Roberto PECCHIOLI
Il principale ostacolo alla comprensione del presente è l’umanità stessa, riconfigurata dalla sua stessa arroganza di scimmia intelligente. Leggiamo su un libriccino di aspiranti debunkers (quelli che smascherano finti complotti e cospirazioni, additando alle terapie psichiatriche chi non crede alla versione ufficiale) che opinioni simili a quelle che state leggendo sono “mascherate menzogne con lo scopo criminale di far leva sull’emotività delle masse, intercettando i più radicati e irrazionali pregiudizi. Lo scopo ultimo è la coltivazione di bias cognitivi, ossia distorsioni della valutazione causate dall’acquisizione di dati non veri. “De te fabula narratur, il capovolgimento proiettivo è compiuto: parlano di se stessi, convinti di attaccare l’avversario.
Il primo a dare l’allarme fu Tocqueville nel secolo XIX: in democrazia si lascia il corpo per attaccarsi all’anima, ovvero la violenza diventa indiretta, obliqua. Lo ribadisce Aldous Huxley. Alla luce di quanto abbiamo imparato sul comportamento animale in generale e umano in particolare, è diventato evidente che il controllo delle attitudini non conformi è meno efficace rispetto al rafforzamento delle condotte soddisfacenti per mezzo di ricompense. Nell’insieme, il terrore rende meno della manipolazione non violenta dell’ambiente, dei pensieri e dei sentimenti dell’individuo. In psicologia è detto rinforzo (positivo o negativo) lo stimolo preventivo teso a provocare una risposta comportamentale voluta. Crediamo ancora al fantasma della libertà? Tecniche, sempre tecniche – il più freddo dei mostri freddi (Nietzsche) – applicate alla manipolazione individuale e collettiva.
Con buona pace dei benpensanti certi che i “segni dei tempi” non siano determinati da alcuno (in fondo è un pensiero magico…), aumenta a dismisura il potere burocratico e organizzativo che Bertrand de Jouvenel chiamava Minotauro. La differenza rispetto al modello è la privatizzazione: il Minotauro- mostro feroce con corpo di uomo e testa di toro- non è lo Stato, ma la governance globale dell’oligarchia privata: multinazionali, giganti tecnologici, padroni del denaro, poche centinaia di soggetti e di famiglie, i Governatori.
Eugenetista come il fratello Julian, Aldous Huxley enuncia un’altra triste verità: il declino dell’intelligenza, oggi confermato e conosciuto come effetto Flynn, dal nome dello scienziato neozelandese che ha dimostrato il declino intellettivo dei popoli occidentali. “Malgrado le nuove droghe –miracolo e i trattamenti più efficaci (si potrebbe dire, in un certo senso, grazie ad essi) la sanità fisica delle masse non migliorerà, anzi sarà accompagnata dal declino dell’intelligenza media”. Infatti deridono con la protervia degli sciocchi chiunque smentisca il loro universo rosa.
La società contemporanea rende l’uomo un automa che paga la sua sconfitta esistenziale con disagi mentali, spirituali e psicologici e con un’angoscia dissimulata nella frenesia dell’attivismo continuo e del preteso piacere. Huxley si avvicina a René Guénon nella constatazione della nullità dell’uomo moderno, il suo anonimato nel regno della quantità. Milioni di atomi umani anormalmente normali vivono senza storia in una società in cui non sanno essere pienamente umani e si attaccano all’illusione dell’individualità. Depersonalizzati, la loro conformità evolve in uniformità dopo aver raggiunto l’equivalenza delle nullità. Riaffiora l’ impulso elitario: “le comunità organiche di ieri si trasformano in termitai di insetti socializzati. La pressione della sovrappopolazione e dell’evoluzione tecnica accelerano quel movimento.”
La conseguenza è la tendenza fortissima verso una società-obitorio: aborto libero e gratuito, eutanasia, contraccezione, accompagnati dalla rimozione sconcertante della morte. Il reverendo Malthus, economista compassionevole turbato dalla sorte del proletariato della prima rivoluzione industriale, sale al potere. In Francia, il presidente Macron ha enfatizzato la legge che offre anticoncezionali gratuiti alle giovani: la terra del tramonto accelera la sua fine rifiutando di riprodurre se stessa. Scoprirà la prossima generazione quali sono gli effetti della terapie geniche sotto forma di iniezione antivirus.
L’organizzazione totale, diventata morale sociale, descritta da William Whyte (L’uomo dell’organizzazione) ha sostituito il principio del primato della Persona. Le parole chiave sono quelle della nostra quotidianità: adattamento, comportamento sociale e antisociale, integrazione, acquisizione di tecniche, lavoro di squadra. E’ un meccanismo che la fa finita con il cristianesimo. Lo intuisce l’Huxley parzialmente pentito del Ritorno al Mondo Nuovo: “Cristo aveva torto affermando che il sabato è stato fatto per l’uomo. Al contrario, nel mondo dei Governatori e degli organizzatori sociali, l’uomo è fatto per il sabato “, ossia per una vita eterodiretta, l’assenza travestita da vacanza e piacere.
Il futuro indolore del dominio è programmato: “Nelle dittature più efficaci di domani, ci sarà senza dubbio molta meno forza dispiegata. I sudditi dei futuri tiranni saranno irreggimentati senza dolore da un corpo di ingegneri sociali altamente qualificati. “Huxley annuncia un nuovo Medioevo, non quello evocato da Guénon, né quello della rinascita spirituale cui fece appello il russo Nikolaj Berdjaev, ma un neofeudalesimo raccapricciante in cui ai servi della gleba postmoderni è vietato tutto, a partire dal libero movimento, la proprietà del corpo fisico.
La propaganda del potere, sulla scia di Edward Bernays, nipote di Freud inventore della pubblicità moderna, presenterà tesi “contraffatte, falsificate o troncate, eviterà gli argomenti logici e cercherà di influenzare le sue vittime con la semplice ripetizione di slogan, la furiosa denuncia di capri espiatori, l’associazione machiavellica delle passioni più vili con i più alti ideali, l’esaltazione degli impulsi più bassi. “Nessuna cospirazione: è tutto alla luce del sole, nulla che non possiamo verificare ogni giorno. Ce n’è anche per la libertà di stampa, diventata industria dell’informazione, che “non si occupa né del vero né del falso, ma dell’irreale e dell’irrilevante. “Conta solo l’ansia di distrazione e soddisfazione immediata, come ai tempi del latino Giovenale. Panem et circenses.”
La vita è distrazione ininterrotta, inframmezzata dalla propaganda. Probabilmente, è addirittura il contrario: la televisione e la rete sono Grand Guignol in cui la pubblicità non si limita a vendere prodotti, ma disegna, crea, impone valori, modi di vita, modelli sociali e familiari. La programmazione normale è la cassa di risonanza della pubblicità. Provino i meno giovani a immaginare se venti-trent’anni fa avremmo sopportato la quantità e pervasività dei messaggi pubblicitari, dei “promo”, delle stucchevoli “comunicazioni istituzionali”. Benedetto il tempo di Carosello, preistoria della pubblicità. Il mezzo, davvero è il messaggio (M. Mac Luhan).
“Oltre alla radio, agli altoparlanti, cineprese e rotative, il propagandista contemporaneo può avvalersi della televisione per trasmettere non solo la voce, ma l’immagine del suo cliente e registrarla su nastri magnetici. Grazie ai progressi tecnici, il Grande Fratello ora è onnipresente quasi quanto Dio. “E non aveva sperimentato l’arma letale della Rete e dei media sociali. “E’ stato svolto un lavoro considerevole nella psicologia applicata e nella neurologia, i campi d’elezione del propagandista, dall’indottrinatore, del lavandaio del cervello. “Bernays, il padre della manipolazione psicologica, diffuse il fumo tra le donne attraverso una campagna a favore dell’emancipazione femminile. In tutti i messaggi, in ogni filmato, appariva una donna in carriera con la sigaretta in bocca o nelle mani. Attraverso la manipolazione di forze nascoste, gli esperti di pubblicità fanno acquistare i loro prodotti, indifferentemente un dentifricio, una marca di sigarette, un candidato politico, un sistema di valori.
Le tecniche di comunicazione – il termine “neutro” ha sostituito la più franca propaganda- hanno fatto passi da gigante. E’ nota la capacità di condizionamento di messaggi subliminali che sfuggono al controllo e al giudizio conscio. La psicologia, la programmazione linguistica, le neuroscienze sono state poste al servizio del Dominio.
Vance Packard fu il primo “debunker” del sistema. Così scriveva ne I Persuasori Occulti (1956) : “non compriamo più arance, ma vitalità. Non compriamo auto, ma prestigio. Con vodka e whisky non compriamo alcool, ma cordialità, legami, calore, sicurezza. Il libro più venduto del mese ci assicura per pochi soldi cultura e la graditissima invidia dei nostri vicini meno intellettuali.”
Huxley comprese l’immenso potere che il Dominio avrebbe assunto sulle generazioni. “Giovani e bambini sono estremamente sensibili alla propaganda. Inesperti del mondo, sono assolutamente ignari, il loro pensiero critico non è ancora sviluppato; i più piccoli non hanno raggiunto l’età della ragione; i più grandi non hanno acquisito l’esperienza sulla quale esercitare la capacità di ragionamento appena scoperta. In Europa, i coscritti chiamati alle guerre erano chiamati carne da cannone. I loro fratellini e sorelline ora si sono fatti carne alla radio e alla televisione. Nella mia infanzia, ci hanno insegnato a cantare canzoncine senza significato o, nelle famiglie pie, inni. Oggi i piccoli cinguettano cantando pubblicità.” E ripetono a pappagallo tesi, slogan, idee volute dall’alto. I persuasori non sono più occulti da un pezzo.
Uguale è il destino della politica. I partiti commercializzano i candidati e i programmi utilizzando gli stessi metodi degli affari. “I dipartimenti politici fanno appello solo alle debolezze dei loro elettori, mai alla loro forza latente. Stanno attenti a non educare le masse e a metterle in condizione di autogovernarsi, ritenendo sufficiente manipolarle e sfruttarle.” Le considerazioni di Huxley strappano un sorriso: il pessimista è un ottimista bene informato…
Sul lavaggio del cervello praticato nel pianeta-prigione, le cui tecniche furono sviluppate da apparati riservati e da organismi legati all’oligarchia – un esempio è l’Istituto Tavistock ben noto alla famiglia Huxley – il giudizio è tranciante: “Si può spezzare il sistema nervoso centrale del cane, ma anche quello di un prigioniero politico. Si tratta solo di applicare le dosi di tensione desiderate per il tempo richiesto. Alla fine del trattamento, l’internato si troverà in uno stato di nevrosi o isteria tale che confesserà ciò che vogliono i suoi aguzzini. L’efficacia della propaganda dipende dai metodi impiegati, non dalle dottrine insegnate. Se l’indottrinamento è fatto al giusto stadio di sfinimento nervoso, avrà successo.”
Avanza, in parallelo, la medicalizzazione della vita, la dipendenza da farmaci e psicofarmaci, iniziata al tempo di Huxley. “Prendiamo il caso dei barbiturici e dei tranquillanti. Negli Stati Uniti questi rimedi possono essere ottenuti con una semplice prescrizione medica, ma l’avidità del pubblico americano per qualcosa che renda un po’ più sopportabile la vita negli ambienti urbani e industriali è così grande che ora i medici ordinano questi rimedi al ritmo di 48 milioni di prescrizioni all’anno.” Non osiamo immaginare i dati odierni.
L’ opinione pubblica ha imparato a conoscere l’immenso potere delle multinazionali del farmaco, ma ignora l’influenza devastante della bibbia mondiale della psichiatria e della farmacologia chimica per la mente costituita dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) edito dal 1980 dall’Associazione Psichiatrica Americana, foraggiata dall’industria privata. Psicofarmaci con seri effetti collaterali, in grado di produrre dipendenza come l’arcinoto Ritalin, sono prescritti – con gioia dei genitori- a milioni di bambini e ragazzini, la cui naturale vivacità, la loro eccedenza di energia è diventata, per gli psico stregoni, una patologia.
Possono controllare ogni opposizione politica con la propaganda, o- meglio ancora- con la diffusione di paure ancestrali. I governi – lo ha dimostrato l’ultimo biennio – si prestano volentieri al ruolo di braccio armato dei Governatori. Nel sedicesimo secolo, Etienne de La Boétie, nel Discorso sulla servitù volontaria, comprese che il problema non è la cattiveria – inesistente – della scienza o la malvagità- quella sì, assai diffusa- delle oligarchie, ma la mediocrità della natura umana.
La diagnosi di Huxley è infausta: “Gli ideali di democrazia e libertà si scontrano con il fatto brutale della suggestionabilità umana. Un quinto di tutti gli elettori può essere ipnotizzato quasi in un batter d’occhio, un settimo alleviato dalle sue sofferenze con iniezioni placebo d’acqua, un quarto sollecitato prontamente ed entusiasticamente dagli ipnopedici (stimoli uditivi nel sonno consistenti nella ripetizione di suoni e frasi, N.d.R). A tutte queste minoranze troppo pronte a cooperare, vanno aggiunte le maggioranze con reazioni più lente la cui suggestionabilità più moderata può essere sfruttata da qualsiasi manipolatore che sappia il fatto suo, pronto a dedicare il tempo e gli sforzi necessari. ”
A distanza di sessant’anni, con mezzi infinitamente più potenti, al tempo delle reti sociali, della censura privatizzata, della diffusione globale, fulminea, delle notizie e delle idee scelte dai Governatori, del potere degli influencer, a loro volta prodotti della megamacchina, non è necessario aggiornare le statistiche: basta l’esperienza.
La standardizzazione è completata con la nascita dal condizionamento infantile e dall’euforia chimica destinata a sostituire la soddisfazione di sentirsi liberi e creativi. Nel mondo in cui viviamo, conclude Huxley, immense forze impersonali tendono all’instaurazione di un potere centralizzato e di una società irreggimentata. La standardizzazione genetica era ancora impossibile al suo tempo, ma “i Grandi Governi e le Grandi Imprese hanno già, o avranno presto, tutti i processi per manipolare gli spiriti descritti nel Mondo Nuovo, insieme a molti che la mancanza di immaginazione mi ha impedito di inventare. “
Le ragioni del successo di tale strategia? “Un esame critico da parte di troppi cittadini medi di ciò che dicono i loro pastori e padroni potrebbe rivelarsi profondamente sovversivo. Nella sua forma attuale, l’ordine sociale dipende, per continuare ad esistere, dall’accettazione, senza troppe domande imbarazzanti, della propaganda messa in circolazione dalle autorità. È perfettamente possibile che un uomo sia fuor di prigione senza essere libero, al riparo da ogni costrizione materiale e tuttavia prigioniero psicologicamente, obbligato a pensare, sentire e agire come vogliono i rappresentanti dello Stato o di qualche interesse privato”.
Le forme liberali servono semplicemente a mascherare uno sfondo situato agli antipodi del liberalismo, in cui l’oligarchia al potere e una élite di servizio di soldati, poliziotti, creatori di pensiero, manipolatori della mente guiderà tutto e tutti come meglio crede. Quel tempo è giunto. Tramonta il giudizio di Amleto: non è “una bella prigione il mondo”, ma un carcere senza sbarre. (continua).