Progessivo allontanamento
I due avrebbero affidato una bambina alla coppia di donne omosessuali formata da Daniela Bedogni e l’attivista Lgbt Fadia Bassmaj (entrambe indagate), diradando progressivamente gli incontri con la famiglia naturale “senza alcuna motivazione, isolando la piccola e impedendo altresì lo scambio di corrispondenza e regali”. Nella chat dei servizi sociali la Anghinolfi e Monopoli discutevano su come dilazionare progressivamente la presenza dei veri genitori della bimba: “Come giustifichiamo la sospensione degli incontri protetti?”, chiede lui. “Relax della minore…vacanza”, risponde lei, parlando di “spostare l’attenzione per spostare l’emozione”. Ed era stata proprio della Anghinolfi la decisione di non inoltrare alla bambina i messaggi del padre che le scriveva di volerle “un mondo di bene”. I due avrebbero anche testimoniato che nella casa paterna c’era cibo avariato “lasciato sui mobili da diversi giorni”, fatto smentito poi dai carabinieri.
Particolari terribili
Le due affidatarie lesbiche sono indagate “per aver omesso di riferire al perito particolari rilevanti relativi alla vita della minore“. A quanto pare, infatti, la vita nella famigliola arcobaleno non era proprio rose e fiori. Le indagini hanno infatti rilevato la presenza di “un disegno della bambina” che raffigurava “le donne mano per mano con la frase ‘Vai via perché se ci sei tu non possiamo fare l’amore’”. Da segnalare il ritrovamento di una frase scritta dalla piccola sul disgusto della provato “nel ricevere la buonanotte” da una delle due indagate “nuda”, nonché nell’assistere a un’effusione tra le due. Ma compaiono anche i racconti dei sogni fatti dalla minore “da lei descritti in fogli sequestrati, su spettacoli teatrali pornografici’ con ‘peni finti’ messi in scena dalle affidatarie”. Le due donne sono indagate anche “per aver omesso di riferire al perito dell’intenso rapporto di amicizia tra Bassmaji e Anghinolfi, e della condivisione di iniziative per la difesa dei diritti lgbt anche sugli affidi a omosessuali“.
Altre accuse
Ad Anghinolfi la Procura contesta anche di aver corrisposto all’ex compagna Cinzia Prudente, (indagata), “un ingiusto profitto di 250 euro al mese per l’affido di una minore, in assenza di una reale necessità, anche dopo che la bambina era diventata maggiorenne, per incontrarla due volte al mese per due ore per prendere un caffè e chiacchierare, come indicato dalla stessa ragazza”.
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