A passi da sonnambuli verso la guerra in Europa. Nucleare. Tattica. Limitata

Ottocento commandos britannici saranno dispiegati in Norvegia dall’inizio dell’anno prossimo…, dove raggiungeranno truppe olandesi e americane già sul post  una presenza che sarà continuativa in inverno per almeno un decennio, ha annunciato il segretario alla difesa Williamson.  Il motivo addotto è  l’intensificarsi dell’attività dei sottomarini russi, molto vicina ai livelli della guerra fredda”.  E’ difficile capire cosa truppe di terra possano  servire contro l’attività dei sottomarini russi,  a meno che non si paventi una invasione della Norvegia da parte di Mosca –  ipotesi della cui fondatezza non so giudicare.

https://www.zerohedge.com/news/2018-10-07/uk-sending-800-troops-arctic-target-russia

Ma è un ordine di idee che deve frullare lassù al Nord, se il maggio scorso il primo giornale svedese Svenska Dagbladet, di punto in bianco, ha pubblicato un articolo per spiegare che invadere la Russia sarebbe “un incubo militare”: “Chiunque consideri l’idea di invadere la Russia deve essere preparato ad ogni tipo di terreni, montagne desolate, paludi impenetrabili, tundre gelate…”.

https://www.rt.com/news/427223-russia-invasion-sweden-military/

Qualcuno deve aver “considerato”  l’invasione, se il giornale svedese ha  ritenuto opportuno ed attuale l’avvertimento.

L’accelerazione di simili iniziative militari è tale, da non poter più parlare di provocazioni contro la Russia,  ma di qualcosa che si avvicina alla preparazione di una guerra – in Europa.

Non più tardi del 3 ottobre, l’ambasciatrice USA alla Nato, Kay  Bailey Hutchison detta  teneramente nell’ambiente  Mamy (ha 75 anni), ha detto che se Mosca avesse dispiegato i suoi missili 9M729, che Washington accusa (senza indizi) di  violare  il trattato INF del 1987, gli USA avrebbero “eliminato” quei missili portatori di possibili ogive nucleari; “i russi sono avvertiti”. Poi ha precisato che “non voleva intendere di un attacco preventivo   alla Russia”,  ma è proprio quello che  – col massimo allarme –  hanno inteso a Mosca.

http://www.portaledifesa.it/index~phppag,3_id,2567.html

“Studieremo la possibilità di eliminare questi missili capaci di colpire  qualunque dei nostri alleati” in Europa, ha detto Mamy: il verbo usato (take out),  non lascia dubbi. Tanto che da Mosca sono venuti consigli ad evitare ogni possibilità di conflitto, perché in caso di attacco contro le batterie di questi missili, un attacco contro le batterie Usa in  Romania e Polonia diverrebbe  una necessità strategica”.

“Blocco navale contro  il gas russo”

Questa minaccia  è stata preceduta, il 30 settembre, da quella del segretario agli interni americano, Ryan Zinke: che, contro il Gas Stream 2  che raddoppierà le forniture di Mosca alla Germania,  ha proposto non più e soltanto altre sanzioni contro la Russia per impedirle di vendere il suo gas e petrolio all’Europa occidentale,  bensi   “un blocco navale”  :

“Gli Stati Uniti hanno la capacità, con la loro marina, di mettere in sicurezza le rotte, e se necessario, di  attuare un blocco per  assicurare che [le esportazioni di energia russe]  non raggiungano i loro mercati”.

Ciò che ha indotto il senatore Alexei  Pushkov ad avvertire Washington: “Un blocco americano imposto alla Russia equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra in base al diritto internazionale”.
Nel frattempo,  gli USA rafforzano la  loro presenza militare in Europa,  in risposta a quel che vedono come il doppio gioco tedesco nel suo avvicinameno economico alla Russia. Donald Trump aveva detto a luglio, all’Onu: “La Germania è completamente controllata dalla Russia,  prigioniera della Russia”.

In Italia,  È iniziato in questi giorni il taglio di 937 alberi per fare spazio alla progressiva costruzione di una linea ferroviaria di un paio di chilometri che arriverebbe nel cuore della base. L’obiettivo è offrire un mezzo in più per spostare armi e munizioni all’esterno e all’interno della base. La ferrovia verrà poi affiancata da un rinnovato ruolo del canale dei Navicelli che attraversa il territorio della base, collegandola per via d’acqua al porto di Livorno” 

https://it.sputniknews.com/opinioni/201809266548973-immenso-arsenale-usa-in-italia/

in Grecia, dove “Gli Stati Uniti stanno rafforzato la propria presenza militare…Inoltre, secondo il Partito comunista greco, intendono immagazzinare armi nucleari presso un aerodromo di Araxos, nel Peloponneso, malgrado le autorità greche siano contrarie””

https://it.sputniknews.com/mondo/201810046587021-grecia-centro-addestramento-nato/

Forze Usa in Europa.

in Polonia,  che costruirà  a sue spese un Fort Trump,  per  3500 soldati Usa permanenti o a rotazione, una ospitalità per la quale  ha stanziato 245  milioni di dollari”.  Un insieme di rafforzamenti che hanno l’aria di controllare la Germania  non meno che “Il nemico”, quasi una nuova  occupazione, in risposta preventiva alle velleità  tedesche di “prendere in mano il  proprio destino”

Il rafforzamento avviene anche al difuori della NATO  e in modo  poco visibili (in Ucraina 250 soldati della Guardia Nazionale dell’Oklahoma (sic) addestrano i soldati ucraini che poi vanno a provocare in Donbass).

Fuori dall’Europa, in risposta al  dispiegamento delle  quattro batteria S-3000 alla Siria  – e soprattutto,  nella base russa Khmeimim,  dei nuovi sistemi-radar   Krasukha-4, “che può neutralizzare satelliti spia e radar terrestri e aerei,  bloccare i sistemi di comunicazione, disabilitare i missili e gli aerei guidati e neutralizzare i satelliti e i radar di orbita della Low-Earth Orbit (Awacs) a distanze di 150-300 km, che coprono il nord e il centro di Israele”, gli Usa hanno mandato un numero imprecisato di F.35,  il costoso aereo “invisibile”, che i russi vedono  bene:  ma si tratta non di sventare un conflitto ma di segnalare che nel conflitto c’è adesso l’intervento  diretto, a fianco di Israele, dell’aviazione americana – ed abbattere un F-35 è facile, ma da guerra mondiale se porta le insegne USAF.

https://www.debka.com/us-to-give-israel-more-f-35s-to-face-s-300s-deploy-a-squadron-in-emirates/

https://www.armscontrol.org/sites/default/files/files/documents/DCC_1804018_FINAL.pdf

Desacralizzazione del  pericolo atomico

In aprile esperti del controllo degli armamenti americani, europei e russi hanno avvertito che i rispettivi arsenali nucleari delle due superpotenze stanno per tornare  senza controlli incrociatied internazionali, per la prima volta dal 1972,  perché stanno per scadere accordo  che non sono più rinnovati, ed hanno suggerito “misure urgenti per scongiurare  “una nuova corsa al nucleare e pericolose errori di calcolo”.

https://www.theguardian.com/world/2018/apr/17/us-russian-nuclear-arsenals-treaty-expire-unconstrained

Secondo Meyssan,  l’Arabia Saudita avrebbe usato armi  nucleari tattiche contro lo Yemen; le ha acquisatto da ISraele “privatamente”.

(Thierry Meyssan  –  Sous nos yeux – du 11-septembre à Donald Trump, éditions Demi-Lune, collection Résistances, -Mars 2017), p.219-220 )

E’ un insieme di movimenti  e  affermazioni che fa dire a Philippe Grasset di Dedefensa, dalla sua esperienza oltre  mezzo secolo di osservatore ed analista militare  con buone fonti nell’Alleanza , di una banalizzazione del rischio nucleare da parte delle mentalità occidentali.  Più precisamente la  sua “desacralizzazione”: quella coscienza di aver suscitato forze sacre e contemporaneamente d’aver commesso un sacrilegio (nell’accezione pregnante  del latino Sacer), che  all’assistere della prima esplosione atomica  il 17 luglio 1945 ad Alamogordo,   portò spontaneamente sulle labbra   di Oppenheimer  la citazione del  Bhagavad Gita: “Ora io sono il Distruttore dei Mondi, io sono la Morte”, e   la luce accecante,  il verso sulla “luce di mille soli” – e al fisico Kenneth Bainbridge il sussurro: “Adesso siamo tutti figli di puttana”.  Per la cronaca, quella prima Bomba fu chiamata Trinity.

Il solo che ha  conservato questo sacro orrore sembra essere Putin. Nell’aprile scorso, di fronte a domande sulla prontezza della Russia ad usare le armi atomiche strategiche se aggredita, ripose: “Sarebbe una catastrofe assoluta per il mondo intero e l’umanità. Ma in quanto cittadino russo e dirigente russo, mi pongo la domanda: che senso ha questo mondo, se non c’è più la Russia?”

Per contro,  “il più gran numero  di strateghi Usa pensano che  un conflitto in Europa, soprattutto un conflitto nucleare tattico come le loro dichiarazioni fanno capire, possa restare confinato in Europa”.  Una constatazione terribile, che Grasset situa al punto terminale dell’abolizione del sacro in Occidente.  Hanno perduto “la percezione del  sacrilegio – e la perdita del sacro porta necessariamente la perdita del senso di  possibilità  della catastrofe, minaccia cosmica che  implica il fatto nucleare…”.

http://www.dedefensa.org/article/glossaire-dde-le-nucleaire-postmoderne