piccole note
“Anthony S. Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, ha affermato che ‘non c’è dubbio’ che Donald Trump dovrà affrontare un focolaio di una malattia infettiva a sorpresa durante la sua presidenza”. Inizia così un articolo di Healio dell’11 gennaio del 2017 (fatidico 11…), che riportava quanto emerso in un convegno dell’epoca.
Fauci attualmente guida la lotta contro il coronavirus in America e compare accanto a Trump nelle conferenze stampa, con il quale entra spesso in aperta polemica per la gestione della crisi (vedi Post).
Nell’articolo, gli interventi di altri esperti della materia che in diversi modi confermavano l’allarme di Fauci. Un allarme che si riferiva ad alcune epidemie del passato, alle quali l’immobiliarista prestato alla politica, così definito nel testo, non era all’altezza di far fronte.
Ma non solo quelle del passato. Così conclude l’articolo: “Fauci ha affermato che altre preoccupazioni riguardo l’amministrazione Trump comprendono anche una nuova potenziale pandemia influenzale e l’insorgere di malattie che non sono ancora state individuate di nessuno”.
“E le cose a cui non stiamo nemmeno pensando?” ha detto ancora. “Indipendentemente da ciò, la storia ci ha detto definitivamente che [i focolai, ndr.] avverranno perché [affrontare, ndr.] le malattie infettive è una sfida continua. Non spariranno. La cosa di cui siamo straordinariamente sicuri è che vedremo accadere questo nei prossimi anni“.
Contagio cremisi
Nulla di segreto, il monito lanciato dal dottor Fauci circola sul web da tempo. Come circola anche la notizia che, dal gennaio ad agosto dello scorso anno, lo Health and Human Services (HHS ), il Department of Homeland Security (DHS), il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e altre Agenzie degli Stati Uniti hanno condotto delle esercitazioni per “rispondere a un’influenza pandemica di entità severa”.
Un’esercitazione su larga scala chiamata Crimson Contagion. Nel documento si legge: “35 centri operativi sono stati attivati per l’esercitazione, comprese autorità statali e centri di emergenza locali, centri sanitari pubblici e ospedali pubblici e locali, centri operativi delle organizzazioni non governative, le strutture dell’HHSS Center, il CDC Emergency Operations Center e la DHS / FEMA National Center che coordina la risposta”.
Altri particolari si possono leggere nella bozza del rapporto conclusivo, strettamente riservato, che è stata ripresa anche dal New York Times, non certo un media complottista.
Il NYT sintetizza le conclusioni dell’esercitazione: “il focolaio di un’epidemia causata da un virus che aggredisce le vie respiratorie, scoppiato in Cina, si è rapidamente diffuso in tutto il mondo tramite i passeggeri degli aerei, che presentano febbre con temperature corporee alte”.
“Negli Stati Uniti, il virus viene scoperto per la prima volta a Chicago e, 47 giorni dopo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara ufficialmente che si tratta di una pandemia. Ma ormai è troppo tardi: 110 milioni di americani sarebbero stati contagiati, 7,7 milioni di questi sarebbero stati ospedalizzati e 586.000 sarebbero morti”.
In altra nota abbiamo accennato all’esercitazione Event 201 e a un’esercitazione similare, ambedue svolte a ottobre 2019, per simulare la risposta a una pandemia (Piccolenote).
Come si vede, gli Stati Uniti avevano previsto con estrema accuratezza quanto sta avvenendo; anche l’origine della pandemia in Cina, nonostante le ultime due pandemie siano nate altrove.
Infatti, dopo la Sars del 2003, c’è stata la cosiddetta sindrome influenzale suina – nata negli Usa nel 1976 presso la base militare Usa di Fort Dix -, dichiarata pandemia nel 2009, partita dal Messico; quindi è stata la volta della Mers, o sindrome influenzale mediorientale, iniziata in Egitto nel 2012.
La pandemia e Trump
Tra le tante domande che tutto ciò pone, una alquanto ingenua: possibile che a fronte di tanta accurata preveggenza negli Usa si registri una risposta tanto confusa alla pandemia?
Certo, Trump non è un esperto in materia. Ma possibile che le varie Agenzie americane si siano fatte sorprendere addirittura senza mascherine e ventilatori? E neanche lo straccio di un piano di quarantena, nonostante a novembre, anche qui prima della pandemia, abbiano lanciato bandi di assunzione per esperti in quarantena?
Eppure hanno Agenzie specifiche, come quelle coinvolte nel Crimson Contagion, che vantano cospicui finanziamenti pubblici.
Evidentemente tali Agenzie hanno fatto ben poco al riguardo, come poco o nulla sembra stiano facendo ora: nessun coordinamento, ogni Stato e ospedale va per conto suo, con Trump che naviga a vista..
Una tragedia immane, che ha investito non solo l’America, ma anche il presidente, totalmente spiazzato da quanto sta accadendo. Evidentemente nessuno gli ha spiegato con esattezza quanto si preparava.
Non gli ha giovato l’avversione del Deep State, per il quale egli è un pericoloso intruso, il quale ha fornito ai suoi avversari politici armi di distruzione di massa per distruggerlo, prima con il Russiagate poi con l’Ucrainagate, che quasi gli costava l’impeachment.
Non abbiamo citato a caso tali precedenti: Adam Schiff, il repubblicano a capo della commissione intelligence della Camera, che ha avuto un ruolo importante nell Russiagate (suscitando le ire di Trump), ha già prefigurato una Commissione d’inchiesta sulla pandemia, che ha paragonato a Pearl Harbor e all’11 settembre (a volte ritornano: quando il coronavirus flagellava la Cina, era definito l’11 settembre di Pechino…).
Anche se Trump sopravviverà alla pandemia, non avrà vita facile. Resta la tragedia, simbolizzata dall’Empire State Building acceso di rosso sangue e lampeggiante allarme. Messaggio nefasto infisso nel cuore pulsante della città-simbolo dell’Impero.
Rita J. King@RitaJKing