“Fonti di Roma confermano che da mesi erano in corso trattative per convincere Baghdad a normalizzare i rapporti con Israele. Un “messaggio” è stato inviato attraverso il Vaticano. Sistani ha risposto bruscamente che la normalizzazione è impossibile. Il Vaticano è rimasto ammutolito”.
Così Pepe Escobar – grande inviato, che conosce l’Irak e le personalità sciite come le sue tasche – in un illuminante pezzo sul “pellegrinaggio” di Bergoglio in “terra di Abramo” e le sue mire politiche fallite. Pubblicato da Asia Times.
Una notizia-bomba. Per capirla bene, bisogna ricordare che tutti gli stati sunniti – tutti, dall’Arabia Saudita al Sudan – hanno “riconosciuto” lo Stato ebraico. Su pressioni brutali della presidenza Trump e del suo genero Jared Kushner, che è un Lubavitcher, appartiene cioè alla potente setta messianico-apocalittica che persegue il trionfo metastorico dell’ebraismo sui goym, con la dichiarazione finale di Gerusalemme capitale indivisa dei soli ebrei ed adempimento della Promessa . Grande successo di Jared. Ma le sue pressioni non sarebbero bastate, se ad esse non si fossero aggiunte indecifrabili “offerte che non si possono rifiutare” da parte di entità globali, deep states sopra tutti gli stati e lobbies bancarie riti massonici che non possiamo identificare se non in generale.
Dunque ricapitoliamo: tutti i regimi sunniti hanno riconosciuto Israele come stato legittimo dei soli ebrei, e si preparano a spostare le ambasciate a Gerusalemme, a gran trionfo di Netanyahu. Manca la Shiah. Che l’Iran riconosca Israele è ovviamente escluso, fino a quando la sovversione in atto o la guerra non porteranno il regime change . Ma che colpo sarebbe stato se El Papa fosse tornato con il “riconoscimento di Israele da parte di Al Sistani” , capo spirituale supremo e venerato dell’Irak sciita! Che trionfo per la causa Lubavitcher e globalista della “unificazione di tutte le religioni” sotto il Tribunale supremo !
Dunque El Papa è andato in visita come agente Lubavitch. E, ci rivela Escobar, desiderava e mirava ad uscirsene dall’incontro con Sistani con un “ “documento congiunto” come aveva fatto ad Abu Dhabi durante l’incontro con lo sceicco di Al-Azhar”.
Sistani ha rifiutato, e Escobar ci dice il motivo: “Il Vaticano non ha rilasciato alcuna dichiarazione o assunto alcuna posizione aperta di riconoscimento degli sciiti che sono stati uccisi mentre difendevano i cristiani della Mesopotamia resistendo all’ISIS. Così Sayyed Sistani non ha ritenuto necessario emettere un “documento congiunto” come desiderava e mirava il Papa”.
Sono stati “migliaia” gli sciti caduti per difendere dai takfiri i cristiani (e gli altri iracheni), in formazioni, le unità di mobilitazione popolare (PMU), o Hashd a-Shaabi, successivamente incorporate nel Ministero della Difesa iracheno. Formazioni dui cui Sistani stesso ha legittimato la creazione, con una fatwa; e che gli Stati Uniti (e quindi anche la cosiddetta Europa) colpiscono come organizzazioni di terroristi; che Biden è tornato a bombardare come suo primo atto di guerra. E di cui i nostri media parlano, quando ne parlano, come “milizie affiliate all’Iran” benché oggi siano incorporate dell’armata regolare dell’Irak.
Ridò la parola a Pepe: “secondo gli uffici di Al Sistani, tra il 2014 e il 2017 “il Vaticano ha taciuto quando gli sciiti hanno perso migliaia di uomini che difendevano i cristiani (e altri iracheni) e non hanno ricevuto alcuna attenzione tutti questi anni da allora. ….Sistani chiarisce che il Vaticano non sta facendo abbastanza per sostenere l’Iraq”.
Capito la manovra? Bergoglio voleva ottenere da Sistani un documento compromettente pro-Israele, però lui, Bergoglio, non ha voluto compromettersi con il riconoscimento aperto e generoso del sacrificio di sangue degli sciiti iracheni mobilitati spiritualmente da Sistani, che hanno difeso chiese, minoranze, santuari da Daesh che – lo sappiamo – è stato creato dagli Stati Uniti, dai Sauditi e da Sion con apporti franco-britannici (e complicità europea).
E perché Bergoglio non ha riconosciuto apertamente i meriti delle milizie irachene? Ovvio: per non compromettere i suoi ottimi rapporti con (scegliete voi) : a) i sunniti del Golfo, nemici dell’Iran; b) Joe Biden che è tornato a sterminare le milizie scite come terroristi; c) la signora Rotschild e la sua corte di miliardari dal World Economic Forum con cui è in calda amicizia e ripugnante alleanza strategica ecologista e gran reset; d) i grandi media, per i quali “sciiti” significa “terroristi pagati dall’Iran”!; e) i Lubavitcher, a cui beneficio voleva completare l’opera di legittimazione dello stato razziale ebraico.
Se è così, l’iniziativa di Bergoglio è stata il contrario che coraggiosa e fraterna; è stata di singolare viltà e bassezza.
El Papa non ha detto una parola su “l’egemone” Stati Uniti, che continua ad occupare l’Irak con enormi basi, “incapace di uscire dall’Irak perché ha bisogno di questo hub dell’impero delle basi tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano”; su nuove “truppe NATO annunciate in arrivo” per volontà di Biden. Non ha voluto vedere che, se è stato in grado di intraprendere il suo pellegrinaggio iracheno è stato solo grazie alle milizie PMU Hashd al-Shaabi – che sono stati attori assolutamente chiave, in prima linea, in tuttoil suo percorso nelle terre di Abramo.
Anzi, peggio sul registro della bassezza:
“È significativo che Papa Francesco abbia donato un rosario ad al-Kildani, il capo della milizia babilonese delle PMU”. Ryan Al Kildani è un cristiano caldeo, uno dei pochi ufficiali delle milizie di autodifesa. Dunque, “Il Papa considera al-Kildani nientemeno che il salvatore dei cristiani in Iraq”! Senza dire una parola sul fatto che “al-Kildani è l’unico cristiano del pianeta presente nella lista statunitense dei terroristi.”