PAOLO SENSINI – Perché tanto chiasso sull’assunzione di Sofri a consulente ministeriale per la riforma del carcere? In fondo l’unico a essere rimasto “a piede libero” è solo lui, perché gli altri suoi compagni dirigenti di Lotta Continua ricoprono tutti cariche di primo piano nella politica, nell’editoria, nell’infotainment, nel giornalismo, nella burocrazia centrale e periferica, nelle banche e in altri settori cruciali. Il loro motto era: “Avanti Popolo alla riscossa…”, e loro la “riscossa” ce l’hanno avuta eccome. Poi Sofri, ricordiamolo, mica era uno qualsiasi, ma il capo supremo dell’organizzazione. Ha avuto solo un lieve infortunio giudiziario “sanato” dopo 7 gradi di giudizio, caso unico nella storia della Repubblica, ma dei 22 anni di carcere da scontare è stato presto esonerato. Ora merita di essere risarcito a spese dei contribuenti, perché la “solidarietà tra compagni” non è una parola vuota e Sofri ha ancora tanto da dare. Ma soprattutto da ricevere. La lotta continua.
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