Ricevo una questa mail da un paese baltico:
“Da lunedì rischio molto serio di razionamento di acqua potabile a Roma … ma la giunta Raggi stanzia fondi per i mental coaches per aiutare i rom a fare “le scelte giuste in ordine ai processi lavorativi e strategici” a non deprimersi mentre cercano lavoro…800 euro al mese come contributo a quelli che abbandoneranno i campi nel 2018…Finanziamento di attività imprenditoriali 5 mila euro a testa.
“Un paese la cui Capitale deve interrompere la fornitura di acqua per 8 ore al giorno e nel contempo paga il mental coach agli zingari fa ridere quanto una barzelletta sconcia”.
Un altro tweet:
“Per questo genere di diritti umani, i soldi si trovano sempre. E si calpestano i diritti umani degli italiani. Se li avesse dati a me 800 euro al mese, non sarei dovuta arrivare fin qui”.
Bisogna sapere che colei che mi scrive non è estone. E’ romana, nata e cresciuta a Roma. Inglese più che perfetto, notevoli qualità professionali. Per anni a Roma non ha trovato lavoro. Non avendo santi in paradiso (il paradiso dei parassiti pubblici che è la Capitale), ha vissuto difficoltà tremende, fino alla vera e proprio miseria. Ha bussato a tutto le porte, trovandole chiuse. Fino alla caritas e alla carità municipale. Risposta invariabile: “Non possiamo fare molto, non abbiamo fondi..In ogni caso riempia questi moduli, vedremo..”.
Ora – da Tallin, 450 mila abitanti, capitale di uno stato 1,3 milioni, che è una punta avanzata della tecnologia digitale (Skype è stato inventato qui) – dove ha trovato lavoro da emigrata di qualità vicino al circolo polare, scopre che il suo Municipio, ora 5 Stelle, stanzia 4 milioni con cui “come accade con i campioni del mondo dello sport, metterà a disposizione dei rom dei ‘mental coach’ per convincerli a cercarsi un lavoro. Previsti anche dei corsi di ‘gestione del talento’ e per sviluppare le doti comunicative e relazionali” (Giorgia Meloni). Più 800 euro mensili per incoraggiarli, e se vogliono “gestire il loro talento” naturale (sappiamo qual è) in una “attività imprenditoriale”, 5 mila euro a fondo perduto. Soldi naturalmente presi a prestito perché non solo Roma non li ha, anzi ha un buco di 12 miliardi.
In Italia ci sono 5 milioni di poveri assoluti, che non dispongono di 400 euro mensili. L’oligarchia fattasi stato, in colossale debito e deficit pubblico, trova senza esitare 3,4 miliardi l’anno per “accogliere i migranti”, senza limiti. E guai ad obiettare. Gentiloni “non accetta lezioni”, la Boldrini ti inserisce nelle liste dell’odio che sta preparando per censurare il dissenso – e cosa più grave, almeno un terzo della popolazione – la “progressista” – è d’accordo con tutto ciò.
Cosa è successo per non sentire più la bruciante ingiustizia di questa situazione? Il punto è che hanno sostituito l’etica pubblica coi “diritti umani”. Vecchia storia. Già Marx criticò i diritti umani. Lo fece in La Questione Ebraica (1843) perché allora gli ebrei di Prussia facevano campagna per i loro “diritti umani”;in pratica, chiedevano diritti, non in quanto cittadini, ma in quanto minoranza ebraica, ossia privilegi. Marx intravvide che quelli che si chiedevano riguardavano “non l’uomo come citoyen, ma come bourgeois”, ossia “come homme egoista”. Basati su un universalismo falso e artificioso, il “diritti dell’uomo”, diritti individuali e borghesi, sono una lista passibile di ampliamento indefinito e arbitrario di “diritti delle minoranze”, perché l’essenza del capitalismo è la soppressione di tutti i limiti. Nemmeno lui poteva prevedere che nella lista dei diritti umani sarebbero inseriti il gay pride e le nozze sodomite – ed è un peccato, perché ci siamo persi l’esercizio del suo celebra sarcasmo – e il diritto ad invadere paesi che non li rispettano.
Oggi vediamo che nella (falsa) coscienza della casta di sinistra di governo, come nell’oligarchia sovrannazionale, i “diritti umani” hanno sostituito l’elementare senso della giustizia. Obliterato il primordiale, fondamentale senso di quel che è giusto e che non lo è, che un tempo era iscritto nel cuore di ogni uomo.
E’ da qui che la Boldrini trae la rabbiosa boria con cui ci dà lezioni di morale, e il Bergoglio l’untuoso moralismo ci insegna, con la sua voce nasale, che non dobbiamo elevare muri. O Gentiloni, questa vera nullità, che prende schiaffi da tutte le capitali, la malmostosa sgarberia con cui ha risposto ad Orban che gli dava consigli di buon senso (“Chiudere i porti alle ONg, che sono finanziate da Soros. Il flusso di migranti va fermato in Libia. Con azioni militari”.
A tutti questi, è ora di dire chiaro: quello che state facendo ha un nome molto antico e semplice: voi rubate soldi ai poveri. Quando date 800 euro ai rom, rubate soldi ai poveri a cui li avete negati. Il callo sulla coscienza vi ha distorto la ragione. Vediamo: voi avete accettato la misura europea, per cui per ogni negro che arriva sulle vostre coste dovete spendere 30 euro al dì, ossia 900 euro al mese. Ora, ci sono 5 milioni di italiani che non hanno possono contare nemmeno su 450. Tutti i miliardi che spendete per i negri, l’80 per cento dei quali non ha diritto all’asilo, li state sottraendo ai poveri. Glieli negate nella più odiosa, urticante disparità di trattamento, nella più bruciante ingiustizia. Se la spesa di 30 euro al giorno a testa è un diritto umano, la misura che le “autorità sovrannazionali” a cui obbedite ha ritenuto necessario a alla dignità della persona per sfuggire alla miseria, dovete darla anche ai 5 milioni. Altrimenti a nessuno. Avete perso il più elementare senso di giustizia. Non sentite più il dovere di perseguire l’uguaglianza, di rimediare alle peggiori disparità, che gridano vendetta. Anzi, il vostro ministro del “Lavoro” sputa sui giovani che devono trovar lavoro all’estero perché, qui, voi avete distrutto ricchezza, devastato l’economia, fatto chiudere aziende, fatto mancare ogni sensata politica industriale.
State rubando ai poveri. State rubando anche ai poveri che “accogliete” e “alloggiate”, lo sapete benissimo. Ovviamente, non è che date a ciascun negro 30 euro al giorno: se li accaparrano i buoni samaritani civili e religiosi, che li alloggiano e mantengono per 3-4 euro al giorno, e si intascano il resto. Si arricchiscono con i profughi,e voi glielo lasciate fare. Anzi avete il vostro tornaconto, così nutrite le vostre clientele mascalzone.
Immigrati da racket a racket
La vostra “misericordia” ed “apertura all’accoglienza” si concretizza in questo: in un passaggio della carne umana africana, che ha pagato migliaia di dollari al racket degli scafisti, che li consegna al racket delle Ong, per poi scaricarli al racket nostrano della beneficenza, privati ammanicati con la vostra oligarchia, che se li spartisce: dei 3,4 miliardi annui, certamente 3 se li intascano i vostri buoni samaritani.
Mica per niente Renzi Gentiloni ed Alfano hanno stretto un trattato internazionale per tenerseli tutti e non farli andare all’estero – salvo poi, terrorizzati di perdere voti non avendo previsto l’afflusso (cosa mai sono capaci di prevedere?) protestare contro l’Ungheria perché non se ne prende un po’.
Adesso questi parassiti inadempienti, ricchi di Stato, parlano persino di rimpatri: i pochi che hanno tentato, sono costati 4 mila euro l’uno; ma sono pronti a spendere altri miliardi, mica han bisogno di tener conti oculati, per queste cose. Pagano i fornitori a 600 giorni e li fanno fallire perché “Non ci sono i soldi”, ma per gli sprechi e le dilapidazioni spendono senza esitare.
Per Alitalia hanno speso ripetutamente miliardi; personale in cassa integrazione per quattro anni, ai piloti fino a 30 mila euro al mese; adesso altri 2 miliardi per tenerla in vita sei mesi; tutto a fondo perduto e, beninteso, a credito perché l’Italia è in bancarotta. Ma niente casette per i terremotati; e non ci sono i soldi per la manutenzione della rete idrica, per quello spendono meno di un terzo della media europea. Roma disperde il 44% dell’acqua, non ha soldi per il necessario ma ce l’ha per il personal trainer degli zingari: che poi sappiamo cos’è, il modo per pagare qualche parassita come “trainer” e lasciare gli zingari come sono.
I funzionari strapagati di Bankitalia che hanno fatto crescere i prestiti andati a male delle banche a 245 miliardi, perché hanno mancato al dovere per cui sono strapagati, anzi si sono collusi coi banchieri disonesti, ebbene: rubano soldi ai poveri.
I 12 mila dipendenti dell’ATAC un terzo dei quali si assentano per vedersi una partita, stanno rubando soldi ai poveri. Sono anche loro un’oligarchia di malaffare, e l’ha dimostrato nel noto incidente: tutti a difendere il macchinista che mangiava con piatto e forchetta, in dispregio della povertà. “Sui social e nelle chat interne rilanciano l’hashtag #iostocolmacchinista. Un sindacato vuole legare a un improbabile «diritto della pausa pranzo» (esiste davvero?) lo sciopero di giovedì prossimo, il 20 luglio. «Sicurezza – dice Claudio De Francesco, segretario della Faisa Confail – è anche assicurare la pausa pranzo ai macchinisti», che secondo il sindacalista oggi sarebbero troppo «stressati» dal fatto di lavorare per cinque (cinque…) ore di fila nella metro A e per quattro ore e mezza nella metro B.” Uno dell’ashtag iostocolmacchinista commenta: “Perdi il metro? Pazienza, si prende l’altro…”. Una complicità da cosca criminale col collega odiosamente inadempiente. Tutti insensibili alla povera donna che hanno ferito.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/06/16/news/atac_scandalo_infinito-142120792/
(Così la cosca tratta i poveri)
La cosca dell’ATAC stampava persino biglietti falsi, creando fondi neri per 70 milioni. E la celebre procura di Roma ha cercato “Mafia capitale” nella cooperativa per ex detenuti di Buzzi e Carminati? Ma basta raccogliere qualche ritaglio di giornale per constatare che la Mafia, quella vera, è l’ATAC.. O guardate più in là, e trovate l’AMA. Che spende miliardi e non raccoglie rifiuti: li ha subappaltati a sub-aziende, loro non hanno tempo, hanno meglio da fare: gli stipendi sono così grassi che si pagano mazzette da 9 mila euro per un’assunzione all’AMA, e sono i sindacalisti che incassano le tangenti e distribuiscono gli impieghi. http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_gennaio_05/tangenti-assunzioni-facili-ama-spuntano-elenchi-padrini-d765c584-d38f-11e6-9dc7-b8de3918521a.shtml
E Pignatone cercava la Mafia dove? Anche lui ha rubato soldi ai poveri per una causa falsa e persa, ideologicamente motivata.
La lista è infinita.
Tassate già chi guadagna 627 euro mensili
Il miliardo annuo che ci costa parlamento – il più costoso del mondo – perché spende senza rendere conto a nessuno – la chiama “AUTODICHIA” – ossia decide di capocchia sua gli aumenti di stipendio al personale (è così che ha reso ricchissimi questi suoi pretoriani in cravattino, bidelli da 8 mila euro mensili come paga iniziale), o i contratti d’affitto degli immobili di lusso in centro, colludendo col palazzinaro preferito: è ai poveri che ruba. Sprecano con soldi, per giunta, presi a prestito. Sono tutti presi a prestito i milioni con cui manteniamo la Boldrini e “le sinistra di governo” in genere, da Luigi Manconi senatore ex Lotta Continua alla sua compagna Berlinguer, da Giuliano Amato a Mario Monti, da Gentiloni alla Boschi (che gestisce 150 milioni l’anno) fino a Vasco Errani che non sa far costruire le casette ai terremotati, perché prima bisogna che le Coop rosse ci ritaglino la loro fetta.
Se i “mercati” continuano a prestarvi i soldi, è perché sanno che avete il potere di depredare con l’ipertassazione gli italiani, rubare i pochi soldi ai poveri. Voi infatti cominciate a tassare i redditi da lavoro che superano gli 8.145 euro annui, ossia – per 13 mensilità – 626 euro al mese. Unici in Occidente a rendere imponibile redditi così miseri.
Anche così avete distrutto il Paese, non l’avete governato ma depredato e devastato. E si offendono pure, se glielo si dice: rubate soldi ai poveri, voi ricchi di Stato. Siete oppressori di una specie che non ha quasi precedenti. Non posso immaginare un’altra dittatura totalitaria che abbia mai rubato a tal punto ai poveri per poi sprecare il denaro in cose come i personal trainers per gli zingari, che intaschi i quattrini per la “accoglienza” agli africani, e lasci milioni di cittadini nella miseria. Se non forse il regime sovietico degli anni ’30 in cui – avendo il regime deciso di eliminare i contadini come classe – le file di affamati si allungavano davanti alle botteghe in attesa di alimentari che non arrivavano, mentre la cosca “progressista” disponeva di negozi riservati ai tesserati di Partito, dove trovavano di tutto, dalle Lucky Strike allo storione, e Stalin banchettava ogni sera fino a tarda notte coi suoi complici, che si ingozzavano di caviale e cognac.
“Merde”, come ha concluso la mia corrispondente dal Baltico, precisando: “Non in francese”.