Boris Jonson ha vietato ai membri del governo di partecipare al Forum di Davos che si terrà il mese prossimo. “Il nostro compito è ottenere risultati per il popolo, non bere champagne coi miliardari” (la fonte di Dawning Street).
Nel novembre scorso, ossia prima del successo elettorale, il suo governo ha aperto un’indagine su Georges Soros e i 3 milioni di sterline che la sua fondazione ha pagato per una campagna anti-Brexit e per far cadere il capo del governo.
E’ stata adita la Commissione Elettorale perché indaghi sulla illegittimità di queste “donazioni” – le donazioni estere a organizzazioni politiche sono vietate per legge – ma come ha scoperto il Daily Mail, la Open Society, che ha sede in Usa, ha aggirato il divieto facendo partite i soldi da un conto di facciata di Londra.
I 3 milioni sono apparsi nel conto di un gruppo pro-UE, chiamato Best for Britain (BfB) che ha sede in un edificio di uffici a Westminster dove stanno altre organizzazioni anti-Brexit, che hanno nomi come “Open Britain” ed “European Movement”.
L’offensiva di Johnson contro Soros
Il BfB ha aperto un sito web dove consigliava un sofisticato tipo di “voto tattico”, rivolto agli elettori propensi a votare per i Verdi, i Liberal Democrats e il Plaid Cymru (un partito locale gallese) – formazioni minoritarie, ma (guarda caso) che avevano appena stretto fra loro un patto,chiamato “Unite To Remain”: non opporsi l’uno all’altro in 60 circoscrizioni. Secondo lo steso BfB, se il 30 per cento degli elettori favorevoli al ”remain” avessero votato in questo modo “tattico”, dei 60 seggi marginali, 44 sarebbero stati “vincibili” da elementi anti-Brexit.
Si intuisce che anche solo aver elaborato una simile strategia di desistenza ha richiesto una analisi seggio per seggio e l’identificazione dei tre partiti minori quasi voto per voto: anche solo un simile esame dev’essere stato costoso, molto sopra i 3 milioni. La difficoltà era invitare gli elettori dei tre partiti (“perdenti” storici) a seguire questa tattica, e fargliela capire (anzitutto) e convincerli. A questo sono serviti i soldi di BfB, che ha speso cifre notevoli, negli ultimi 30 giorni, in inserzioni pubblicitarie .
Non è bastato e non è riuscito.
Adesso vedremo se l’indagine proseguirà, magari non esclusa la indicazione di Soros come persona non grata. Nel 1992, il finanziere “di origine ungherese” (come badano a ripetere i media) quando attuò la manovra speculativa contro la lira, lo fece anche contro la sterlina. Da noi aiutato da Ciampi che dissanguò le casse della nazione di 48 miliardi di dollari per una “difesa della lira” (ossia per mantenerne le quotazioni alte in modo da tenerla agganciata al marco tedesco – difesa del tutto inutile dopo che ebbe dalla banca centrale tedesca la assicurazione che non avrebbe cooperato nel “salvataggio”. Soros guadagnò un miliardo di dollari. Ma non fu certo il solo: sarebbe interessante sapere chi, anche italiano, raccolse la sua parte dei 48 miliardi che Ciampi buttava dalla finestra di Bankitalia.
Certa una cosa: non mi pare che Soros abbia ricevuto una laurea honoris causa da una università britannica, come quella che ricevette – dalla mani stesse di Romano Prodi – dall’ateneo di Bologna.
E’ la differenza fra avere un popolo e non averlo.
E’ comunque utile imparare, da Boris, “come si fa il populista”: la lucida identificazione dell’avversario e l’energia da mettere in campo, avendo una chiara valutazione delle forze preponderanti, sofisticate e sleali che l’avversario sa mettere in campo.
Su Giorgetti che candida Draghi
Dico questo perché giorni fa un lettore – e nemmeno dei più rozzi – mi scrisse invitandomi ad indignarmi con lui del “tradimento” di Giorgietti, il leghista sospetto perché ha il numero di telefono di Draghi: ha proposto di mettersi con i partiti del governo attorno a un tavolo per cambiare tre o quattro regole e andare presto al voto. E’ giunto a proporre Mario Draghi come capo del governo. Ciò coronava, per il lettore , il “tradimento” di Salvini che ha ripetuto di non voler uscire dall’euro…Ci hanno tradito tutti, noi “no-Euro”, anche la Lega.
Non so quanti lettori condividano lo stato d’animo di questo. Temo che, in generale, non si rendano conto fino a che punto siamo soggetti alla dittatura oligarchica, e quali siano le sue armi.
Salvini dice che non vuole uscire dall’euro? Non vi siete accorti, lettori, che non si può proporre nel dibattito pubblico il tema? Già solo provare ad evocarlo equivale ad auspicare un nuovo genocidio degli ebrei. E dico letteralmente: non vi siete accorti come i media stanno costantemente associando il “no euro” con l’odio, quindi per semplice slittamento con gli insulti antisemiti (inesistenti) ricevuti dalla senatrice Segre? Ormai criticare la UE è identificato a odio, antisemitismo, sentimento sub-umano di inimicizia verso la Segre, e amico di Putin.
Il nemico indicato dalla NATO e dalla Merkel. Amico è dir poco: vi rendete conto che la valorosa magistratura italiana ha un’inchiesta aperta sui milioni che il leghista Savoini trattò a Mosca e di cui L’Espresso ha la incriminante intercettazione? E di cui Mentana non perde occasione di accennare? Tutti sappiamo che quei soldi non esistono: anche al magistratura, ed è proprio questo che deve spaventarvi – dirvi che viviamo in una dittatura di tipo sovietico, l’epoca dei processi-farsa. La magistratura italiana è la divisione corazzata del blocco di potere costituito dagli “europeisti”, un blocco che va dal Quirinale (ancora non capite il potere che viene usato da lì?) dal Vaticano al PD ai grillini, le tv, i media , e l’appoggio di Bruxelles, di Berlino, di Parigi, della banca centrale.
Salvini era nell’angolo
La magistratura sta provando seriamente a distruggere Salvini, con la mezza dozzina di dossier aperti. E’ ovvio,il sistema di potere capisce che non può tornare ad elezioni finché il Capitone rischia di prendere il 34 %.
Non vi rendete conto fino a che punto Salvini è nell’angolo? Nella dittatura europea, un programma euro critico è antisemitismo; è odio, come ci ricordano nelle piazze le sardine esaltate dai media; la Palamara gli è alle calcagna; la famigghia del Quirinale, i media tv soprattutto, che stanno identificando “sovranismo” con antisemitismo e filo-putinismo. Persino El Papa lo sta scalciando.
Non resta a Salvini più alcun tema programmatico e politico che possa enunciare; il suo messaggio è monocorde e stanca , i sondaggi calano..
Ed ecco la proposta di Giorgetti: serve a far uscirer dall’angolo la Lega e povero Salvini; getta la palla nel campo avversario, disinnesca a bomba mediatica, dà a Salvini un’immagine non più “estremista” a di “Odiatore” sub-umano che gli hanno dipinto le sardine, assediandolo nelle piazze. Se uno propone all’opposizione tutta di mettersi attorno a un tavolo, come può essere il nuovo Goebbels?
Propone addirittura Mario Draghi premier? Se questo sarà inevitabile – se lo hanno deciso ben altri poteri forti-malavitosi – è meglio che sia stato anche con la Lega: non vedete, lettori, i danni che subiamo dall’essere ininfluenti e dall’avere tutti i poteri esteri e interni contro?
Draghi è una candidatura a cui tutti i nemici non possono dire di no, men che mano grillini e piddini, Mattarelli e Bergoglio e Palamare e Conte e Gualtieri – E’ una profferta che non costa niente alla Lega. Tanto più che Girgetti sappia direttamente che mai e poi mai Draghi accetterebbe di mettersia capo di un governo italiota: per litigare con la coalizione? Per esporsi alla bufera permanente che è la politica italiana per quelli che sono soggetti al voto popolare? Draghi viene da una superiore alla canea e alla votazione, una carica eccelsa dove godeva la massima impunità giudiziaria e morale – a lui conviene solo il Quirinale protetto dalle leggi contro il vilipendio ..
La proposta di Giorgietti attrae, e come no, il PD: sarebbe l’occasione di condizionare l’ alleato grillino, e contrastare le sue riforme più stolide e inutili e demenziali, dalla chiusura dell’ilva a quelle giudiziarie che ci restituiranno un paese in macerie , come ha detto Giorgetti.
Invito anche a considerare che anche Renzi è sotto attacco della magistratura (un dossier che non sarebbe mai stato aperto se Renzi non avesse iniziato la spaccatura del PD) perché ha rotto il partito di riferimento del Procuratore Totale, da cui s’ è fatto proteggere in questi anni nelle su illegalità gravissime con cui la Procura ha occupato il potere politico. Magari l’incontro Renzi-Salvini in casa Verdini è servito a coordinare una tattica contro il nemico comune?
A me sembra, da Giorgetti, una mossa tattica intelligente – date le circostanze disperate in cui il progetto del populismo italiano si trova. Infatti lo stesso Salvini dapprima non l’ha capito e l’ha respinto … ma non voglio infierire. Dobbiamo tutti imparare a fare i populisti.