Da Wikipedia a Wokipedia

Sarà capitato anche a voi di consultare Wikipedia e rimanere perplessi. Non tanto per imprecisioni e inesattezze, scusabili tra milioni di pagine in centinaia di lingue dei cinque continenti; piuttosto per il taglio delle definizioni, dei commenti e delle citazioni, tanto diverse dalla neutralità – o almeno all’equilibrio- delle altre enciclopedie, legate all’era  analogica e cartacea. Wikipedia è diversa già nell’approccio e nella modalità con cui tratta gli argomenti. Nulla di male, nel mondo che cambia. Del resto, quando nacque, nel 2001-  ma sembra un’eternità: impensabile un mondo senza Wikipedia- l’idea vincente fu creare uno strumento gestito non da specialisti , ma autonomo, libero, in rapido divenire sfruttando il “tempo reale” dell’informatica, alimentato dagli apporti di chiunque.

Il successo è stato enorme. Wikipedia è di gran lunga il sito più consultato in Italia, il quarto al mondo. E qui cominciano i problemi: il primo, ovvio, è la parte economica. L’enciclopedia genera molti profitti, ma il vero punto nodale che dovrebbe preoccupare i più riflessivi tra gli internauti, è il fatto che a fronte di qualsiasi termine, nome, approfondimento digitato in rete, la prima opzione dei motori di ricerca sia inevitabilmente Wikipedia. Dunque, è l’encicolpedia digitale online è il più potente veicolo di informazioni al mondo, quello che forma la nostra visione delle cose . E’ evidente il legame con il livello apicale fintech, a partire dal colosso Google, e con le cupole di potere occidentali.

Un’opinione pubblica attenta alla libertà e al pluralismo dovrebbe esigere dal Wiki-mondo, per la sua posizione dominante (mai scalfita dalle discussioni sulla concorrenza o sul pluralismo delle fonti di informazione), la massima neutralità. Al contrario, l’enciclopedia nata “dal basso” è ideologicamente orientata, trasformata in strumento potentissimo di manipolazione, indottrinamento a senso unico  “dall’alto”. Nella solita direzione, il liberalismo progressista egemone in Occidente, in particolare negli Usa, sede di Wikipedia e dei colossi tecnologici. Possiamo chiamarla Wokipedia senza sbagliare, in quanto la contiguità con la cultura radicale di matrice “risvegliata” (woke) è chiarissima. Non lo diciamo noi, lo attestano analisi provenienti dal centro stesso dell’impero.

Oggi Wikipedia è una sorta di autorità orwelliana che detta che cosa è vero e che cosa non lo è, creduta come un oracolo nonostante sia ideologicamente orientata. Il portale creato da Larry Sanger e Jimmy Wales ha abbandonato i principi di oggettività e decentramento che ne motivarono la fondazione. Lo riconosce lo stesso Sanger, che diede l’allarme nel 2021. Le informazioni contenute non sono più affidabili, ammise. Usò addirittura il termine propaganda per descrivere la deriva della sua geniale creatura. Il suo progetto è  diventato un mezzo di diffusione che emargina i punti di vista conservatori. Ad esempio, ha rivelato che è proibito citare Fox News, rete televisiva ritenuta di orientamento non progressista.

Uguali sono le conclusioni del prestigioso osservatorio Manhattan Institute: esiste effettivamente una chiara tendenza di sinistra negli articoli di Wikipedia, benché tenda a diffondere un’immagine e una reputazione di neutralità. Persone, idee, concetti associati alla destra ricevono sistematicamente una  connotazione negativa. Uno studio scientifico basato su un modello linguistico di annotazione dei contenuti prova che i termini che suggeriscono una posizione politica di destra sono frequentemente correlati a emozioni di rabbia e disgusto rispetto a quelli di segno opposto. Al contrario, i termini associati a ideologie di sinistra sono spesso associati a emozioni gioiose. Nessuna neutralità. I pregiudizi indicati dal rapporto spaziano dalle persone alle espressioni e alle parole. Ad esempio, su una scala in cui zero è considerato neutro e i numeri con segno meno indicano posizioni e significati negativi, i termini utilizzati per definire la sinistra radicale hanno punteggi di gran lunga migliori rispetto a quelli che definiscono la destra. Wikipedia usa le espressioni sinistra radicale o estrema sinistra con una connotazione pressoché neutra. Invece il termine destra radicale e l’espressione o “di destra” sono usati in frasi cariche di negatività che li trasformano in senso peggiorativo.

Qualcosa di simile accade con i politici e i presidenti americani. Ci sono solo democratici tra i presidenti con i punteggi più alti nel grado di positività negli articoli, paragrafi o frasi in cui sono menzionati su Wikipedia. Il pericolo di questi pregiudizi diffusi a livello planetario sono immensi. In più le tendenze politiche di Wikipedia si infiltrano per plasmare i sistemi di intelligenza artificiale  a cui l’enciclopedia consente di utilizzare i propri contenuti. Gli orientamenti degli articoli di Wikipedia non sono l’unico elemento che determina pregiudizi politici di sinistra. Le politiche della piattaforma starebbero diventando più rigide anche per l’uso di fonti non accreditate per sostenere affermazioni che consentono agli editori di apportare modifiche agli articoli. Ciò per il crescente potere della fondazione formalmente no-profit che gestisce il portale, la Wikimedia Foundation.

Wikipedia era stata originariamente progettata per essere un’enciclopedia libera e aperta a cui qualsiasi utente di Internet poteva accedere per alimentare o modificare il suo contenuto. Ovviamente vennero studiati meccanismi per evitare i cosiddetti vandalismi. Questo concetto sopravvive, ma a scopi di influenza sui contenuti. Il portale ha una gerarchia tra gli utenti che si distinguono per funzioni e permessi. Agli utenti più bassi è consentito modificare solo gli articoli che non sono stati bannati. Dopo aver creato un account, averlo verificato e aver soddisfatto nel tempo una serie di requisiti, gli utenti diventano editori di Wikipedia. Sono membri di una comunità dedicata alla modifica e alla creazione di voci di enciclopedia. In un certo senso, vedono se stessi come bibliotecari e archivisti dell’ era digitale.

Al di sopra ci sono gli amministratori. Sono membri della comunità che, dopo aver attestato esperienza, conoscenza e impegno, presentano una candidatura per ottenere più permessi di accesso, uso, modifica, scelta dei contenuti. Nella community di Wikipedia si tratta di figure influenti dotate di una certa autorità. Possono eliminare e ripristinare articoli, porre veti alla modifica di alcune voci, bloccare e sbloccare utenti con comportamenti scorretti, indirizzare i dibattiti che si creano attorno agli articoli. Al di sopra dei redattori ci sono una serie di ruoli burocratici che si occupano degli aspetti legati alla gestione generali e ai permessi.

Con questo sistema, com’è possibile che si formi un pregiudizio politico in sintonia con l’agenda progressista? La risposta è nella Wikimedia Foundation. Questa si presenta come un’organizzazione senza scopo di lucro, ma è allineata con gli interessi politici ed economici legati alla galassia  progressista e ai suoi terminali economici, finanziari, culturali, che ne influenzano le decisioni e le linee guida editoriali. La Fondazione è governata da un consiglio di amministrazione formato da rappresentanti della comunità Wikimedia, nonché da soggetti esperti in diritto, tecnologia e “filantropia”. Questa struttura di governance, insieme con le fonti di finanziamento esterne, influenza i contenuti, favorendo i punti di vista dominanti, progressisti o addirittura woke. Modifica e altera, ad esempio, le politiche di verifica dei dati e i requisiti affinché una fonte sia considerata affidabile. La Fondazione riceve cospicue donazioni da individui, aziende tecnologiche e organizzazioni cosiddette filantropiche, i cui interessi politici ed economici influenzano la gestione di Wikipedia.

Tra i grandi donatori, diretti e indiretti, ci sono colossi con indirizzo progressista come Google e Apple, la fondazione di sinistra Tides Foundation, parte del più ampio Tides Center, “che collabora con leader e organizzazioni per il cambiamento sociale per accelerare la giustizia sociale”. Lo scopo dichiarato di Tides è “elargire sovvenzioni per accelerare il ritmo del cambiamento sociale”. Chi paga il conto, come sempre, determina  contenuti ed orientamenti. All’interno della struttura direttiva di Wikipedia è costantemente in atto una guerra tra clan interni, il cui campo di battaglia è il trattamento dei temi più controversi, come la sessualità e la politica. Di queste lotte intestine è trapelato qualcosa attraverso un’intervista a un anonimo editore di Wikipedia.

“È tutta una questione di clan. Ci sono fazioni che si organizzano per affrontare le questioni che li toccano più direttamente. Questo settarismo non aiuta Wikipedia a essere più obiettiva, perché alla fine ognuno ha un programma o un’inclinazione”. riassume chi ha fatto rivelazioni a Voice. Una fazione nota come Donne in Rosso ha l’ obiettivo di aumentare la visibilità delle donne su Wikipedia, Un gruppo di pressione con un obiettivo che si allinea a ideali politici diversi dalla mera informazione. “I redattori si incontrano nei canali di discussione e spesso hanno una sorta di gerarchia. Mantengono i loro forum interni attraverso applicazioni come Discord. Molti di loro si conoscono e hanno rapporti personali. Dipende soprattutto dalla lingua che parlano, ma molti gruppi oltrepassano questa barriera, aggiunge la “gola profonda” aggiungendo che vari clan hanno relazioni privilegiate o conflittuali con la Wikimedia Foundation e con il personale addetto al funzionamento della piattaforma.

L’editore/informatore spiega che voci come “donna” sono un costante terreno di scontro tra fazioni progressiste e altre più neutrali. “Quando gli amministratori pongono il veto alla partecipazione a una voce controversa, l’unica cosa che puoi fare è avere una relazione e un’affinità con loro in modo che ti permettano di modificarla”. Il punto di svolta per comprendere che cosa sia diventata Wikipedia è stato l’arrivo di Katherine Maher alla guida della Wikimedia Foundation. La Maher proviene da un ambiente esplicitamente progressista legato al Partito Democratico. Dopo la sua permanenza in Wikipedia è diventata dirigente della rete radiofonica pubblica NPR, accusata da più parti di settarismo politico. Maher ha promosso la strategia nota come Wikimedia 2030, mirante a trasformare il portale in uno spazio di attivismo per le politiche di giustizia sociale e l’applicazione dei controversi criteri DEI (Diversità, Equità, Inclusione), cavallo di Troia woke nella gestione aziendale. Nessuna neutralità, nessuna volontà di essere una vera enciclopedia, ovvero un’ opera in cui sono raccolte e ordinate con il massimo di equilibrio nozioni di tutte le discipline.

Wikipedia presenta più pericoli di quanto il grande pubblico sia consapevole: un campo decisivo della battaglia culturale e della narrativa unica condotta dall’oligarchia contro di noi. E’ troppo chiedere a noi stessi e ai soggetti ancora pensanti un esercizio di libertà? Da oggi non fermiamoci più alla prima, comoda opzione offerta dai motori di ricerca, l’onnipresente – tutt’altro che onnisciente- Wikipedia e rintracciamo le informazioni di cui abbiamo bisogno sulle enciclpedie tradizionali. Stanno in basso, nella schermata di Google, ma di solito si avvicinano alla verità.

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