Pier Luigi Petrucci (se n’è accorto per il Veneto)
“Come si fa politicamente a passare da un sistema sanitario pubblico ad uno privato senza dirlo ai cittadini? Come si fa a chiudere reparti facendo finta di non chiuderli, come sta facendo Zaia in Veneto?
Lo fai un po’ alla volta. Lo fai obbligando i professionisti a pagarsi l’assicurazione da soli, così tagli quella spesa.
Poi non assumi personale dove serve.
Poi non paghi gli straordinari o gli acquisti di prestazione dicendo che li pagherai più avanti.
Intanto i medici si trovano a spendere soldi per assicurazioni, non avere più straordinari pagati e ad essere sempre in meno a fare lo stesso lavoro che copre 24 h tutti i giorni.
Poi dai direttive come in fabbrica, pretendendo una visita ogni dieci minuti quando ne servirebbero almeno venti, in media, per avere il tempo di dire buongiorno e buonasera.
I pazienti sono scontenti perché aspettano, si innervosiscono, aggrediscono i medici che si trovano pagati male o addirittura con ore non pagate, con turni di lavoro impossibili, pazienti nervosi ed aggressivi che fanno causa per mille motivi e la tua azienda non ti copre. E vai di spese legali.
Le liste di attesa si allungano, la gente va nel privato.
La Regione intanto fa convenzioni col privato, aiutandolo. Così i medici si rendono conto che lo stesso lavoro viene loro pagato il doppio da un’altra parte senza fare 10 notti al mese o avere impegnati due weekend su 4.
In tutto questo, i medici sono pure pochi perché un imbuto impedisce ai neolaureati di specializzarsi.
Ad un certo punto, tra pensionamenti e licenziamenti non hai più medici e il reparto non c’è più, come ginecologia a Piove di Sacco o Pediatria a Camposampiero. Pian piano tagli i servizi territoriali, appaltando alle coop per non assumere nuovi infermieri. Dai un disservizio alla popolazione e tanti infermieri neolaureati vanno in Inghilterra o Germania. O vanno nel privato che cresce pian piano al decrescere del pubblico.
Questa è stata la strategia di gestione del Sistema Sanitario Veneto di Luca Zaia. E non sono stati avvenimenti casuali, è un uomo troppo intelligente per accusarlo di incapacità, è stata proprio una sua scelta, condivisa dalla maggioranza in Veneto. Quello di cui non sono sicura, invece, è che i cittadini veneti lo abbiano votato convinti che avrebbe fatto tutto questo”.
E’ il Progetto di Davos
MB:
L’abolizione tacita del servizio sanitario universale è parte integrante del Grand Reset di Davos. Per i miliardari, i popoli sono ormai superflui: non serve tenerli sani per lavorare, e nemmeno istruiti per farne operai specializzati, tecnici e impiegati adeguato (da qui la DAD ad ogni pretesto). La sola “terapia” che verrà offerta ai poveri sarà l’eutanasia, ormai in legalizzazione in tutto il mondo: e i poveri non credendo più in Dio né nell’immortalità dell’anima l’accetteranno in massa, condannandosi alla sofferenza eterna.
Ormai la produzione di massa va abolita – serve soprattutto a fabbricare oggetti per il benessere delle masse, che inquinano, consumano “il pianeta” e non servono più ai ricchi: che si possono far fabbricare – ne hanno i mezzi – auto per sé fuori serie come oggetti unici, e aerei privati, e yacht, grazie alle stampanti 3D e l’intelligenza artificiale. La produzione in serie di auto viene ridotta: si obbliga a passare all’auto elettrica, costosissima, che “le masse” non possono permettersi.
Così le privatizzazioni, da ultimo anche dell’acqua potabile: tutto ciò serviva non ai miliardari ma alle “masse”, che invece vanno ridotte demograficamente e nelle loro pretese di consumi opulenti (da qui la stroncatura di turismo, alberghi, ristoranti ee la promozione di proteine alimentari da insetti, meno inquinanti del bestiame).
Il progetto è, dal punto di vista maligno, perfettamente razionale e viene attuato con rigore conseguenziale e sostanzialmente alla luce del sole.
Il bello è che le masse non si accorgono di essere defraudate dell’intero “stato del benessere” con il trucco della falsa pandemia, perché “la TV non lo dice”.
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Tre calciatori professionisti sono morti per infarto negli ultimi 5 giorni. Il croato Marin Cacic, 23 anni. – Soufiane Lokar, algerino, 30 anni. – Oman Makhlid Al Raqadi, 29 anni. Riposino in pace.