(Hanno sempre saputo, e tenuto bordone)
da Senso Comune,
Le autostrade italiane sono le più care d’Europa. In Germania, Olanda e Belgio sono pubbliche e gratuite. Il 70% delle concessioni se lo spartiscono il Gruppo Atlantia (#Benetton), che controlla #Autostrade per l’Italia -3.000 km- e il #GruppoGavio, 1.200 km.
La promessa di investimenti fu sbandierata dal Governo D’Alema, privatizzazione nel 1999: “lo #Stato non può spendere in investimenti, bisogna fare quadrare i conti pubblici, il privato investirà”.
Intanto i #Benetton nei primi sei anni di concessione hanno visto quadruplicato il valore dell’investimento iniziale, mentre Gavio l’ha visto moltiplicarsi per 20. Come hanno fatto? Semplice: aumento delle tariffe e taglio degli investimenti.
Se invece si va a vedere nell’ultima relazione del #MinisteroDeiTrasporti si scopre che per l’anno 2016 il valore degli investimenti è il 20% in meno, mentre la spesa per le manutenzioni è calata del 7% rispetto al 2015. [6/9] Il risultato è che mentre fra il 2012 e il 2016 sono stati distribuiti dividendi per 1,5 miliardi (e nel solo 2017 arriviamo a 972 milioni) le infrastrutture italiane invecchiano e solo dal 2013, i casi di ponti crollati in #Italia sono stati ben 10.
Come fanno notare molti esperti, la rete infrastrutturale italiana (strade, ponti, autostrade) risale a 50/60 anni fa e necessita di manutenzione continua e di un massiccio rinnovamento, come nel caso dei ponti in cemento armato, il cui ciclo di vita è ormai al termine.
Non è accettabile che dei 30mila km di strade provinciali il 52% sia chiuso perché considerato non sicuro e che in altri casi le strade non si chiudano nemmeno perché non ci sono i soldi per la segnaletica.
erve un vigoroso piano di investimenti pubblici per ammodernare le nostre infrastrutture e mettere in sicurezza il territorio da alluvioni e terremoti. Un progetto simile ci darebbe maggior sicurezza, centinaia di migliaia di posti di lavoro ben pagati…
Commento di Alberto Bagnai:
Molto utile per gli stupidi che non afferrano l’ovvio nesso fra austerità e privatizzazioni (scambiare l’impossibilità autoinflitta di investimenti pubblici con la presunzione necessariamente smentita di investimenti privati). Già, ma se non lo capiscono, è inutile spiegarglielo.