di Roberto PECCHIOLI
Quando il genio – specie nel campo scientifico e tecnologico – si accompagna a una straordinaria ricchezza, cominciano i guai. Che Bill Gates, il fondatore di Microsoft, inventore di formidabili innovazioni informatiche che hanno cambiato il mondo, sia un genio è ovvio. Nel caso dei superdotati intellettuali si è notato spesso che dal genio alla follia non vi è che un passo. Per Bill Gates (ma anche per alcuni colleghi suoi, guru delle nuove tecnologie diventati ipermiliardari, Jeff Bezos, Elon Musk e Zuckerberg) la ricchezza nella misura enorme, quasi incommensurabile conseguita in pochi anni, fa esplodere il delirio di onnipotenza, la volontà di cambiare, dirigere e possedere il mondo. Bill Gates, in particolare, da quando ha lasciato la guida di Microsoft e si dedica alla ricchissima fondazione che porta il suo nome e quello della moglie Melinda, è diventato il paladino delle vaccinazioni di massa, attraverso l’enorme influenza che esercita sull’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Follow the money, segui il denaro, consiglia il pragmatismo anglosassone.
In più, il Re del Mondo – la cui sociopatia è mascherata dalla facciata filantropica della Fondazione – si è messo in testa un’altra idea meravigliosa: cambiare le nostre abitudini alimentari, la cultura di migliaia di anni, e indurre l’umanità a cibarsi di carne artificiale. L’esortazione, un preciso ordine diffuso dal Forum di Davos e dall’Agenda 2030 dell’Onu (organizzazione mondialista in mano agli Usa e al denaro di alcuni padroni universali) è contenuta nel libro “ambientalista” che ha scritto di recente, destinato a diventare un successo mondiale: Come evitare un disastro climatico. Iscritto da tempo al partito di chi ritiene- o fa credere – che il riscaldamento globale abbia origini esclusivamente umane, il piromane si finge pompiere e impartisce, dall’alto della piramide di miliardi generata da Microsoft, le disposizioni dell’Iperclasse alla massa dei sudditi.
Assomiglia sempre più a Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde, il libro in cui l’autore, Robert Louis Stevenson, fa emergere il lato oscuro della personalità umana. Jekyll, stimato professionista, conduce degli esperimenti scientifici che scatenano in lui il bestiale e lo scimmiesco, mostrando la duplicità di ciascun uomo e della società in generale. Bill-Jekyll, genio dell’informatica, diventa un sinistro Mister Hyde deciso a dominare il mondo: ci vaccineremo con i misteriosi preparati di aziende di cui è socio e dominus, e mangeremo carne artificiale prodotta dalle sue aziende. Tutto per filantropia, amore dell’umanità e della “madre terra”.
Il libro è stato preceduto da un’intervista alla MIT Technology Review, il cui succo è che le nazioni ricche dovranno passare al consumo di carne sintetica al 100% e che a tal fine Mister Hyde-Gates premerà sui governi affinché regolino il mercato in quella direzione. Pressioni benevole, ovviamente, consigli che non si potranno rifiutare, perché Bill ha enormi strumenti di persuasione, non solo il denaro. L’operazione è già iniziata nella periferia dell’impero chiamata Unione Europea con l’obbligo di etichettatura delle carni, l’indicazione che nuocciono alla salute e che possono determinare il cancro. La paura funziona, eccome, come dimostra il Coronavirus.
Strana circostanza che Mister Gates sia anche uno dei più cospicui proprietari di fertili terreni agricoli d’America, ben 108mila ettari, all’incirca il territorio della provincia di Imperia. L’iperclasse continuerà a mangiare cibi naturali, quindi. Quelli artificiali sono per le nostre mense. Avanza il progetto di creare in laboratorio due umanità distinte: noi e “loro”. Il fondatore di Microsoft parla chiaro: bisognerà imporre regole nuove che convertano la popolazione al consumo di carne artificiale. Il magnate sottolinea la necessità di cambiare le politiche dei governi (a quello penserà lui…), per cui il cittadino del mondo nuovo, lo voglia o no, dovrà dimenticarsi il sapore della bistecca e della braciola. Bill-Jekyll possiede terreni agricoli e pascoli, ma Mister Hyde-Gates continua la sua guerra contro la zootecnia “per il bene del pianeta”. Come spesso capita a chi si considera onnipotente, il bene del pianeta e quello del potere e dell’interesse proprio tendono a coincidere. Il filantropo globale ha infatti investito in una gran varietà di nuove imprese, le start –up della carne sintetica, come Hampton Creek Foods, Memphis Meat, Impossible Food (Cibi Impossibili…) e Beyond Meat (Oltre la carne).
Beyond Meat (BYND), una delle principali aziende di carne “falsa” e biologia di sintesi, ha visto crescere le sue azioni dell’859 per cento in tre mesi. Le previsioni sono straordinarie almeno sino al 2025, secondo la rivista Forbes. Si tratta di investimenti tesi alla sostituzione della carne bovina con “carne” sintetica, in ossequio a uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, ampiamente sostenuta dal Forum di Davos, di cui – i lettori non si stupiranno – Mister Gates è membro influente e munifico finanziatore. “Nel 2030 non mangerai carne” è uno degli slogan propagandistici del Forum. Se si compiranno le loro previsioni – non c’è motivo di dubitarne: sono i padroni universali – il prezzo della carne di origine animale (che cosa tocca scrivere: “carne di origine animale”!) salirà alle stelle e un filetto sarà alla portata solo delle tasche di lorsignori, gentilmente fornito da Mister Gates attraverso gli allevamenti delle sue terre. Del resto, egli stesso non è vegetariano e si concede spesso un hamburger con formaggio.
Il miliardario-filantropo è in tournée per presentare il libro teso a convincere che ingerire una bistecca stampata in 3D (questo consentirà un giorno “Internet delle cose”) non è così male. Ti puoi abituare alla differenza di sapore: con il tempo riusciremo a migliorarlo, insiste. Sì, padrone, finirà con il rispondere la massa zoologica degli umani, incitata da mille Fabio Fazio. Mister Gates può contare sulla collaborazione di colleghi miliardari, scienziati, biologi, chimici ed esperti di dietetica, tutti impegnati – la paga è ottima e la carriera certa – a concretizzare le tesi esposte nel suo libro. Il sacrificio di eliminare la carne – quindi distruggere intere filiere produttive, l’economia e il paesaggio di regioni intere del mondo – è insignificante, paragonato alla missione salvifica “di evitare un grande disastro climatico”. Se non fossero insopportabili, sarebbero perfino divertenti i piromani vestiti da pompieri di Viggiù.
Gli animali d’allevamento sono un terribile costo per l’ambiente, si dice con gran rullare di tamburi mediatici, mentre gli allevatori asseriscono che l’emissione animale di gas ad effetto serra è un’impostura dell’industria “climatica” riverniciata di verde, di Greta, creatura degli oligarchi, delle lobby di cui Mister Gates è esponente di punta. Non sappiamo chi abbia ragione, ma lasciateci almeno il beneficio del dubbio, dinanzi alle nuove verità obbligatorie, opposte a tutto ciò che gli stessi affermavano e praticavano sino a ieri. In più, il marito di Melinda è anche presidente del fondo d’investimento Breakthrough Energy Ventures, che lavora per “energie pulite” e contro il cambiamento climatico. Il fondo è tra gli attori finanziari più impegnati a sostenere che l’apocalisse climatica ha cause antropiche (ossia è colpa loro), nonostante il recente appello di settecento scienziati firmatari di una lettera aperta in cui dichiarano che i cambiamenti climatici fanno parte di processi ciclici del pianeta, confutando le opinioni di Mister Gates e della cupola verde.
Buono come pochi, Mister Gates lavora per introdurre la “carne sostenibile “a basso prezzo. E’ cosciente che per ora il prezzo è troppo alto- colpa della scarsa domanda- ma non scarta la possibilità, diciamo così, che i politici stessi premano per cambiare le abitudini dei consumatori. Per rendere popolare l’idea della falsa carne bovina, Mister Gates ha coniato il termine “dieta sostenibile”, concetto che sta cominciando a diffondersi tra i mezzi di comunicazione, le conferenze e i discorsi dei politici “amici”. Nelle scorse settimane è stato diffuso sui principali giornali del progressismo borghese europeo un articolo in cui sono magnificate le meraviglie della carne sintetica. La finestra di Overton si spalanca assai facilmente, se si possiede o si influisce in maniera determinante sul sistema di comunicazione, informazione e intrattenimento. L’ossessione di Mister Gates per cambiare i gusti degli occidentali con il pretesto del cambio climatico (il resto del mondo ha la testa più dura) viene da lontano: nel 2015 postò su Twitter un’immagine in cui beveva acque fecali. “Ho bevuto acqua fatta con feci umane: ecco una versione aggiornata della macchina che ha prodotto quell’acqua”, commentò. Buon pro gli faccia. Il timore è essere costretti a bere la stessa acqua per digerire la finta bistecca. Dell’umana gente le magnifiche sorti e progressive.
Va soggiunto che durante il Forum Economico Mondiale celebrato a gennaio 2021, il gran ciambellano di Davos, Karl Schwab, ha annunciato l’anticipo dei piani della cosiddetta Agenda 2030, inclusi quelli che prevedono la sostituzione della carne naturale con quella sintetica. Le aziende di Mister Gates lavorano a pieno ritmo per lanciare sul mercato i nuovi prodotti. L’estinzione dell’allevamento zootecnico si avvicina, insieme ad altri cambiamenti nel campo dell’energia, mentre il gemello oscuro del dottor Jekyll si impegna per ungere le ruote, pardon, conquistare i governi alle sue idee.
Dicevamo della campagna alimentata da alcuni mezzi d’informazione legati al globalismo. I titoli danno l’idea dell’ampiezza dell’operazione che si va delineando: “la carne artificiale che vuole salvare il mondo”. L’incipit è apodittico: “nel 2050 saremo dieci miliardi. Per allora, il pianeta non potrà sopportare consumi come gli attuali. La carne creata in laboratorio propone (impone? N.d.R.) una rivoluzione ambientale, filosofica e gastronomica. “Il resto è un commosso peana all’” opzione vegana “e al nuovo cibo che ci salverà. Uno degli aspetti più curiosi è che la sedicente carne – ad esempio quella delle imprese di Mister Gates – è prodotta con elementi vegetali, dunque non dovrebbe chiamarsi carne. Ma si sa, i padroni universali possiedono anche le parole e i vocabolari, la cui definizione di carne, finora, è “parte muscolare del corpo umano e animale”. Anticaglie che il 2030 cancellerà con grande vantaggio per tutti.
Curioso è il cortocircuito di alcuni tra coloro che legittimamente respingono gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e considerano (con serie ragioni) pericolose ed artificiali le produzioni di semi transgenici, sono nemici degli additivi chimici e dei preparati a base di carne in quanto pericolosi e forse cancerogeni, e si oppongono, non senza buoni motivi, al sovraffollamento massivo delle stalle degli animali da carne. Qualcuno tra loro è assertore della carne da provetta proveniente da cellule manipolate e clonate sinteticamente in vasche di allevamento, cosa di per sé alquanto sospetta e inquietante, poiché non appartengono ad alcun animale vivo e tuttavia non sono neppure tessuto morto.
Non sappiamo bene quando e come muore ciascuna cellula, se è possibile che ne resti viva qualcuna al momento in cui verrà mangiata, posto che la loro vita non dipende da un organismo centrale, ma sono cellule indipendenti. E ciò che non è né vivo, né morto, ossia non-morto, che cos’è? Forse uno zombie o una attualizzazione del gatto di Schroedinger della fisica quantistica, vivo e morto nella scatola allo stesso tempo? Ancor meno conosciamo gli effetti a medio e lungo termine sull’organismo umano. Eppure, si corre a tutta velocità verso un mondo di questo tipo, marchiato a fuoco nell’Agenda 2030, destinato a cambiare, con l’alimentazione, una parte rilevante della cultura materiale e dei costumi di interi popoli.
La gigantesca operazione di ingegneria sociale consegue un doppio obiettivo oligarchico: cambia abitudini culturali e modo di vivere di massa e intanto distrugge un enorme tessuto economico, una catena fatta di allevatori, provveditori, distributori, commercianti, trasportatori e intermediari. La sostituzione avanza sotto forma di gigantesche piattaforme digitali in cui si compravende tutto in regime di monopolio privato. Il nostro linguaggio non sarà granché preciso sotto il profilo scientifico, ma mangereste tranquillamente una cotoletta artificiale fatta di cloni realizzati da una cellula (animale, vegetale o chimicamente sintetizzata) se, prudentemente, non vi azzardate a ingerire un panino fabbricato con grano coltivato in modo naturale, ma nei cui semi sono stati introdotti geni artificiali?
Nel linguaggio comune, non è carne né pesce ciò che è confuso, incerto e non sa di nulla. Finora il processo di fabbricazione – non si può usare diverso linguaggio – di questo mangime proteico composto da cellule provenienti da tessuti estratti da animali vivi, riprodotte fino all’estenuazione, o da vegetali, manca di molti principi nutritivi basici, a differenza della carne presente negli organismi pluricellulari vivi. Questo, almeno, affermano molti. I rischi non possono essere sottaciuti solo perché i sostenitori – e beneficiari – delle tecnologie del cibo artificiale sono plurimiliardari potentissimi.
Mentre scriviamo continua la sperimentazione e dilaga sulla stampa mainstream la difesa cieca e appassionata di Agenda 2030, che per molti aspetti riunisce in un unico documento – sottratto al giudizio popolare e imposto ai governi – tutti gli incubi portati alla luce dalla letteratura distopica, da Orwell a Huxley. Se ci dicono che per salvare il pianeta dobbiamo smettere di mangiare carne naturale perché l’allevamento pregiudica la Terra (certo meno di molte altre attività industriali ed estrattive) forse dovremmo iniziare a domandarci se cibarci di cloni, zombi artificiali, fabbricati in maniera antinaturale sia davvero il meglio per noi.
La stampa di servizio considera il cibo artificiale “la salvezza del pianeta”. Chi ci salverà dai salvatori, i Mister Hyde mascherati da benefattori dell’umanità seduti su una montagna di miliardi?