DALL’UNAR, AVANZA IL PROGETTO-REPRESSIONE

Signori attenti: l’Italia diventa un paese razzista ogni giorno che passa”: così assicura Il Dubbio, per una volta senza dubbi. Perché a sancirlo sono “tre  giuristi”, riuniti  a convegno da Luigi Manconi.

 

 

 

Di questo ex lotta continua divenuto senatore e convivente con la Berlinguer  (due milionari di Stato) abbiamo dovuto parlare recentemente: per segnalare che Gentiloni, scaduto,   da ex  compagno extraparlamentare,  ha messo il compagno Manconi a capo dell’UNAR , Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali. Ossia di un ente incistato nella Presidenza del Consiglio, che costa più o meno 40 milioni l’anno di denaro di noi contribuenti. Una montagna di soldi esenti da controllo;  che, prima, il precedente direttore  dell’UNAR dal cappottino arancio spendeva come hano rivelato le Jene.

 

Oppure in cose del genere, come risultava da qualche estratto contro UNAR:

“Spese per le attività di contrasto alla pedofilia” (Cap. 519) per complessivi euro 361.810,00
destinati a: euro 300.000,00 al mantenimento on line del Portale Web dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile. Le spese si sostanzieranno nell’acquisto di un servizio di hosting; euro 61.810,00 a garantire la necessaria manutenzione ordinaria ed evolutiva del Portale”.

L’UNAR andava semplicemente chiuso. Invece, nelle mani di  Manconi in Berlinguer, i fondi vengono utilizzati per pre-costituire l’atto di accusa contro il popolo italiano  che non è d’accordo ad essere inondato da migranti di colore: è “razzista”, quindi commette un crimine.  Il crimine di discriminazione. Che ovviamente va represso.  E infatti l’UNAR, lo sappiate o no, ha poteri impliciti di repressione.  Ne ho già accennato qui:

“Gender” come arma della nuova oppressione libertaria

 

 

Fra i suoi scopi c’è “l’assistenza  alle vittime di discriminazioni per dare seguito a denunce, e lo svolgimento di inchieste indipendenti in materia di discriminazione”; infatti l’UNAR  può condurre “Indagini” poliziesche; ha un costoso centralino telefonico  che raccoglie le delazioni su episodi di “discriminazione”, e le trasforma in “denunce” alla polizia  – più precisamente  al corpo di polizia appositamente creato da PS e CC per reprimere i “reati di omofobia” o e in genere di discriminazione.  Questo nuovo corpo di chiama  OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) ,  è stato finora poco operoso, con gran dispiacere delle sinistre di governo, Boschi, Fedeli, Gentiloni, Bonino. Ma adesso Manconi  lo solleciterà a reprimere i criminali italiani colpevoli di “razzismo”.

Sotto le mani sapienti del Lotta Continua diventato ricco, che ha scritto un libro sui migranti intitolato “Accogliamoli Tutti”, l’UNAR sta diventando il  perfetto organo di regime di  delazione e repressione, se vogliamo una  piccola Ghepeù o NKVD.  Il nuovo KGB che tanto manca ai rossi di governo.  Per colpire le conversazioni,  le opinioni, i sussurri “razzisti” o “discriminatori” che  comunicate a un vicino,  o di cui parlate su Facbook e sulle vostre mail.

Non è affatto un’esagerazione. Pochi giorni fa, il governo Gentiloni, scaduto, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle modifiche e delle norme attuative dell’art.604 bis del codice penale ( Decreto legislativo 1 marzo 2018 n.21, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 22 marzo 2018 n.68)  che amplia enormemente il “delitto”,   anzi i “delitti contro l’uguaglianza”  (sic), in modo da offrire agli inquisitori e repressori la più ampia latitudine nella interpretazione concreta del “delitto” e nella applicazione della “pena”. Di fatto, una frase incauta in un blog o su Facebook vi può costare mesi di reclusione e multe da 6 mila euro.

Questa norma Gentiloni è stata dunque raccordata bene con la nomina di  Manconi al  futuro organo di repressione penale; e l’immediata organizzazione da parte di Manconi di un convengo di “giuristi”  che denunciano “Il popolo italiano diventa razzista ogni giorno di più”, e quindi va disciplinato  ci conferma che il tutto è parte di una strategia coerente e totalitaria contro la libertà di opinione, di espressione, anzi, contro la libertà di   esprimere dissenso contro l’andazzo immigrazionista-omosessualista corrente, e di chiamare a raccolta l’opinione pubblica per cambiarlo.

Ovviamente i “giuristi” che Manconi s’è scelto  li ha selezionati  perché adatti allo scopo. Luigi Ferraioli è  l’ideologo omogeneo, scrive su Il Manifesto ed ha partecipato, “ in qualità di componente del collegio giudicante, a numerose sessioni del c.d. “Tribunale permanente dei popoli (TPP)“, tribunale d’opinione esplicitamente concepito e praticato come tribunale supplente,  fondato da Lelio Basso”. Basso essendo stato il fondatore del PSIUP, Partito Socialista di Unità Proletaria,   che è stato il semenzaio dei movimenti estraparlamentari della sinistra picchiatrice (Da cui vengono Manconi e Gentiloni). Giovanni Maria Flick è l’utile servo di ogni  potere  che sappiamo. Come ministro di “grazia e giustizia”  (fra virgolette) del governo Prodi (1996-98), un Prodi messo lì per completare le svendite delle aziende pubbliche italiane ai “mercati”, il Flick-Flock si distinse durante “ il processo contro l’ex ufficiale delle SS Erich Priebke.

Il “giurista” che ordinò di condannare un già assolto.

Quando Priebke venne assolto  – dai giudici militari  –  i parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine si ribellarono insieme alla comunità ebraica di Roma costringendo i giudici a restare assediati in tribunale fino a notte fonda. Fu il ministro Flick a porre rimedio alla situazione con un gesto senza precedenti nella storia repubblicana: il ministro annullò la sentenza e diede ordine che il processo venisse rifatto da capo e che si giungesse alla condanna dell’imputato” (Wikipedia).  Un ministro della giustizia  che non teme di distorcere la giustizia in questo modo,  come  vuole il potere del momento;  che  dunque può organizzare anche “processi farsa” come ai tempi della Ceka in URSS.  Sotto  le istruzioni di Mankoni, costui  ci sta accusando collettivamente di essere razzisti.

Il terzo  “giurista” è Giuliano Amato: l’immarcescibile   fiduciario di tutti i poteri forti, l’uomo che tradì Craxi  (di cui era braccio destro)  per ordine dei globalisti, quindi salvato da Mani Pulite, deputato e vicesegretario Psi, vicepremier, due volte premier  (“privatizzazioni” di aziende pubbliche,   complicità  con Ciampi   quando Soros attaccò la lira),   ministro del Tesoro (due volte), dell’Interno, delle Riforme, degli Esteri, senatore dell’Ulivo e deputato dell’Unione, candidato al Quirinale nel ’99, nel 2006 e nel 2013, “vicino” (si dice così?) al Montepaschi  (con cui ha legami molto stretti nella gestione Mussari) consulente Deutsche Bank,   e infine promosso da Napolitano  – e salvato ancora una volta dalle inchieste su Montepaschi – che lo promuove giudice costituzionale”. Capito che tipo di “giurista”?   Attenti alle vostre libertà, italiani.

(Altri libri di Manconi)