Piccoli Cekisti crescono.
In Italia su ordine USA ha cominciato Repubblica: era tanto che Gianni Riotta voleva diventare questurino del pensiero (altrui, il suo mancandogli)
da Il Tempo:
Gli americani fanno la lista dei filo-Putin italiani. Giornalisti, intellettuali, politici: chi c’è nell’elenco
“Gli americani fanno la lista dei putiniani d’Italia. Mentre infiamma la guerra in Ucraina si fa la conta di chi sta da una parte e chi dall’altra nel dibattito pubblico come nelle istituzioni. L’etichetta usata per identificare i filorussi è quella di “Putinversteher”, neologismo tedesco che vuol dire più o meno “chi si intende con Putin”. A stilare l’elenco è la Columbia University che ha realizzato uno studio ad hoc: “Russian Active Measures: Yesterday, Today, Tomorrow”, curato dai docenti Olga Bertelsen e Jan Goldman [Padroni del Discorso; oggi, ardono di fondare il KGB occidentale, ndr.]. All’interno della ricerca un focus dedicato ai putiniani italiani, intitolato “Russian Influence on Italian Culture, Academia, and Think Tanks” curato da Luigi Germani e Massimiliano De Pasquale.
Nel calderone dell'”influenza russa” sono inseriti intellettuali, giornalisti, parlamentari, imprenditori che in passato o più recentemente hanno sottolineato meriti e qualità del presidente russo, o in questi giorni hanno ricordato le responsabilità della Nato nell’esplosione della crisi ucraina.
Ma chi ha messo la Columbia University, grande college privato americano inserito nella prestigiosa Ivy League, nell’elenco? La lista dei “Putinversteher” tricolori parte da lontano tricolori e include “Claudio Mutti, ex-attivista di estrema destra, esperto di lingue Ugro-Finniche, e fondatore delle Edizioni all’Insegna del Veltro” scrive Linkiesta che ha anticipato i contenuti del volume, ma anche gli ex-dirigenti del Msi Carlo Terracciano e Maurizio Murelli, e l’esperto di geopolitica Tiberio Graziani. E ancora il giornalista Gianluca Savoini e la sua Associazione Culturale Lombardia-Russia, quello del caso dell’Hotel Metropol.
Lo studio, curato nella parte italiana dagli esperti Luigi Sergio Germani e Massimiliano Di Pasquale fa riferimento più volte ad articoli di Sergio Romano [l’ambasciatore, ndr.], sul Corriere della sera, ma anche di Repubblica, e si parla di una deriva filorussa anche da parte della rivista di geopolitica italiana Limes.
Gli studiosi individuano tra coloro “che si intendono con Putin” anche il filosofo Massimo Cacciari, Diego Fusaro, l’ex-inviato nell’Urss e poi teorico del complotto dell’11 settembre Giulietto Chiesa, lo scrittore Nicolai Lilin, il leader di CasaPound Simone Di Stefano, l’ex-seguace di Toni Negri Giuseppe Zambon, l’ex-direttore di Rai 2 Carlo Freccero, il docente della Ca’ Foscari Aldo Ferrari, il reporter di guerra Fausto Biloslavo, lo storico Franco Cardini, i giornalisti Sebastiano Caputo e Maurizio Blondet, l’ex-vicedirettore di Famiglia Cristiana Fulvio Scaglione.
Ed ecco, “The opposite of journalism” (cit.) in azione. pic.twitter.com/3PJfB4DTwS
— Paolo Gibilisco (@paolo_gibilisco) March 3, 2022