Posto qui la deuncia di Enrico Galoppini, dal sito Nazione Futura:
“A leggere le “linee guida” redatte dal Comitato tecnico-scientifico di cui si avvale Governo ed alle quali gli istituti scolastici ed i docenti si atterranno, si ha l’impressione di misure pensate più per un carcere o un sanatorio piuttosto che per ambienti adeguati per i bambini. “Distanziamento”, mascherine ogni tre passi, sanificazione di tutto e tutti. Il bambino teorizzato e trattato come presunto “untore”, e panico innescato al primo starnuto. Il tutto mentre i famosi “numeri” dei “contagi”, delle “terapie intensive” e dei “morti” testimoniano tutto l’opposto di una catastrofe sanitaria in atto.
Ora, se la scuola, in questa società moderna, dovrebbe rappresentare un importante momento della formazione della personalità umana, oltre che essere veicolo di competenze e nozioni, questa scuola, la scuola della “nuova normalità”, è l’esatto contrario di un luogo atto a che ciò possa realizzarsi.
Per quanto riguarda le classi d’età più giovani, queste “linee guida” è assai probabile che si rivelino fonte di stress e di vere e proprie psicosi in una fase cruciale dello sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino. Un bambino che – sin dall’inizio di questa “pandemia” dichiarata da un’organizzazione finanziata perlopiù da privati che ha praticamente affermato tutto e il contrario di tutto e che non si capisce come mai certi governi seguono come l’oracolo – è stato il grande assente sulla scena mediatica sulla quale si sono esibiti “esperti” dalle dubbie intenzioni e professionalità.
Del bambino e delle sue esigenze, parliamoci chiaro, non è interessato né interessa niente a nessuno di questi “esperti” in quota politica: a simbolo di tutto ciò si prenda il disquisire, grottesco, sulla possibilità – mentre i proprietari di cani uscivano anche dieci volte al giorno – di consentire la “passeggiata genitore-figlio”. Solo chi ha dei figli sa che cosa ha significato sentire certe affermazioni e vedere certe scene.
Ed oggi che i numeri della cosiddetta “pandemia”, con le terapie intensive vuote ed i morti che si contano su una mano, sono da prefisso telefonico, a scuola, complici gli allarmismi sui “positivi” ai tamponi, si vuole mandare avanti ancora uno spettacolo indecoroso sulla pelle dei bambini, sfruttando l’inizio del nuovo anno scolastico.
Quale occasione per inscenare “l’efficienza del governo” e la sua “sollecitudine” nel predisporre tutte le misure a protezione e del personale scolastico e dei suoi utenti! Persino l’acquisto di tutti questi banchi “monoposto” o con le rotelle, che comporta una spesa pubblica stupefacente in un comparto nel quale mancava tutto, dalla carta igienica alle risme di carta, s’inserisce in questa farsa che è stata messa su con la scusa della “ripartenza della scuola”.
Ma regole così (“non possono abbracciarsi, né toccarsi, né prestarsi oggetti eccetera”), impossibili da rispettare a meno che non si voglia mandare tutti al manicomio, o sono state pensare “all’italiana” per essere trasgredite o sono il parto di menti distorte, che intendono perseguire degli obiettivi nemmeno troppo nascosti.
Tra questi, la distruzione della scuola pubblica, o quanto meno il suo abbandono da parte di quelle famiglie che non hanno ancora mandato il cervello all’ammasso e che non si abituano al pensiero di un figlio praticamente in carcere. Ma c’è dell’altro, di più inquietante, perché nemmeno troppo velatamente si caldeggia l’osservanza delle “regole della scuola” anche al di fuori di essa, per cui non si esagera se si afferma che l’ambizione di questi ideologi al servizio della “pandemia” è quella di trasformare tutta la vita del fanciullo secondo i loro schemi paranoici.
Come se tutto ciò non bastasse, su tutte le famiglie che mandano i figli in questa scuola incombe lo spauracchio di “quarantene” e “tamponi” a catena. Sì, perché quella che i media riversano nelle case degli italiani è oramai una “pandemia di tamponi”. Tamponi che diagnosticamente sono inaffidabili ma che vengono fatti in numero crescente perché questo governo ha un estremo bisogno di “malati” inventati di sana pianta. E tutto questo, ignobilmente, sulla pelle dei bambini e delle loro famiglie.
Che dire poi della “didattica a distanza”? Se già non è il massimo per gli studenti delle superiori (costretti pure alla mascherina al banco!), com’è possibile pensare di aggiogare per ore un bambino al computer senza che quello abbia a patirne pedagogicamente ed emotivamente? Avrà o no bisogno dell’assistenza d’un adulto? Pensiamo un attimo perché si potrebbe rendere “necessario” il ricorso alla “didattica a distanza”.
Di nuovo per dei tamponi “positivi” e conseguente chiusura di classi e/o intere scuole. Ma anche nella malaugurata ipotesi di nuovi “lockdown” che un governo disperato potrebbe dichiarare sempre a colpi di “decreti d’urgenza” dalla più che dubbia legittimità ed opportunità, pur di salvare la propria nave che affonda sotto il peso delle catastrofi che ha provocato.
Ultima – ma solo in ordine di tempo perché ne combinerà altre – quella dell’acquisto di milioni di banchi mentre quelli vecchi, ci fanno pure vedere senza vergogna, vengono lanciati prima dalla finestra e poi nella discarica. Ci sarà pure un giudice che vorrà indagare per danno erariale? Si appelleranno, questi demolitori della Nazione italiana e dello Stato, alle magnifiche sorti e progressive garantite dai “fondi europei” (andare alla voce “indebitamento”)?
Ma qui andremmo oltre lo scopo del presente scritto, anche se è evidente che questa “pandemia”, alla quale i governi aderiscono in maniera entusiastica quando sono in sintonia coi poteri che hanno in odio le Nazioni per favorire un “Nuovo ordine mondiale”, ha molto a che fare con la svendita dello Stato e la ristrutturazione in senso “globalista” delle nazioni, da riprogrammare, sin dalla più tenera età, finanche nei modi di pensare.
La scuola, che già da troppi anni è diventata la prateria nella quale scorazzano i fautori delle varie “teorie” contro natura, è il campo di battaglia nel quale il pensiero “conservatore” e/o “sovranista” ha l’imperativo categorico di dare battaglia, fino alle barricate. Perché di guerra si tratta. Una guerra dichiarata dai cosiddetti “progressisti” adepti della “rivoluzione permanente”. “Avanguardie dell’inferno” per le quali la preda più ambita e succulenta è l’innocenza del bambino.
Vietato cantare, dividere la merenda, parlarsi all’orecchio, leggere dallo stesso libro… Infinito l’elenco dei divieti in vigore a scuola. Studenti condannati al 41bis https://t.co/k95wfEzuzI
— Azzurra Barbuto (@AzzurraBarbuto) September 16, 2020
Dal Messaggero:
Scuola, il 118 a scuola per i casi sospetti di covid: subito test rapido, febbre misurata in classe
“Un caso sospetto di coronavirus a scuola impone la chiamata immediata alla centrale operativa del 118, il triage telefonico, l’invio di un mezzo di soccorso dedicato e il test rapido. In classe durante le lezioni gli studenti si proteggeranno con la visiera para-droplets e indosseranno la mascherina solo quando il distanziamento sarà impossibile.
[…]
Quando l’equipaggio del 118 arriva a scuola provvede, nella stanza dedicata al temporaneo isolamento dei casi sospetti, alla rilevazione dei segni vitali, alla valutazione clinica complessiva del soggetto (eventualmente inclusiva di ecografia polmonare) ed alla effettuazione di test rapido molecolare mediante tampone naso-faringeo. Se non si dispone di tecnologia in grado di effettuare diagnosi in loco, il tampone viene portato nel laboratorio dell’asl competente con obbligo di risposta entro 120 minuti. In caso di riscontro positivo alla infezione, il 118 provvederà ad accompagnare in condizioni di elevato biocontenimento, la persona positiva al proprio domicilio se asintomatico o paucisintomatico (nel caso di uno studente eventualmente insieme con il genitore) o al trasporto protetto in ospedale Covid se è sintomatico «maggiore».
«È di assoluta importanza strategica assicurare le 3 fasi di intercettazione precoce, isolamento precoce, terapia precoce dei casi affetti da Covid-19 e garantire la più tempestiva esecuzione del test rapido molecolare».
Impedire l’educazione è la finalità ideologicamente perseguita da tutti questi carcerari divieti, controlli, quarantene – non un effetto collaterale della “pandemia” da combattere
Abbiamo già dimenticato Guenther Anders, che vi ha letto Montesano?
“Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.
L’ ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Ridurre drasticamente l’istruzione, riportarla ad una forma di inserimento professionale
Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massivamente, attraverso la televisione, divertimenti che lusinghino sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È cosa buona, con chiacchiere e musica incessante, l’impedire lo spirito di pensare.
Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana E il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, che l’unica paura – che dovrà essere mantenuta – sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve esserlo un gregge.
Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale; tutto ciò rischia di causare il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali.
Günther Anders
Nicolas Bonnal, a commento della foto: