Mentre i giudici e media si concentrano e ci intrattengono sul guardrail interrotto per 2 metri
Una cosa che si vede nei vari incendi spontanei di bus elettrici “a emissioni-zero” (sotto) è che le batterie sono posizionate sul tetto. Pesano tre (3) tonnellate. Mentre un bus a gasolio ha il peso maggiore nel gruppo motore, quindi ha il baricentro basso, i bus elettrici hanno il baricentro assurdamente alto, anzi altissimo (il motore elettrico è notevolmente più piccolo e leggero di un Diesel), che ne rende facile il ribaltamento in caso di incidente.
Ovviamente un guard rail normale, che è basso, non può frenare un grosso mezzo che ha 3 tonnellate ad almeno tre metri in alto.
Come è accaduto al pullman di Mestre
Per la sicurezza dei veicoli a emissioni zero bisogna imporre guardrail alti almemo due metri (se bastano). Scherzi a parte, chiediamoci perché i fabbricanti abbiano posizionato le batterie pesantissime così assurdamente in alto, contro le leggi fisiche e il buon senso, invece che in basso insieme al piccolo ed efficiente motore elettrico. Più lontano possibile dal motore? Che funzionando, si sa, diventa sempre più caldo…
https://twitter.com/RobertoAvventu2/status/1709997590656258495
Un'altro bus elettrico che prende fuoco #mestre
PERO' SONO ECOLOGICI pic.twitter.com/RDgJ2vDmOD— Roberto Avventura (@RobertoAvventu2) October 6, 2023
I media spiegati qui:
Mentre finivo di scrivere queste righe, un sito pro-elettrico (si chiama vai.eletrico) ha portato dati significativi
Incidente di Venezia: che pullman elettrico era
di – Redazione –
Le batterie dello Yutong E-12 sono collocate nella parte anteriore del tetto.
Incidente di Venezia, che pullman elettrico era? Si tratta di un bus cinese, uno Yutong E-12 in flotta alla società la Linea, che collega il camping Hu a Venezia.
Incidente di Venezia: è un E-12 della cinese Yutong
Siamo tutti in attesa di capire che cosa ha causato il gravissimo incidente nel capoluogo veneto. Saranno i periti nominati dal tribunale a stabilire che cosa ha originato le fiamme scaturite dal pullman, con una prima certezza: “Le batterie del pullman elettrico hanno preso fuoco con l’impatto“, ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Venezia, Mauro Luongo. Diagnosi condivisa anche dalla locale Procura: esclusa quindi l’ipotesi che il bus si sia incendiato mentre ancora viaggiava sul cavalcavia. Si tratta di un mezzo quasi nuovo, del 2022, con 350 kWh di batterie collocati sul tetto, in una posizione ritenuta più sicura anche in caso di incidente. L’autonomia omologata è di 400 km. Il mezzo dell’incidente faceva parte di un lotto di 20 bus che, dall’ottobre 2022, sono stati destinati per 9 anni a coprire 9 linee della città metropolitana di Venezia. L’acquisto era stato perfezionato a seguito dell’aggiudicazione di una gara d’appalto del Comune. Dell’accordo con Yutong demmo notizia già nel 2019.
Batterie sul tetto con una struttura a sandwich
Le caratteristiche tecniche sono descritte sul sito ufficiale della Yutong. L’azienda cinese sostiene che “il sistema che isola la batteria utilizza una struttura a sandwich sviluppata in azienda. Che può resistere alla combustione a lungo termine a 1.300 °C per più di 2 ore’. Permettendo così di difendersi efficacemente “dai rischi interni o esterni per la sicurezza”. Secondo Yutong, tutte le unit- batteria “soddisfano pienamente’ lo standard di test di sicurezza Eu Ece R100“. Quanto alle caratteristiche tecniche, l’E12 è lungo poco più di 12 metri e alto 3,3. Può essere ricaricato in 3 ore e mezzo e dichiara consumi contenuti per un mezzo di queste dimensioni, meno di 1 kWh per km. La capienza è di 87 posti, di cui 27 a sedere più una carrozzina. Tra le dotazioni tecnologiche, un sistema anticollisione automatico e telecamere interne e esterne. Tutta la diagnostica per la manutenzione viene monitorata da remoto dall’azienda costruttrice.
A Torino nel 2020 un contratto cancellato con Yutong
Tre anni fa la GTT Torino cancellò l’ordine per 100 bus elettrici costruiti dalla Yutong. La clamorosa decisione arrivò dopo una verifica della qualità dei mezzi. In ballo c’era una cifra importante:la gara valeva circa 72 milioni di euro, tra fornitura dei bus (48 milioni), manutenzione (11 milioni) e sostituzioni delle batterie (13 milioni). Il contratto prevedeva che i primi mezzi sarebbero arrivati nel capoluogo piemontese entro il 2 aprile 2021. Ma la verifica del processo di assemblaggio, compiuto dalla società pubblica di trasporti torinesi, diede esito negativo e il contrattofu risolto. Sarebbe arbitrario e ingiusto, però, collegare in qualche modo quella decisione con l’incidente di Venezia. Meglio lavorare i periti per avere un giudizio compiuto sulla sicurezza del mezzo cinese.