“Era il 12 dicembre 2011 quando pubblicavo e commentavo su @byoblu questa roba: https://www.byoblu.com/2011/12/12/siamo-in-piena-shock-economy/ …
Ed era sempre il 2011 quando portavo questo video a L’Ultima Parola di @gparagone e la commentavo su RaiDue. Dopo otto anni speravo ve ne foste accorti”.
Nei momenti di crisi più acuta, i progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile. »
« C’è bisogno di un nuovo shock perché l’Europa marci coesa [verso l’unificazione], ad esempio il fallimento di una banca tedesca »