Il terrorista solitario di Strasburgo è stato ucciso, quindi non racconterà come si è “radicalizzato”. Che noia. I suoi atti sono stati rivendicati da DAESH, che è un’organizzazione islamica creata dagli USA, e i suoi amici nella NATO, pagata dai sauditi per abbattere il governo di Assad. La rivendicazione è avvenuta tramite il SITE di Rita Katz. Del resto il nome e l’identità del terrorita sono apparsi sui social israeliani solo 3 ore dopo la strage. Come sempre, loro sanno già tutto “prima”.
Che noia, come sono ripetitivi.
Secondo il tedesco Bild, Cherif Chekatt era nel suo appartamento la mattina dell’attentato, quando la polizia francese andò ad arrestarlo per una vicenda precedente, un omicidio in seguito a rapina; ma lui è riuscito a prendere la fuga. Evidentemente il suo appartamento, un HLM (Habitation à Loyer Moderé, casa popolare a canone assistito) non era il consueto mono- o bilocale con-cucina-a-vista di questo tipo di abitazioni; doveva avere saloni e una quantità di finestre nel retro, da cui il terrorista si sarà calato con le lenzuola. Altrimenti bisogna immaginare che DAESH, ossia la NATO, lo abbia fornito della tuta mimetica dell’invisibilità immortalata nel film Predator, e sia passato in mezzo ai poliziotti che erano sulla porta, guadagnando le scale.
Poi, la sera, compiuta la strage, il terrorista ha fermato un taxi ed è scappato. Piccolo particolare insignificante: i taxi hanno il divieto di entrare nella zona in cui l’avrebbe preso. Come mostra la mappa del giornale locale Dernières Nouvelles d’Alsace, dal 23 novembre la zona – a causa dei mercatini di Natale – è pedonalizzata.
Non solo entrano “solo i veicoli che dispongono di un’autorizzazione”, ma solo da “quattro varchi” dove i vigili urbani filtrano, ossia controllano “sistematicamente” che le auto abbiano l’autorizzazione. L’uscita dalla zona è permessa solo e tassativamente da 2 varchi 2, parimenti controllati, le pont Saint-Nicolas e le pont du Théâtre. Ovviamente la sosta di veicoli è parimenti vietata.
Invece il nostro ha trovato un taxi, e non ha ucciso il taxista, “salvo perché musulmano e devoto alla preghiera”, dicono i giornali. A lui il terrorista in fuga e forse ferito ha spiegato di aver «ucciso per vendicare i fratelli morti» in Siria. E’ solo grazie alla testimonianza del taxista sulle chiacchiere che ha intavolato col terrorista, che quest’ultimo hapotuto essere identificato nel noto Tale dei Tali.
Naturalmente del taxista non si sa il nome, quindi non è possibile ascoltarlo.
Il terrorista di Daesh poi non ha chiesto al taxista di portarlo in Germania, dove ha famiglia ed appoggi. No, si è fatto lasciare a Strasburgo, E nei pressi di un commissariato di polizia. E l’hanno trovato praticamente a casa sua dove l’anno ucciso.
Che noia. Finché il popolo non capirà che è stato ingabbiato in una dittatura dispotica e falsa dal principio alla fine, non se ne esce.