La signora Salis ha accumulato finora un considerevole numero di denunce, è stata coinvolta in 5 o 6 processi, ha ricevuto decine di segnalazioni alla polizia e attualmente si trova a rischiare, secondo la legge italiana, un anno e nove mesi di reclusione, che naturalmente non sconterà nel nostro Paese poiché al di sotto della soglia minima prevista per l’effettiva detenzione.
Tuttavia, la situazione si complica considerando che la legislazione ungherese riguardante i presunti reati commessi dalla signora Salis a Budapest è molto meno indulgente rispetto a quella italiana. In caso di condanna con eventuali circostanze aggravanti dovute alla sua recidiva, potrebbe essere condannata a oltre 20 anni di prigione. È cruciale considerare il contesto.
Dove in Italia una donna potrebbe mostrare il seno pubblicamente ottenendo applausi dai presenti, lo stesso gesto in Arabia Saudita o in Iran potrebbe comportare conseguenze drastiche come l’amputazione degli stessi. Ogni paese ha le proprie leggi e pene… E temo che questa volta la signora Salis si sia trovata in una situazione estremamente difficile. Nutro il fondato sospetto che non uscirà indenne da questa vicenda.
Nel frattempo, il Partito Democratico sembra intenzionato a candidarla al Parlamento europeo ma tale soluzione potrebbe non essere definitiva. Nel caso di una condanna, l’immunità parlamentare copre solo il periodo dell’elezione; al termine del mandato la pena resterebbe da scontare. Inoltre, se dovesse tornare in Italia, l’Ungheria potrebbe richiederne l’estradizione scatenando non poche complicazioni legali.
La questione ha suscitato grande interesse mediatico sia in Italia che in Ungheria. Attualmente i cittadini ungheresi esigono giustizia e anche se precedentemente si sarebbe potuta risolvere discretamente la situazione, ora che i media hanno amplificato il caso e il PD ne ha fatto una bandiera politica, diventa impossibile agire nell’ombra. Le azioni della Boldrini e dei parlamentari italiani che si sono recati a Budapest hanno solo contribuito ad alimentare ulteriormente la confusione, come spesso accade nelle situazioni delicate come questa.