E sono una forza notevole.
Repubblica la mette così:
Alemanno e il sogno di scavalcare Meloni a destra: “Se il Governo continua così in autunno lancio un nuovo movimento”
Naturalmente è fin dall’inizio falso chiamare “di destra” un convegno che ha visto Fusaro e Barra Caracciaolo…
Parte del testo del giornale neocon, atlantico, vaccinista e ora Climatico:
“Possiamo dire che siamo scesi dal carro dei vincitori”, ha detto l’ex sindaco di Roma ed ex ministro dei tempi di Berlusconi. “C’è chi sale e c’è chi scende quando vedi che il carro del vincitore non va nella direzione giusta. E questa è la sensazione netta che noi abbiamo avuto in questo anno, prima ancora delle elezioni, e purtroppo si sta confermando. Io condivido tutta la speranza sul cambio di linea politica da parte del governo, sarebbe un disastro se questo governo andasse a sbattere e dovesse arrivare un nuovo governo tecnico imposto dall’alto”, ha proseguito Alemanno nel suo intervento di chiusura, trasmesso su Facebook, a ”, evento a cui hanno preso parte oltre 30 associazioni. “Però abbiamo il dovere di dire le cose come stanno con voce chiara e ferma, e siccome non c’è spazio nei partiti per dire quello che si pensa, siamo qua fuori dai partiti a dire come la pensiamo e a dire che se le aggregazioni saranno adeguate, e se dall’interno del governo di centrodestra non ci ascolteranno e continueranno su questa strada, noi in autunno siamo pronti a lanciare un movimento politico. Questa volta non ci saranno compromessi. Garantisco, ci metto questa faccia, che questa volta non torneremo indietro”.
Sgarbi, Fusaro, Pillon
“Colonnello” ai tempi di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, Alemanno ha scritto, nei giorni scorsi: “Rappresentano la destra diffusa, e i mondi del dissenso che vogliono cambiare l’Italia, liberarla da ogni sudditanza e ridare dignità e lavoro a tutti i cittadini”.
Alla riunione di Orvieto, hanno partecipato personalità come Vittorio Sgarbi (in videocollegamento) e il filosofo “dissidente” Diego Fusaro, ma anche Ugo Mattei, una delle voci contro l’obbligo vaccinale, il green pass e l’invio di armi in Ucraina, l’ex senatore della Lega Simone Pillon, campione dei Family day, così come gli europarlamentari del partito di via Bellerio Antonio Rinaldi e Marco Zanni.
“Per non morire americani” […]
Qui un resoconto di uno che c’era:
A Orvieto scende in campo l’intelligenza e se son rose…
di Nicola Cospito
Sala piena e affollata nella due giorni di Orvieto che ha visto scendere in campo nell’ultimo fine settimana di luglio le forze deluse dalle scelte del governo di Giorgia Meloni, soprattutto in politica estera con lo sciagurato invio di armi all’Ucraina, la sudditanza agli Stati Uniti di Biden e l’accentuata dipendenza dalla burocrazia finanziaria di Bruxelles. Il convegno che si è svolto nell’ampio e suggestivo salone del Palazzo del Capitano del Popolo è stato organizzato da Gianni Alemanno che già da tempo, con svariate iniziative soprattutto contro il coinvolgimento dell’Italia nel conflitto ucraino, ha saputo aggregare intellettuali e militanti politici di svariata provenienza e a coinvolgere figure di grande spessore che hanno ricoperto incarichi importantissimi sia nelle Forze Armate che nella società civile. Il Convegno, intitolato “Orvieto ‘23 forum dell’indipendenza italiana, Un movimento per l’Italia”, introdotto dal saluto del rappresentante del sindaco di Orvieto e dall’intervento di Alemanno che ne ha indicato il percorso e le finalità, ha visto il susseguirsi di diverse tavole rotonde su temi impegnativi e di forte attualità come “Sussidiarietà e crisi della politica”, “E’ l’Europa che ce lo chiede”, “In difesa dell’umano” “Per non morire americani”, “Verso un mondo multipolare”
L’evento si è arricchito anche di due assemblee aperte che hanno consentito un dibattito libero e fertile e della presentazione del libro di Francesco Borgonovo, presente l’autore, “Guerra senza fine”. Molte le cose che sono state dette e i rilievi mossi al governo, criticato per la sua eccessiva acquiescenza all’Unione Europea e alla NATO, ragione per la quale di certo poco ha a che vedere con la sovranità e la difesa degli interessi nazionali.
Basti pensare all’atteggiamento sostanzialmente passivo che lo contraddistingue di fronte alle manovre di Christine Lagarde che in nome di una poco convincente lotta all’inflazione, sta aumentando a raffica i tassi di interesse, creando non pochi problemi ai ceti più bassi del nostro paese che devono combattere quotidianamente con l’aumento dei mutui e dei prezzi al consumo di tutti i generi alimentari.
In una Italia ormai ossessionata dalla difesa di improbabili diritti civili, sono i diritti sociali ad essere calpestati ogni giorno. Sulle cause della crisi economica e della disoccupazione si sono soffermati con grande competenza Luciano Barra Caracciolo, Presidente di sezione del Consiglio di Stato, il Professore Eugenio D’Amico, ordinario di Economia aziendale all’Università Roma Tre, Diego Fusaro, Antonio Rinaldi e Marco Zanni, Eurodeputati del gruppo Identità e Democrazia.
In particolare Diego Fusaro ha sottolineato i vincoli micidiali che legano l’Italia all’Unione Europea, una barca alla deriva che rischia di affondare con gravi conseguenze per chi non riuscirà a mettersi in salvo per tempo. E’ urgente recuperare il prima possibile la sovranità, in particolare quella monetaria, senza la quale non c’è vera e effettiva libertà. Se già ne aveva parlato nel suo intervento Gianni Alemanno, sul tema del mondo multipolare che va a delinearsi sull’onda dei nuovi assetti geopolitici, si è soffermata l’attenzione di Massimo Arlechino, Presidente del Comitato Fermare la guerra, che ha coordinato il dibattito al quale hanno partecipato il Generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini, già responsabile del Comando Operativo di vertice interforze e Comandante della Brigata dei Paracadutisti Folgore, Marco Carnelos, già ambasciatore in Iraq e Hanieh Tarkian, analista geopolitica e docente italo iraniana di Studi Islamici. Tutti hanno sottolineato con grande lucidità i gravi rischi cui il governo Meloni sottopone l’Italia con il suo atlantismo smisurato e irragionevole e la perfida malafede del leader ucraino Zelenski che con le sue manovre irresponsabili come il lancio dei missili sul territorio polacco, ha messo e continua a mettere in pericolo la pace mondiale. Cosa ribadita ampiamente anche nella presentazione del libro di Francesco Borgonovo.
Al di là della cronaca e degli interventi, va comunque sottolineato lo spirito del Convegno che di fatto ha tracciato un percorso destinato ad essere foriero di sicuri sviluppi interessanti sulla scena politica italiana. Il progressivo spostamento al centro del governo Meloni ha infatti aperto uno spazio politico alla sua destra che potrebbe essere rapidamente occupato da chi saprà muoversi con intelligenza e determinazione. Come insegna la sociologia, una volta messi in moto dei meccanismi, nella dinamica dei gruppi emergono fatti e situazioni che obbediscono a leggi spontanee e autonome.
Come si dice, da cosa nasce cosa.
Non a caso il 29 e il 30 luglio sono stati presenti a Orvieto elementi di gruppi e formazioni tra le più diverse, militanti di valore facenti parte della enorme galassia di microcomunità, case editrici, librerie e centri culturali che hanno preso da tempo le distanze dal partito di Giorgia Meloni, considerato ingessato al proprio interno, paralizzato e chiuso ad ogni dissenso sia pure costruttivo, avvitato su se stesso senza un effettivo progetto di cambiamento, senza una scuola di formazione capace di elaborare e veicolare idee nuove e tali da avviare quella svolta che il popolo italiano si attendeva con le elezioni del 25 settembre 2022 e che non c’è stata. Questi gruppi potrebbero costituire, nel caso si dovesse riuscire a mettere in piedi un autentico magnete, una struttura solida e robusta di un movimento politico aperto ad ogni contributo positivo e capace di porsi come nuova realtà trasversale, capace di andare oltre i vecchi schemi e le vecchie formule di una destra, di un centro e di una sinistra ormai desuete e che non sono capaci di cogliere i veri mutamenti in atto nella società civile.
E questo è quanto è emerso in maniera “prepotente” dalle analisi e dalle parole che sono state spese nella due giorni di Orvieto, grazie alla presenza di intelligenze vivaci e creative che, valorizzate come meritano, possono ridestare in Italia la speranza di una vera rinascita all’insegna di una indipendenza nazionale autentica e non fittizia.
Nicola Cospito
Quanto a Repubblica Climatica, ecco come si sforza di reggere il bordone alla Recita: