Contro il delirio della dittatura Green, i coltivatori tedeschi chiedono “un ripensamento”

Su Il Fatto Quotidiano appare questo titolo:

Cioccolato, carne, caffè, soia: verso la stretta in Ue per i prodotti che causano la deforestazione

Leggiamo:

L’Unione Europea, la maggiore importatrice di cacao, sta cercando di evitare che il consumo di cioccolato continui a essere la causa principale della distruzione di migliaia di ettari di foreste tropicali: il Parlamento di Strasburgo approverà un pacchetto di leggi per vietare l’importazione dei prodotti che distruggono o degradano le foreste, con multe per le aziende che non rispettano le regole. Tra i beni, carne bovina, legname, caffè, gomma, soia e, infine, cacao e olio di palma””. 

In pratica, la dittatura UE si appresta a privare i suoi cinquecento milioni del nutrimento – in base ad una ideologia “verde” che non si prova nemmeno a nascondere che, per questi deliranti che hanno preso il potere in EU l’inquinante da eliminare è l’essere umano, e procedono a eliminarlo. In obbedienza, apprendiamo a ciò è stato deciso “dalla COP 15, conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite”.

Orbe, contro questo pericolo estremo genocida per le popolazioni, hanno stilato una “dichiarazione di Stoccolma” un gruppo di”utenti e proretari di terreni e foreste, insomma coltivatori tedeschi, chiedendo ai dittatori folli un “Ripensamento del Green Deal”.

Più che una dichiarazione è una supplica, in quanto gli estensori non contestano la menzogna primaria dei “cambiamenti climatici”, anzi la fannno propria. In ogni caso, ecco il testo:

Le aziende familiari Land und Forst scrivono in un comunicato stampa:

Nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Organizzazione europea dei proprietari terrieri (ELO) il 30 novembre a Stoccolma, i rappresentanti dei proprietari terrieri e dei gestori europei di vari paesi dell’UE hanno approvato la “Dichiarazione di Stoccolma” congiunta sugli attuali progetti dell’UE per il ripristino della natura (Nature Restoration Legge) e per ridurre l’uso di pesticidi ( Sustainable Use Regulation ) approvato e firmato. Nella dichiarazione, chiedono un ripensamento del Green Deal dell’UE per affrontare meglio le sfide del cambiamento climatico e trovare un migliore equilibrio tra produzione sostenibile e protezione della biodiversità, considerando attentamente le conseguenze negative indesiderate.

“Noi proprietari terrieri e gestori di terreni coltivati ​​e foreste in tutta Europa siamo in prima linea nell’impatto dei cambiamenti climatici e siamo pienamente impegnati negli obiettivi della neutralità climatica e della protezione degli ecosistemi. Tuttavia, gli attuali progetti di regolamento della Commissione UE non contribuiscono a questo. Nella loro forma attuale, sono poco pratici e difficili da capire. Chiediamo alla Commissione europea, al Consiglio europeo e al Parlamento europeo di correggere quanto prima possibile”, ha dichiarato Max v. Elverfeldt, che ha firmato per l’associazione tedesca come presidente delle aziende familiari Land und Forst.

Nella loro “Dichiarazione di Stoccolma”, gli utilizzatori europei del suolo identificano le seguenti sette critiche al regolamento sul ripristino della natura e al regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari:

  1. I regolamenti non forniscono soluzioni adeguate ai cambiamenti irreversibili causati dai cambiamenti climatici.

Il cambiamento climatico sta alterando i nostri ecosistemi e sfidando il modo in cui gestiamo le nostre risorse naturali. Se solo ripristiniamo la situazione di decenni fa, almeno quella degli ultimi 70 anni, come indicato nella proposta della Commissione, contribuiremo attivamente alla perdita di biodiversità. Gli ecosistemi resilienti richiedono che ci adattiamo alla nuova normalità: gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti che portano incertezze e difficoltà che non possiamo ancora comprendere appieno. Se prendiamo sul serio gli ecosistemi sani, dobbiamo andare oltre la protezione e il recupero e concentrarci sull’adattamento e la resilienza.

  1. Mettono in pericolo le imprese rurali e indeboliscono la competitività.

I proprietari terrieri ei gestori del territorio sono importanti datori di lavoro nelle zone rurali. In Europa ci sono 9,2 milioni di posti di lavoro in agricoltura e mezzo milione di persone sono impiegate nella silvicoltura e nel disboscamento (2018)[1] . Allo stesso modo, molte filiere regionali dipendono dalla nostra capacità di coltivare la nostra terra per una produzione sostenibile. L’ ordinanza sul ripristino della natura e l’ordinanza sull’uso sostenibile dei pesticidi sono restrittive e minacciano le nostre imprese e milioni di posti di lavoro nelle zone rurali.

  1. Lasciano aperte questioni di finanziamento irrisolte.

Soprattutto, la proposta di rinaturalizzazione lascia aperta la questione del finanziamento. Senza compensazioni e incentivi adeguati, le misure avranno un impatto negativo immediato sui gestori del territorio poiché i costi effettivi superano i potenziali benefici. Per garantire un’equa compensazione finanziaria a lungo termine, sono necessari sistemi volontari basati su contratti e un’adeguata valutazione dei servizi ecosistemici.

  1. I regolamenti trascurano i diversi paesaggi dell’Europa.

Considerando l’eterogeneità dei paesaggi europei, abbiamo bisogno di più approcci dal basso verso l’alto invece di una soluzione europea “taglia unica”. Entrambi i dossier pretendono di creare un piano generale per la natura in Europa dove non esiste. È importante che siano rispettati i principi di sussidiarietà e proporzionalità.

  1. Mettono a rischio la sicurezza alimentare ed energetica.

A nostro avviso, limitare semplicemente la produzione europea di cibo e materie prime rinnovabili è un errore fondamentale. D’altra parte, dobbiamo ridurre lo spreco alimentare e l’intensità delle emissioni del cibo prodotto e affrontare anche le questioni nutrizionali. Le sole restrizioni alla produzione minacciano la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Europa in un momento di gravi perturbazioni del mercato e catene di approvvigionamento globali imprevedibili. Indeboliscono anche la nostra capacità di contribuire all’accessibilità economica di cibo ed energia. Mentre la disponibilità di cibo non è attualmente in gioco nell’UE, l’accessibilità economica del cibo per le famiglie a basso reddito sta diventando una preoccupazione crescente.

  1. Ne possono derivare impatti negativi sulla biodiversità e lo spostamento dell’impronta ecologica dell’UE.

Mentre alcune specie animali e vegetali richiedono aree protette per prosperare, ci sono molte specie i cui habitat preferiti sono gli habitat creati e gestiti dall’uomo, come le foreste gestite in modo sostenibile. La limitazione della produzione, se non accompagnata da un uso più efficiente, porterà inevitabilmente alla delocalizzazione della produzione in parti del mondo che non hanno gli stessi standard ambientali. Ciò porta a uno spostamento del carbonio e all’esportazione dei problemi ambientali. Inoltre, le limitazioni nella produzione di materie prime rinnovabili portano alla sostituzione con materiali più energivori e con una maggiore impronta ecologica. In questo contesto, vorremmo sottolineare che non esiste ancora un sistema europeo di adeguamento alla frontiera per la CO2.

  1. Entrambi i progetti minano la fiducia degli operatori.

È probabile che un approccio dall’alto verso il basso abbia un impatto negativo sulla disponibilità dei proprietari terrieri a cooperare. I proprietari terrieri ei gestori di terreni agricoli e foreste in tutta Europa hanno espresso il loro sostegno all’attuazione della rete Natura 2000, a condizione che le attività sociali ed economiche possano essere combinate con obiettivi ambientali. Negli ultimi 30 anni, le componenti sociali ed economiche di questo accordo sono state, o vengono, sistematicamente minate. Il regolamento sul ripristino della natura si aggiungerà a questo sentimento negativo e probabilmente annullerà gli obiettivi fissati nella politica di conservazione della natura dell’UE.

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Le imprese familiari Land e Forst sono un’associazione volontaria di proprietari che, con le loro imprese, rappresentano ben 50.000 imprenditori, dipendenti e familiari. Le nostre aziende associate sono responsabili di circa il 5% della superficie agricola e forestale in Germania. Coltivano la loro terra in modo sostenibile e pensano in termini di generazioni. Il nostro obiettivo è creare valore aggiunto per la nostra società e sensibilizzare alle preoccupazioni delle aziende agricole e forestali a conduzione familiare. L’associazione è quindi impegnata a proteggere la proprietà privata e rafforzare il potere economico nelle zone rurali. In costante dialogo con la politica, il mondo degli affaari.

Non credo che questa supplica li fermerà.