cosa fa la “sinistra” in Spagna: eutanasia, squadre paramilitari in Catalogna, diritti LGBT

Avevo   chiesto  all’amico Stefano, che vive e lavora come docente a Barcellona, una sua opinione sul partito che ha  preso il posto di Rajoy. Ecco la sua risposta.

E’ già alla quarta edizione. finanziata dalla Generalitat, diputaciòn, ayuntamiento – l’intero potere  separatista.

Il nuovo governo Frankstein di Pedro Sanchez è un’accozzaglia di Socialisti, podemisti e nazional-separatisti di ogni tipo (sia baschi che catalani). I voti che ha ottenuto non gli permetteranno di governare seriamente, ma solamente di occupare i posti chiave dell’amministrazione pubblica e giusto in tempo per dare qualche spallata a ciò che rimane di legge naturale.

In primo luogo l’approvazione dell’eutanasia legale, única proposta possibile che unisce trasversalmente i partiti che appoggiano il governo Sanchez. È di poche settimane fa la proposta di legge, prima della sfiducia a Rajoy e appoggiata proprio da Podemos-PSOE. Sarà solo il tramite legale per legalizzare quello che già si pratica a larga scala nelle varie Terapie Intensive degli ospedali.

Sedazione forzosa a richiesta dei familiari stanchi di aspettare l’agonia del povero malcapitato. Te lo dico per esperienza diretta: mia moglie lavora come medico con anziani terminali e pochi giorni fa è morta la suocera di un caro amico e i dottori spingevano per sedarla e liberare quanto prima il letto della suocera che aveva avuto un ictus. Sono giunti a fare pressioni esplicite alla famiglia usando anche la meschinità del senso di colpa e della scortesia palese per indurli ad accettare la sedazione. E poi, come è stato già annunciato, un nuovo giro di vite sull’omofobia, uguaglianza di genere e pattume annesso. Ci saranno leggi per la protezione dei transessuali, nuovo paradigma dell’esclusione e dello stigma sociale. Il tutto comprenderà prestazioni economiche (indennizzi, of course) e cambi di sesso. Oltre all’obbligo delle quote di genere, stipendi forzosamente uguali tra uomo e donna, ecc.

Squadre paramilitari catalane

Questo per quanto riguarda l’ingegneria sociale. Però il gran nodo resta la situazione in Catalogna. S’è votato un nuovo governo ancora più combattivo ma sempre meno rappresentativo della realtà política (Torra president) che continua il mantra degli ultimi 5 anni di indipendenza. Questa volta però la situazione è diventata ancor più tesa per la creazione dei cosiddetti “Comites de defensa de la república“, ovvero squadriglie farcite di elementi paramilitari proveniente dai centri sociali per ottenere il controllo delle strade.

Sempre di più ci sono incidenti tra la popolazione, prontamente silenziati dai media. Quando proprio non possono tacere descrivono da una parte i difensori della Catalogna, dall’altra un manipolo di fascisti antidemocratici. In questo i catalani sono perfettamente judiòs: mentre distruggono l’avversario, riducono al silenzio, usano tutta la macchina dello stato per esercitare violenza e controllo sociale, arraffano dal bilancio statale tutte le risorse per la lotta culturale ed educativa, gridano stracciandosi le vesti di essere oppressi e umiliati.

Mai nella storia della Spagna, la Catalogna ha avuto più potere e competenze politiche come ora.
C’è da capire che ha promesso Sanchez per ottenere il voto di Esquerra e Pdecat al Congresso ed essere eletto. É possibile una nuova costituzione dove si riconosca la nazione catalana, un referéndum pattuito con Madrid, scarcerazione dei politici carcerati…comunque sia nelle prossime elezioni del 2019 tanto il PP come il PSOE hanno il destino segnato. Ciudadanos (C’s) avrá una maggioranza schiacciante ed è possibile che possa governare da sola o in alleanza con PP e PSOE come soci di minoranza. Se qui in Catalogna l’appoggio all’indipendenza è sempre più una questione delle zone più rurali (rappresentante in modo sbilanciato nel sistema elettorale) mentre nella zona costiera è più presente l’adesione alla Spagna (in pratica parliamo di un 35% pro e un 65% contro), la fazione indipententista è sempre più radicale e in mano alla sinistra in un classico vórtice bolscevico, dove l’azione è sempre in mano alla fazione più radicale. Una volta liquidato il vecchio partito della borghesia (Pdecat, ex CIU improvisamente risorto con l’epica di Puigdemont fuggito in Belgio e poi in Germania) saranno ERC e CUP a portare avanti la dissoluzione della Catalogna e della Spagna.

Stefano.