A Milano s’è tenuta domenica sera la processione al Sacri Cuore; processione di riparazione contro le bestemmie e le profanazioni del GayPride. Un’amica che ha partecipato manda le sue impressioni
Antonella Brizzolara
A dire la verità anche se l’intento era la partecipazione sincera al rosario, sono stata molto distratta durante la processione. Animata dallo spirito militante, la processione si è svolta sotto gli sguardi curiosi e a volte irridenti degli astanti che impugnavano cellulari per immortalare così strana manifestazione. Camminavo sotto lo stendardo di San Michele Arcangelo che ha inciampato un paio di volte nelle rotaie del tram. Un po’ di malinconia per la sfilata che poteva essere imponente ma non lo era nemmeno lontanamente. Giunti in prossimità della piazza del Duomo ho avuto una bruttissima sensazione. La cattedrale era parzialmente nascosta da un’ ENORME parallelepipedo nero che precludeva lo sguardo più oltre. Si poteva scorgere solo la parte alta del Duomo e la Madunina che vegliava lassù ben al di sopra delle installazioni della piazza allestite per il concerto di Fedez. Poi siamo entrati come in un tunnel nero passaggio obbligato per giungere a Palazzo Reale metafora del percorso stretto e ottenebrato della Chiesa che è stretta come in un imbuto prima di giungere alla liberazione.
Il pensiero certo era rivolto al fatto che se fossimo stati di più avremmo avuto un maggiore impatto sul pubblico. Ma poi ho pensato che non eravamo lì a sfilare per un pubblico, ma per Dio il quale, spero, abbia accolto le nostre preghiere per intercessione della Mia bella Madunina che si stagliava alta splendente nel cielo della sera. Alla fine tutti noi avevamo formato un largo cerchio con al centro il sacerdote che guidava la preghiera e quando iniziò il canto mariano conclusivo tutti, anche quelli del cerchio che vi volgevano le spalle, si voltarono istintivamente verso la guglia più alta per volgere l’accorata preghiera alla Madunina.
Dietro a noi la Digos e davanti, all’estremità dello spiazzo prospicente Palazzo Reale, i Carabinieri che si voltarono anche loro inseguendo il moto di noialtri a fissare la Vergine fino allo spegnersi del canto.
Me ne sono andata mentre l’amica Giulia ripiegava la sua bandiera azzurra della Madonna e gli stendardi venivano arrotolati e riposti. Il vero impegno inizia ora, ho pensato mentre attraversavo il sagrato del Duomo, occupato in parte dal parallelepipedo, gremito da una folla giovane e spensierata forse ignara di calpestare lo spazio sacro antistante la Cattedrale di Milano dove tanti bivaccavano, fotografavano, scherzavano…. Perché al sentire combattivo si sostui in me un sentimento di tristezza? Lo sguardo si posò per un attimo sul parallelepipedo e capii che non dovevo cadere nel tranello:
dovevo andare oltre e affilar le armi dello spirito e imbracciar lo scudo della Verità. Insieme agli altri combattenti s’intende.
Alle armi!