’ inclinazione naturale di rispetto per l’Onnipotente e poi un dono dello Spirito Santo per chi ha la grazia di riceverlo nella S. Cresima.
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Caro Giuseppe, mi scuso ancora per l’errore, è stato un lapsus involontario. Per quanto concerne il suo appunto, si trattava della correzione automatica del cellulare ad aver modificato “culpa” in colpa…(non era difficile da desumere)
Continui perciò ad ottenebrare la sua ampiezza di vedute con il “Timor di Dio”. Cordialità.