Dopo 110 giorni dall’inizio dell’incessante guerra israeliana di genocidio, quasi 800.000 civili nel nord di Gaza, sopravvissuti al bombardamento indiscriminato israeliano, ora affrontano la minaccia di morte non per le bombe ma per la fame. “Non più acqua, non più cibo, non più carburante”, scandisce Gantz: “Stiamo combattendo animali umani” – Come dice il Talmud. Ma negli abissi infernali più profondi hanno una pena assoluta a chi nega acqua a un assetato…
110 days into the relentless Israeli war of genocide, nearly 800,000 civilians in northern Gaza who survived the indiscriminate Israeli bombardment now face the threat of death not by bombs but by starvation. Here's the full story.#GazaAirDrop#AirDropAidForGaza #GazaStarving pic.twitter.com/fN7cMsn4Wu
— Quds News Network (@QudsNen) January 24, 2024
Secondo l’organizzazione Save the Children, sono circa 335.000 i bambini a rischio denutrizione. Mentre il genocidio entra nel suo 113esimo giorno, 1,8 milioni di persone sono state sfollate, il bilancio delle vittime ha superato le 26.000 vite umane e Gaza si è trasformata in un cimitero per oltre 10.000 bambini uccisi da Israele.
According to Save the Children organization, there is an estimated 335,000 children at risk of malnutrition.
As the genocide is entering its 113th day, 1.8 million people have been displaced, the death toll surpassed 26,000 human lives, and Gaza has turned into a graveyard for… pic.twitter.com/poSRpZsP5S
— Quds News Network (@QudsNen) January 27, 2024
https://twitter.com/AbuShadhan/status/1750064708927848563
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Sotto gli occhi dell’Occidente – Muto
Non una parola sui 10.000 bambini palestinesi uccisi. Non una parola di compassione per le migliaia di altri bambini che mendicano l’acqua. I bambini di Gaza chiedono acqua, tendono un contenitore di fortuna per elemosinare qualche goccia d’acqua. i maestri dell’Occidente non hanno compassione, né empatia. Rimangono impassibili. Il primo bisogno è bere, il primo atto di solidarietà umana è dare da bere all’uomo assetato. Abbiamo dovuto aspettare che la civiltà degli Stati Uniti e di Israele proibisse alla popolazione di Gaza, ai bambini di Gaza, di bere. Gli Stati Uniti chiedono “la libera circolazione delle merci nel Mar Rosso”, ma la consentono a Gaza, e la UE quando difende “i diritti umani” intende quelli LGBtQ ? E hanno l’audacia di definire “pirati” gli Houthi, che sono venuti da soli in aiuto di Gaza. E parlano senza vergogna di “valori occidentali”, “missione dell’America”, “asse del bene”…diritti umani, non discriminazione..
Nel suo discorso sobrio davanti alla Corte internazionale di giustizia, Blinne Ní Ghrálaigh, un avvocato irlandese che parla a nome del Sud Africa, ha dichiarato: “Questo è il primo genocidio nella storia in cui le vittime trasmettono la propria distruzione, in diretta, in diretta. nella speranza, per ora vana, che il mondo faccia qualcosa (…) Tutti dovrebbero inorridire e vergognarsi”. Queste parole risuoneranno fino alla fine dei tempi.
Fino ad ora, assassini e genocidi hanno agito in segreto o in isolamento, lontano dagli occhi. Immaginiamo semplicemente che un assassino, o un gruppo di assassini, abbiano commesso il loro crimine davanti a testimoni silenziosi e passivi. Cosa direbbe la giustizia, ma soprattutto la coscienza di questi testimoni silenziosi e passivi? E’ quello che sta succedendo adesso. A Gaza si uccide davanti ai nostri occhi, notti e giorni, e ogni giorno si ricomincia, e dobbiamo alzarci la mattina con questo nodo alla gola, con l’idea di ritrovare questo massacro che continua freddamente, sistematicamente , senza liberazione, senza pietà, senza pietà. È invivibile, è impossibile conviverci e lo stiamo vivendo. Potremmo superare tutto questo senza rimanere segnati per sempre?
par Djamel Labidi
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Giornata della Memoria Corta….