Quel che è giusto è giusto. Non solo Salvini s’è rifiutato alla menzogna, ma anche quest’altro politico di primo piano, Paolo Romani, un berlusconiano e un giornalista.
A questo punto si pone una domanda: perché “a sinistra” non c’è un esponente politico che li abbia imitati? Gentiloni con tutto il governo hanno abbracciato la menzogna assassina e calunniosa che l’autore dell’attacco al gas sia Assad, giustificando il crimine internazionale Usa – l’aggressione di uno stato legittimo, rappresentato all’Onu, senza mandato internazionale. Mogherini, Merkel, Hollande hanno fatto lo stesso. Né Boldrini né Botteri hanno espresso un dubbio.
Perché i “grandi giornali” progressisti, organi della borghesia illuminata, hanno sposato la menzogna? Perché non hanno capito che era il momento indicato dal Solgenicyn: “ IL RIFIUTO DI PARTECIPARE PERSONALMENTE ALLA MENZOGNA. Anche se la menzogna ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto, su un punto siamo inflessibili: che non domini PER OPERA MIA”.
Io ritengo che non sia un caso. La sinistra non ha mai sentito la verità come un tema morale personale, di coscienza. Di fronte a una notizia, non si pongono la domanda: “E’ vera?”, ma la domanda: “Ci conviene?”. Questo risale al tempo in cui erano marxisti-leninisti: allora chiamavano la menzogna “verità rivoluzionaria”. Adesso è diventata “Per stare al potere, attacchiamo l’asino dove vuole il Padrone”. Huius mundi, ovviamente.