Confesso che non sapevo chi fosse “Fabo”. Un dj. Ossia un disc –jockey. L’ho appreso stamattina coi giornali progressisti, illuministi e avanzati che, tutti, a un segnale convenuto, hanno battuto la grancassa in prima pagina, con i grandi titoli del caso, di questo Fabo dj che si è dovuto far ammazzare in Svizzera. “Via da un paese che mi tortura!”, la Stampa (Il paese lo tortura?) Il Corriere: “Fabo in Svizzera: lasciatemi libero” ( e chi ti voleva fermare?, infatti sei andato in Svizzera e ti sei ammazzato). “L’artista ha dovuto andare in Svizzera” (un dj è un artista?) “Voleva morire ma non così lontano da casa”, piange Il Fatto Quotidiano ( Che t’importa, se hai deciso di farti uccidere, essere “lontano da casa”? Lontano ci starai per sempre, ormai). “In Svizzera per l’eutanasia – “Vergogna! tradito dall’Italia”, accusa Repubblica (di cosa devo vergognarmi, io?) “Chi ci nega la nostra dignità” dice una tizia in prima pagina. Apprendo così che “dj Fabo” ha “fatto un appello a Mattarella: lasciatemi morire” ( E chi te lo impedisce? Infatti sei morto). Il punto è che “ la legge è ferma in parlamento” da non so quanti anni. La legge che introduce in Italia il suicidio assistito. Per cui ci dobbiamo sentire tutti in colpa per il dj Fabo che ha fatto il suicidio in Svizzera. Invece che alla ASL.
“E’ stato accompagnato a morire da Marco Cappato”…Non c’era dubbio, l’ufficio stampa e propaganda dei radicali funziona alla perfezione: caso pietoso trovato, avvisa i media, fornisce i video del moribondo, consegna le cartelline con i comunicati stampa, l’appello a Mattarella, e le parole chiave: “Vergogna”, “Lontano da casa” eccetera che i media ripeteranno.
A metà giornata, “L’annuncio di Cappato dalla Svizzera: “Alle 11,40 se ne è andato con le regole di un Paese che non è il suo” (fosse stato il suo, sarebbe stato meglio?).
“ Domani al mio rientro in Italia andrò ad autodenunciarmi per il reato di aiuto al suicidio” (gli tocca, perché nessuno s’è sognato di arrestarlo alla frontiera).
“ Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni: “Rischia 12 anni di carcere” (ma no, ma no: riconosceranno l’alto valore morale del tuo delitto, Cappà, scommettiamo?).
Nel comunicato c’è anche Saviano, il celebre columnist di Repubblica, che si rivolge al dj Fabo: “Per morire con dignità bisogna emigrare. Perdonaci”.
Non usare il plurale, ipocrita: non parli a nome mio, né di chissà quale Italia. Vi siete costruiti tutta questa scena sinistra e letale, ve la cantate e ve la suonate da voi, e si vede troppo che state recitando, col birignao di cattivi attori che simulate dolore, vergogna,, indignazione, coraggio civico (“rischia dodici anni!”, ohi ohi!) e tutto il repertorio già visto e stravisto nelle lugubri battaglie radicali .
Fabo il dj era cieco e quadriplegico. “Sollevato da un inferno di dolore non grazie allo Stato”, gli avete fatto dire , Cappato e l’ufficio propaganda radicale. Che frase assurda e ridicola: lo Stato avrebbe il dovere di suicidarlo? Una frase che puzza di pannelliamo, ed è così falsa adesso, soprattutto per lui.
Temo che nel posto dove sta ora, e sul limitare del quale l’avete accompagnato, Fabo il dj (il dj?) starà molto peggio di quando non ci vedeva ed era paralizzato. E non possiamo nemmeno pregare per lui; chi sta laggiù non vuole, aumenta la sua disperazione… “Lasciatemi libero” dite che abbia detto; e glielo avete fatto credere, che il suicidio sia una liberazione.
Ora è in qualcosa che non può essere descritto. Che antiche parole – carcer, pernicies, exilium – non possono descrivere, perché ciò che laggiù si fa alle anime “avviene senza il controllo della parola, in cantine afone”. Là infatti “tutto finisce, ogni pietà, ogni grazia, ogni riguardo”, e naturalmente ogni parola per dirlo. Ad aggravare la condizione di Fabo c’è però, ne sono certo, la rabbiosa vergogna per come facilmente s’è lasciato giocare da voi, la coscienza di come Cappato l’ha usato per far avanzare una “causa civile” di cui adesso non gli importa più niente, per far varare a un parlamento insignificante, in un paese cui non appartiene più, una legge che non può portare a lui alcuna liberazione né sollievo. Certo aspetta, con rabbia inestinguibile, il momento in cui quelli che lo hanno usato e giocato finiranno lì con lui, e godere dei loro tormenti, in una eterna vendetta. “Da qui la dottrina che i dannati, oltre ai tormenti, hanno anche le beffe e la vergogna, le risa sgangherate e il segnare a dito”, come rivelò Samael al musicista Adrian Leverkuhn nel Doctor Faustus di Thomas Mann .
Ovvio che i cattivi attori di questo teatrino squallido, di cui Fabo il dj è la vittima, non credono a queste cose: fino al giorno in cui ci staranno a capofitto.
Povero Fabo. A quarant’anni disk jockey, uno che cambia i cd nelle discoteche, sai che realizzazione; poi l’atroce incidente, ed ora il buio e la vergogna. E l’essere stato ingannato, ed aver perso l’occasione centrale, di dare alla sua vita il significato eroico, di accettazione, espiazione e intercessione. La vittoria e la gloria a cui ciascuno di noi è chiamato.
Ovviamente, non fu una sua colpa personale, è l’inganno dell’epoca . E’ il silenzio di coloro che potevano e dovevano parlargli dell’altra via, del compito, della gloria e della vittoria che poteva afferrare. Vedo adesso che il Corriere ha, a commento di questa orribile sceneggiata, un’intervistina a monsignor Paglia, grande amico ed esaltato di Pannella: non ha una sola parola giusta, una parola da prete; parla di “una società che si rassegna all’impotenza”, non dice una parola di spaventato orrore per un’anima che si è perduta eternamente. Non stupisce che “Francesco” l’abbia messo a capo della Pontificia Accademia per la Vita: monsignor Paglia è quello che ha esaltato “la spiritualità” di Marco Pannella; per lui “una grande perdita per questo nostro paese, un uomo spirituale che ha combattuto e sperato contro ogni speranza, come dice San Paolo”, uno che “ha speso la vita per gli ultimi, uno che «rimproverava noi cattolici perché lasciamo da parte il Vangelo». Ebbene,
Questa è la “spiritualità” di Marco Pannella in atto. Grazie all’uso che hanno fatto di “Fabo”, ci sarà una legge che ‘consentirà’ il suicidio assistito, e presto quindi esso farà “offerto” a vecchi malati e soli troppo gravosi da mantenere. Per ciascuno di noi sarà una nuova tentazione, l’ultima e tremenda: perché soffrire? La ASL le passa la sedazione…E il vescovo Paglia non troverà la parola giusta, perché l’ha persa. Dirige la Pontificia Accademia per la Morte.
- * * *
Mentre finisco di scrivere, ricevo l’immagine di Maria. E’ la moglie dell’amico Luciano, “passata oltre” qualche giorno fa, dopo anni di sofferenza e mutilazioni chirurgiche per il cancro alla mascella. Nella foto è bellissima. Lui l’ha curata fino all’ultimo. Lei si preoccupava di lasciarlo solo: “Trent’anni insieme, e adesso come farai?”. Si preoccupava anche per se stessa: trent’anni con lui, e adesso come farò?
Dietro la piccola immagine, leggo:
“Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se potessi vedere quello che io sento e vedo, e questa luce che tutto investe penetra, non piangeresti se mi ami!
…”Ci siamo amati e conosciuti nel tempo: ma tutto era così fugace e limitato! Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi: tu pensami così, nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore. Non piangere se veramente mi ami!”.
So che quelle sono sue vere parole. So che Maria ha corso bene la gara, con coraggio, la sua vita di moglie, di mamma e di lavoratrice è stata piena di significato, ed ora è nella gloria e nella vittoria.
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ma se è stato ingannato, è una vittima. E se è la vittima di un inganno, non è (interamente) colpevole. E se non è interamente colpevole, che elementi abbiamo per escludere la misericordia di Dio?
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Nessun elemento. Infatti mai dobbiamo dire chi scenderà o chi salirà. Ma sempre dobbiamo esortarci a stare in guardia dai cattivi operatori che ci portano alla perdizione. (la nostra non quella degli altri)
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“Se mi ami non piangere…” Meravigliosa preghiera-poesia di Sant’Agostino che mi ha consolato come una carezza quando mio padre andò nella casa del Padre undici anni fa e anche quando, lo scorso Agosto, lo raggiunse mia madre, dopo le sofferenze e le progressive infermitá della malattia. Quando una vita langue l’unica forza che sconfigge la paura è la Fides. La confidenza reale di essere attesi nella gioia vera. Oggi, la chiamano “suggestione”. Una volta si chiamava Spes.
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Abbiamo letto su tutti i giornali delle colpe dello Stato Italiano per non aver dato la possibilitá di suicidarsi in Italia al povero dj. Non ho letto da nessuna parte peró, di campagne di sensibilizzazione da parte del dj ai giovani di indossare le cinture di sicurezza in auto e non parlare al telefonino durante la guida. Eppure dalla modalitá del suo incidente avrebbe dovuto imparare qualcosa. Tutti a redarguire l’Italia, nessuno peró che dica che alla guida bisogna attenersi alle regole, altrimenti si finisce come il dj.
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Questo è il quarto passaggio della famosa finestra i Overton.
Siamo al “sensible” ( sensata, cioè razionale e dotata di spiegazioni ).
Manca il “Popular” ( popolare, diffusa, quindi accettata da buona parte della società e rinforzata dai media ) per poi terminare col sesto passaggio “Policy” ( Legislazione, legalizzata, quindi l’idea è divenuta parte concreta della politica statale).
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Vero. Però ho qualche dubbio sul “Popular”, tenendo conto delle masse ormai secolarizzate.
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In effetti, ad essere precisi, forse attualmente siamo a metà strada tra i due passaggi…
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No, dalle “reazioni” di pancia che ascolto in radio, il suicidio legale è già allo stato “popolare”. Le pance lo vogliono, assolutamente, imperiosamente.
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In realtà non diventano mai davvero “popular”, vengono solo fatti apparire come tali. Ad un certo punto, quando l’apparenza di popolarità soddisfa i padroni delle ferriere, si passa alla “policy”: è giù legislazione e regolamentazione e, soprattutto, repressione per chi si oppone.
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Bravo Maurizio, anche per quel che hai detto di Maria la consorte del comune amico Luciano. Per lei possiamo pregare, per il povero Fabo, purtroppo, no. Dio lascia libertà all’uomo di decidere di scegliere il suo Amore o di rigettarlo. Credo che Fabo – salvo pentimento in extremis – abbia rifiutato quell’Amore Infinito.
Luigi Copertino
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salve
la SLA è una pessima bestia e porta, finora, sempre alla morte e colpisce di solito gli sportivi di professione.
Un calciatore che ha militato a lungo nella squadra che sostengo (quella della mia città, il Genoa), Gianluca Signorini ne è rimasto vittima, morendone qualche anno fa; non si è mai arreso, ha lottato fino alla fine (comunicava con la matita in bocca digitando il pc), per vivere.
In tutto questo è stato aiutato, senza pietismi, dalla moglie e dai tre figli.
Nessuno di loro ha chiesto che il padre (un tempo ricco e famoso) fosse aiutato a morire ma, bensì, a vivere.
saluti
Piero e famiglia
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Caro direttore, chissà quanti insulti e rigurgiti che le pioveranno addosso dalla “rete”. Coraggio. Ci vuole sempre di più coraggio!
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Mi insultano molti perché, secondo loro, ho detto che fare il dj a 40 anni è un mestiere del k. – “E allora, operaio no? Giornalista no?”. No, diciamolo: fare il dj è un mestiere del k. – Quelli che urlano sono probabilmente discotecari, oloturie.
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Dopo Eluana un altro povero ragazzo sacrificato dalla Massoneria sull’altare della loro cultura della morte. Si muovono come sempre per primi i radicali che come scrive oggi Mentana “sono i loro fucilieri”. E gli stolti lettori che si definiscono di destra, e regolarmente cascano nei loro raggiri. Che soddisfazione è la libertà di ribellarsi alla sofferenza e darsi la morte (eutanasia o suicidio assistito) o quella di poter uccidere (aborto) un piccolo uomo, vero ? Chissà quanti di loro si sono mai domandati Chi gli ha sussurrato all’orecchio che dare e darsi la morte è atto di libertà, mentre portare la Croce in silenzio è un’umiliazione….
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..questo poveretto, una cosa sensata prima di morire l’ha detta..
secondo quanto riportato da LaStampa, ai propri amici presenti prima del fattaccio avrebbe detto : «Voglio dirvi una cosa – ha detto a un certo punto -. Non prendetemi per scemo, ma mettete sempre la cintura, fatemi questa promessa».
..quando si dice, col senno di poi….
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A me questa come ultima frase, mi sembra indice di una profonda miseria spirituale… però..chi sono io per…
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Riprendo qui un tweet di Paolo Becchi:
“Un uomo emigrato per suicidarsi è un caso da prima pagina. Delle migliaia di giovani che emigrano cercando un lavoro non frega a nessuno”.
proprio vero. ipocrisia e malafede in dosi ormai intollerabili.
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ero sicuro che avrebbe scritto questo articolo
speriamo però che la fine sia stata quella prospettata ad Angie Fenimore.
Rosario ci vuole!
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Alcune massime del, senza ombra di dubbio, geniale Marco Cappato ossequiosamente ripropongo:
«La nuova frontiera dell’Europa è l’allargamento verso l’altra sponda del Mediterraneo. È un’illusione pensare che dentro i confini dei vecchi stati nazionali si possano affrontare le grandi sfide della democrazia, dell’ambiente e delle migrazioni» (2012)
Parlando dell’autonomia dello Stato Palestinese: “Poniamoci il problema di quale tipo di stato, se dev’essere uno stato di STAMPO SIRIANO” o uno stato di tipo democratico”. (9 Settembre 2001)
“Il ruolo devastante della Chiesa cattolica e degli altri fondamentalismi religiosi è un’attualità politica globale, nel nostro Paese lo è per il radicamento di potere della burocrazia vaticana, non solo gli otto per mille, ma proprio l’influenza diretta nel governo dei problemi della società”. ( 9 Settembre 2001)
«Ahmadinejad è un dittatore sanguinario, violento e feroce e quindi Berlusconi ha fatto bene a chiamare le cose con il loro nome» “Opprime il suo popolo in modo feroce e costituisce una minaccia per Israele e per la pace mondiale». (22 Settembre, 2008)
“…far entrare Israele nella Unione Europea. Sarebbe un atto di coraggio. Se così fosse, il dittatore iraniano minacciando Israele, minaccerebbe l’Europa. Allora sì, che potremmo dire: “Israele siamo noi”. Non ci sarebbe più posto per la retorica del “siamo tutti berlinesi”. E al tempo stesso aiuteremmo la classe politica israeliana ad uscire dall’involuzione in cui è caduta, percorsa com’è dagli scandali che hanno travolto Olmert». (22 Settembre, 2008)
«Se Berlusconi vuole fare questa battaglia di far entrare Israele nella Ue, ci saremo anche noi». (22 Settembre, 2008)
Difendendo al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito: “Così non ci sarebbe violenza ma soltanto amore”. (2006)
«Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet e la sottovalutazione dell’impatto della pedofilia “domestica”»
Risposta data a William Andraghetti, orgoglioso pedofilo, il quale domandava a Cappato: «Gentile sig. Cappato: che cosa intendono fare i radicali nei riguardi del problema pedofilia? Io sono pedofilo e gradirei che il suo partito prendesse una posizione chiara sulla pedofilia. Grazie. William» (10 Marzo 2002)
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Dott. Blondet, questo è per me uno dei migliori articoli che abbia mai letto sul suo blog, di cui sono diventato da tempo un assiduo lettore. Ha avuto il coraggio di dire quello che ogni vero cristiano dovrebbe dire. Il problema è che i signori “illuministi”, come io li chiamo, El Papa compreso, possono dire quello che vogliono, possono diffondere le idee più disumane e metterle in pratica impunemente e nessuno dice nulla. Noi, invece, guai a parlare dell’Inferno! Negare l’Inferno però, come Bergoglio ha fatto, significa negare Cristo e la sua opera, se è vero che Gesù è venuto a salvare il mondo, morendo per i peccatori. Se l’Inferno non vi fosse stato, questo Sacrificio sarebbe stato inutile. In tempi così difficili, di ostracismo culturale e di intolleranza religiosa (perchè di questo spesso si tratta), violare il politically correct, essere pronti a dire ciò che si pensa, è una grande virtù. La incoraggio, quindi, a continuare a parlare e a dire la verità, anche se questa è scomoda e fa male, come ha fatto in questo articolo.
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Non ha finito di soffrire, adesso sono iniziate le sofferenze atroci, mille volte superiore ai dolori, che colpiscono gli uomini e le donne sulla terra, e per sempre. i scritti di MARIA VALTORTA parlano della società attuale. massimo degrado.
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Io di Fabiano ho molta pena, e poco mi importa di cosa facesse.
Io credo questo: non possiamo pretendere che tutti siano degli eroi della sofferenza. Se lui non ce la faceva a sopportare la propria condizione di cieco, paraplegico e quasi incapace di articolare la parola, nutrito col sondino conficcato in gola e con le piaghe sulla schiena, non riuscirei ad obbligarlo a rimanere in vita.
In realtà non si tratta tecnicamente di suicidio, ovvero dell’uccisione di sé in piena salute, ma di far sì che uno stato naturale faccia definitivamente il proprio corso fino alla morte. Fabiano ha interrotto il funzionamento delle macchine premendo coi denti il bottone che gli hanno messo in bocca. Evidentemente la disperazione era enorme, teniamo conto che quasi sicuramente non ha ricevuto alcuna educazione religiosa per quanto riguarda la sofferenza e le brutte sorprese che il destino riserva. E’ colpa sua?
D’altronde, pretendere che tutti siano eroi e lasciarli in vita forzosamente anche quando essi non lo sopportano più, non significa sostituirsi a Dio? Esattamente come l’uccidere? Se la vita smetterebbe, perché spingerla ancora sempre avanti? Moriamo, se avviene un incidente che crea dei danni che ci rendono totalmente incapaci di autonomia fisica e cognitiva, che è il minimo per continuare a sopravvivere, e non si capisce il senso di rimanere in vita, perché non accompagnarli alla morte?
Forse, la Chiesa invece che impedire casi disperati del genere e proporre solo gli eroi dello spirito, che bontà nostra esistono, potrebbe adoperarsi attivamente per l’accompagnamento alla loro morte, per un’educazione e una benedizione in extremis. Secondo me funzionerebbe, ridarebbe slancio spirituale alla Chiesa che ormai si è fossilizzata quasi esclusivamente su questioni sociali/familiari. Potrebbe fare rinascere una cultura della morte, che non significa “provocare la morte” ma “affrontarla e superarla” senza terrore né speranza.
Sembra che tutti abbiamo paura della morte. In realtà questo accanimenti terapeutico mi sembra molto lontano dalla religiosità… è un comportamento freddo, tecnico, fine a sé stesso. Quasi un esperimento sulla pelle dei malati terminali.
Ovviamente, sto parlando di soggetti COSCIENTI. Le persone in coma credo che non siano assolutamente da toccare perché potrebbero risvegliarsi. Diranno poi loro cosa fare di sé medesimi.
Secondo me, affrontare l’argomento in questa prospettiva non implica lo scatenamento di pratiche eugenetiche, che d’altronde esistono già, ma un ulteriore discrimine fra il significato di persona e biologia, fra spirito e materia. Ad esempio, si potrebbe dire che un feto è in una situazione simile alla persona in coma: non possiamo abortirlo perché diventerà cosciente, non solo vivo nel senso di avente le funzioni biologiche. Si può mantenere un cuore vivo ma collegato ad un mero macchinario che lo pompa. Sì, la carne è viva e non marcisce, anche se si infetta perché non ha difese immunitarie, ma è vivo nel senso di persona cosciente?
Ecco, accompagnare la persona cosciente nel trapasso invece che utilizzare una fredda clinica all’estero, per me sarebbe una rinascita della cultura della morte, come nel Medioevo.
Spero in un confronto pacato.
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Scusate, un refuso… ho scritto
“affrontarla e superarla” senza terrore né speranza
Volevo dire
“affrontarla e superarla” senza terrore né disperazione
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“D’altronde, pretendere che tutti siano eroi e lasciarli in vita forzosamente anche quando essi non lo sopportano più, non significa sostituirsi a Dio?” Ne desumo, quindi, che Iddio avrebbe dato a Fabiano sofferenze che non avrebbe mai potuto sopportare?
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A questa domanda non so rispondere con certezza, in quanto non sono Dio. Possiamo desumere tutto: che Dio abbia imposto sofferenze insopportabili a Fabo oppure che Fabo non abbia voluto sopportarle anche qualora avrebbe potuto. Io rimango sul fatto: questa povera persona non sopportava la propria condizione di vita, che sarebbe andata naturalmente spegnendosi, che strutturalmente non si sarebbe più potuta reggere da sola sotto alcun aspetto. Solo i diretti interessati possono dirci cosa provano realmente, credo che ogni imposizione su casi gravissimi di questo tipo siano molto rischiose. Certamente questo non significa che la prima proposta che bisogna offrire loro sia l’eutanasia appena entrano in ospedale, ma credo che bisogna assisterli, se loro vogliono, proprio nel trapasso dopo un periodo di vita artificiale.
Oggi è tutto in mano ai medici che, spero, abbiano un po’ di calore per queste persone e non lo facciano per mero mestiere. Potrebbero anche morire in casa propria invece che in una fredda clinica. Personalmente ho un amico che lavora a contatto con casi così e mi ha più volte detto che le malattie degenerative o gli incidenti altamente debilitanti possono abbattere completamente anche gli uomini che sembrano più forti, o che paradossalmente quelli che sono degli scriccioli rivelano una forza di spirito incredibile. Il fatto mi sembra talmente personale, che non mi azzarderei mai ad obbligare uno alla vita artificiale come a sopprimere uno che vi è legato nonostante le sofferenze.
Il problema è dare un senso alla sofferenza. Se Fabiano non l’ha trovato, cosa possiamo farci noi?
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Ma il medico che “stacca” le macchine “che tengono in vita” rispetta il Giuramento di Ippocrate?
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Il medico non rispetta il giuramento di Ippoccrate nel momento dell’accanimento terapeutico. Alimentare una persona con un sondino e farlo respirare artificialmente non è conforme alla summa di Ippocrate. Cio detto l’aspetto più ignobile ed ipocrita della questione è che l’eutania viene sostanzialmente praticata più di quanto si possa immaginare. magari non lo è come atto formale ma non si puo’ negare che certe terapie come la chemio , la radio e la somministrazione di Azt non siano atti eutanasici. SI tratta, manco a dirlo , di quanto deve fruttare un “paziente ” al sistema criminale di big-pharma. Uno come questo poveretto fruttava poco o niente a lorsignori per cui l’eutanasia formale diviene un atto economico, “umanitario” e, ca va sans dire politicamente corretto .
Quello che il sistema medico criminale ci ha tolto è il diritto all’agonia secondo natura. Secondo Ippocrate ma, soprattutto secondo Nostro Signore Gesù Cristo morto in croce
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Prima di procedere con il confronto pacato vale la pena leggere il post sotto riportato, che chiarisce molto bene i termini della situazione:
https://giulianoguzzo.com/2017/02/28/dj-fabo-la-morte-e-quello-che-ci-nascondono/
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Io parlavo di situazioni gravissime come quelle di Fabiano, non certo di chi decide di suicidarsi dolcemente per noia, per vecchiaia, o quant’altro. Che poi questa clinica Svizzera sia un suicidificio, sarà. Non mi focalizzerei sul fatto che Fabiano sia andato lì, è andato lì semplicemente perché era il posto più vicino.
Bisognerebbe capire la sofferenza della gente. L’insegnante inglese descritta nell’articolo che va a suicidarsi perché non si sa tenere aggiornata nel lavoro o nelle relazioni sociali, avrebbe bisogno di uno psicologo, di reinventarsi in qualche modo, di trovare la propria dimensione umana. Ma lei può farlo perché ne ha le possibilità fisiche. Sono contrarissimo anch’io a un suicidificio che accolga anche casi del genere. E’ chiaro che la presenza di un luogo del genere aumenti statisticamente il suicidio, visto che te lo provocano in maniera indolore: l’uomo ha paura del dolore e di sbattere la faccia contro la morte! Invece, dormendo profondamente, non ci si accorge di nulla.
Ma Fabiano che possibilità aveva di reinventarsi, di ritrovare una propria dimensione? Nessuna. Come avrebbe potuto migliorarlo uno psicologo? In nessun modo, credo. Un prete avrebbe potuto fare qualcosa? Ma lo avrebbe chiamato lui. Quasi sicuramente Fabiano non ha neppure ricevuto un’educazione cristiana. Ecco, abbiamo incrociato tutti i fattori e non credo che dovremmo aspettarci per forza che Fabiano regga alla disperazione con cuore ardente. Non era un santo, e non possiamo obbligare nessuno ad esserlo. Gli animi si rivelano per quel che sono proprio in queste condizioni.
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Il becchino Marco Cappato “dice” che si autodenuncia, chissà se per la farsa assassina di Radio della morte nominerà nella denuncia anche Soros e i Rotschild, voglio proprio vedere che tipo di autodenuncia farà e sapere chi è che costringe radio radicale a ricevere 10 milioni di euro NOSTRI, del POPOLO ITALIANO (da quanti anni?), per diffondere la cultura satanica impacchettata e venduta come “libertà”….
Monsignor paglia e fieno e i pannelliani sono i burattini più servili della velenosa cultura bergogliana della morte.
Ricordiamoci che Bergoglio era il pupillo di un certo cardinal Martini, il cardinale mafioso che chiese per se stesso l’eutanasia.
Forse fuori si puo’ sperare nella vera Misericordia di Dio, ma che io sappia, CHI MENTE E INGANNA I FEDELI DAL TEMPIO DI DIO sarà giudicato in modo molto più drastico e severo da nostro Signore Gesù Cristo Risorto!
Pace e Bene!
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Maurizio Blondet ha identificato semplicemente il vero assassino di quella creatura di Dio, cioè satanaccio e i suoi zombie terreni che vi hanno venduto la cultura della morte come libertà, incluso tra questi zombie monsignor “paglia e fieno” ed il becchino-avvoltoio Cappato….
Pace e Bene!
Tra l’altro, da un pagliaccio-scimmia che dice queste cose cosa ci si puo’ aspettare:
https://www.news-italys.com/blog/2017/02/18/bergoglio-non-importa-andare-a-messa-dio-condanna-chi-fa-i-muri-dove-sta-scritto/
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Strumentalizzazione vergognosa della disperazione di questo ragazzo. Al fine, anche dichiarato di far passare il cosiddetto”Testamento biologico”. A parte il fatto che le Leggi non dovrebbero essere fatte sull’onda di emozioni, perdipiù indotte, cosa c’è davvero nel “Testamento biologico”? Forse qualcosa che può aprire la strada a quello che presentato dapprima come “diritto” poi diventa dovere? C’è infatti un soffio fra diritto e dovere. Dovere di morire per togliersi dai piedi e non dare più fastidio?
Nessuno al mondo può fare questo.
Per quanto mi riguarda l’eutanasia, in qualsiasi modo venga chiamata o camuffata è inaccettabile. Ieri, oggi e domani.
NO al Testamento biologico.
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Tra un po’ dovrebbe partire una petizione di http://www.notizieprovita.it/ per eliminare i 10 milioni di Euro di fondi pubblici regalati alla radio della morte (Radio radicale).
Visto che i terremotati e tanti altri avrebbero davvero bisogno di quei soldi speriamo che il Parlamento agisca presto per cancellare questo VERGOGNOSO spreco di denaro pubblico e ci faccia capire quali poteri forti impongono una simile VERGOGNA!
Qui invece i rapporti tra il partito radicale non solo con l’eutanasia, ma anche con i pedofili, il Parlamento e i carabinieri intervengano, grazie.
http://www.losai.eu/ecco-i-rapporti-tra-il-partito-radicale-e-pedofili/
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Condivido quello che ha scritto Giuliano Guzzo nel link,e questo e’ cio’ di cui si dovrebbe parlare.Per il resto non mi permetto di fare esercizi da anime belle indiscriminati verso tutti quelli la cui vita dipende inesorabilmente dalle macchine e quindi e’ una vita artificiale.Devono sentire nella loro coscienza cio’ che e’ giusto,dato che si tratta di casi diversi ognuno all’altro nell’insieme delle condizioni soggettive e oggettive.Non esiste una linea netta ,se non sbaglio, nell’insegnamento del Magistero,che sia inclusiva di ogni caso. Esistono espressioni generali.Siamo antistoricisti,riguardo alle verita’ eterne,e quindi non accettiamo che si adattino ai tempi.Le cure artificiali invece non sono Verita’ eterne,ma legate alle condizioni storiche,e quindi si chiede ,da parte di chi rifiuta l’eutanasia passiva,che le verita’ eterne si modellino sulle condizioni storiche.Non dico che sia sbagliato,ma sinceramente mi sembra un concetto un po’ chic. Se senza macchine uno muore,c’e’ tutta una gamma di situazioni:dalle piu’ semplici alle piu’ complesse. Se fanno, come fanno, e odiosamente ,emotivita’ calcolata i sionisti,perche’ alla fine sempre quelli sono,non mi piace nemmeno l’emotivita’ dl cattolico soggettivamente intransigente.Pensare che il solo fatto che Dio permetta una sofferenza significa che questa debba essere protratta indefinitamente, in maniera artificiale,significa mi sembra ragionare sul fatto compiuto,che non e’ una logica corretta.Con questa logica del fatto compiuto, Giuda e’ innocente , la colpa e’ di chi muore,non di chi lo ammazza,perche’ doveva comunque accadere.Arriviamo al ridicolo, perche’ oggi in molti ,come cristiani,dovremmo chiedere la “carita’” di tenerci in vita con cure artificiali proprio a chi e’ nostro nemico,coi soldi suoi o di tutti.Esiste una Dottrina sociale della Chiesa che legittima il furto se per condizioni di sopravvivenza,essendo i beni naturali dati da Dio per tutti(vero che san Paolo dice chi non lavora neppure mangi, ma non c’entra niente con questo esempio,lo dico subito). Il lavoro Dio sempre lo paga,almeno spiritualmente,ed e’ sempre possibile, perche’ coincide coi doveri di stato,(minuscola)ma sono fiero,come cattolico,di questa Dottrina sociale,,che sicuramente scoccia ai sionisti reali(non quelli immaginari, perche’ quelli furono e sono ammazzati da quelli reali),ma non so quanto piaccia a quelle ,tra le anime belle, che hanno rabbia o frustrazione da sfogare.Che pero’vorrebbero che tutti fossimo mantenuti attaccati alle macchine per molti anni.Una chiccheria.Ci sono i radical chic, ma anche i clerical chic,e abbondano. Percio’ poesia ed eroismo,si’,e’ bello, ma condanne che non sappiamo se reali o mancate, non spettano a noi,e neanche terrorismo psicologico e morale.A noi semmai,se uno non si sente di sopportare,resta il silenzio e la domanda su perche’ non ce l’ha fatta, ma non il giudizio netto o di qua o di la’.Non spetta a noi,e tanto meno facendo gli chic su cure costose e irreali come se fossero l’ultima delle preoccupazioni. Per la verita’,coi soldi,molti cattolici non brillano,e gli ecclesiastici,notoriamente, nei soldi o sono troppo svegli o troppo addormentati e incapaci. Sanno chiederne, molto meno produrne.Pero’ a parole facciamo i grandi,come se vivessimo sotto il Grande Monarca e il Papa Santo che “addaveni”.Mi viene in mente quella Procura che ,per una sciocchezza di causa civile, da me voluta, dopo aver perso due anni tra rinvii ,voleva farmi prendere l’aereo ,passare l’oceano per andare a testimoniare.Di sicuro allora non avrebbero fatto aspettare tutta la mattina per poi aggiornare la data,perche’ sarei arrivato da oltreoceano.Che “chic”,e io pensavo ai miei nonni,mai stai in aereo,(io solo una volta ,anzi due nello stesso viaggio)e mi chiedevo se avrebbero speso soldi per questo viaggio del cavolo…mi sembrava un insulto,una provocazione.Oggi siamo troppo”chic”,anche i poveri.
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In guerra,nella Campagna di Russia, abbiamo letto che, non potendo portare tutti i feriti, cercavano di prendere quelli che sembravano avere piu’ possibilita’ di sopravvivenza. Non siamo in guerra???Ma se lo diciamo tutti i giorni che siamo in guerra!Allora?dove sta la logica?Sentite, “cattolici” ,fate meno gli chic,ve lo dice un cattolico.Ve la toglieranno la “muscite'” parola genovese, diciamo i capricci,e Dio lo permettera’.O forse puo’ darsi che sono troppo “genovese”? 🙂
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Blondet, lei scrive
“parla di “una società che si rassegna all’impotenza”, non dice una parola di spaventato orrore per un’anima che si è perduta eternamente. ”
E questo, mi permetta, è giudizio temerario, perché non conosce lo stato dell’anima di quel ragazzo (sa che per commettere un peccato mortale occorrono piena avvertenza e deliberato consenso oltre alla materia grave) e soprattutto perche ho pregato per lui la Coroncina della Divina Misericordia, alla quale Cristo ha legato la Grazia della conversione e della perseveranza finale.
Cito le parole di Cristo stesso http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/coroncina-della-divina-misericordia.asp
1) Chiunque reciterà la Coroncina alla Divina Misericordia otterrà tanta misericordia nell’ora della morte – cioè la grazia della conversione e la morte in stato di grazia – anche se si trattasse del peccatore più incallito e la recita una volta sola….(Quaderni…, II, 122)
2)Quando verrà recitata vicino agli agonizzanti, mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso.Gesù ha promesso la grazia della conversione e della remissione dei peccati agli agonizzanti in conseguenza della recita della Coroncina da parte degli stessi agonizzanti o degli altri (Quaderni…, II, 204 – 205)
3) Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e reciteranno la Coroncina nell’ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia li proteggerà in quell’ultima lotta (Quaderni…, V, 124).
Per quanto riguarda la seconda promessa, Santa Faustina ha detto nel diario che Cristo darà la Grazia anche se si prega per un morente che è fisicamente lontano da noi, perciò penso proprio ragazzo si sia salvato.
Perciò stia attento ai giudizi temerari, glielo dico da affezionato lettore.
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Ho pregato per lui l’altro giorno, quando sapevo che stava per morire, avendone dato notizia la televisione.
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Quello che mi fa orrore è che tanta gente dice che è stato giusto questo gesto
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E’ vero che non si può piacere a tutti, ma sappia, caro Blondet, che a me piace. Ho letto: “Oggi è tutto in mano ai medici che, spero, abbiano un po’ di calore per queste persone e non lo facciano per mero mestiere.”
Questo è il mio commento da medico (postato altrove questa mattina di primo acchito):
“Quando la parola “Eutanasia” si riempie di ipocrisia, malafede, opportunismo ed esibizionismo!!!
Colui il quale, affetto da grave malattia in fase di fine vita, per davvero ha deciso di morire, avendone piena coscienza, informata alla verità, già oggi ne ha la piena facoltà. Gli è sufficiente rifiutare tutte le cure sanitarie!
Nel caso odierno che ci viene presentato così pietosamente, ci dicano se siano stati mai rifiutati esami, terapie mediche e chirurgiche, assistenza respiratoria, fisioterapia, nutrizione artificiale etc etc? Penso proprio di no!
Quindi, se così era, mi chiedo come si possa avere giustificare chi esibisce la sua personale sofferenza “urbi et orbi” tramite l’interessato sostegno propagandistico mass-mediatico, solo per imporre opportunisticamente l’ideologia di morte della setta radicale pannelliana, la cui dionisiaca interpretazione della vita prevede il suo massimo godimento libertino, senza alcuna considerazione del bene pubblico e senza nessun limite morale, finchè il corpo riesce a sostenerlo, e poi l’abbandono della vita tramite il suicidio a spese e ad opera della società, quando il corpo non è più utilizzabile per il piacere. Tutto ciò, ben sapendo che tale scelta suicidaria, avendo usufruito comunque delle complesse e costose pratiche mediche, non è per nulla condivisa dai tanti malati nella stessa condizione, malati che con coraggio chiedono di essere aiutati dalla Medicina, che ne ha le facoltà, a poter vivere fino all’ultimo respiro, dignitosamente e con la minima sofferenza possibile. Voglio proprio sperare che non si debbano preparare oltre ai medici ri-animatori, anche dei medici “de-animatori “.
In sintesi, riaffermo, e vorrei che lo dicessero anche medici più autorevoli di me, che la legge permette che si possa volontariamente rifiutare non solo terapie complesse, ma anche la nutrizione e l’idratazione! Chi vuole abbandonare una vita, che ritiene insopportabile, è libero di farlo e nessuno si può opporre. Credo che sia però più umano farlo discretamente, confortato dagli affetti familiari e con l’assistenza medica palliativa. Posso assicurare che in decenni di assistenza ospedaliera mai un paziente mi ha chiesto di morire. Al contrario, mi è sempre stato richiesto un accanimento terapeutico oltre ogni misura. Qui siamo a difenderci dalla setta della morte dei radicali pannelliani. Non comprendo nella loro essenza questa loro volontà eutanasica in fase terminale, così come il loro edonismo libertino ed amorale durante la vita florida. Mi viene in mente la setta dei nicolaiti. Sulla possibilità poi che anche la Chiesa attuale possa un domani prossimo accettare il suicidio assistito, dipende da quanto forte spirerà lo spirito di Pannella!!!
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Ti sei scelto una fine disperata e disperante e quella chiesa che avrebbe potuto un tempo aiutarti a crescere, oggi è fatta da monsignori “di paglia”.
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Gentile Blondet, lei ricorderà un po’ di anni fa un’analoga campagna stampa a favore dell’eutanasia, ad opera proprio dei medesimi giornali, fra cui spiccava il Corriere. E davvero mi stupirei se qualche ingenuo concittadino ancora riesce a credere che i grandi Media italiani si attivano per il nostro bene, per garantirci dei diritti civili…Non dovremo dimenticarci che le mirate campagne stampa del Corriere equivalgono al fuoco di sbarramento dell’artiglieria, che, nella Grande Guerra, precedeva l’assalto della fanteria. Fu così che il Corriere, insieme ad un groppuscolo di politici massoni e di finanzieri, ci regalò Monti.
Ma per ritornare al tema: quando il precedente primo ministro provvide a togliere fondi per l’assistenza ai malati di SLA, i giornalisti del Corriere e degli altri “grandi giornali” italiani si guardarono bene dal sollevare il caso. Il fatto è che l’assistenza ai malati di malattie neurodegenerative, o comunque ai disabili gravi, costa parecchio, ed è questo il problema. Una diffusa cultura dell’eutanasia permetterebbe allo Stato di risparmiare ingenti risorse economiche, che invece adesso deve erogare per l’assistenza a questi malati. La legge in materia, insomma, potrebbe far risparmiare parecchio denaro allo Stato.
Aggiungo un’osservazione, da medico, che credo interesserà i lettori. Al contrario di quanto comunemente si pensa, la patologia che annovera più aspiranti suicidi (60-70% dei casi) non è qualche grave malattia neurodegenerativa, ma una nota e diffusissima malattia psichiatrica (in Italia ne soffrono, secondo alcune stime, addirittura 1,5 milioni di soggetti), ovverosia la Depressione. La frequenza di suicidi è più elevata tra gli adolescenti e gli anziani. Attualmente in Italia un medico che, di fronte alla reiterata richiesta di un soggetto depresso di potersi suicidare, ne agevolasse davvero il suicidio, finirebbe dritto dritto in galera, in altri paesi invece è lecita l’eutanasia anche per la depressione.
Lascio ai lettori le conclusioni…
Cordiali saluti.
Alfred