“La lotta per la Crimea fa parte della lotta per la liberazione dell’Ucraina”. Questa frase pronunciata da Draghi, Presidente, lo ricordo, teoricamente in carica solo per gli affari correnti è una delle frasi più gravi che si siano ascoltate negli ultimi mesi.
Che fosse un pessimo Presidente l’ho sempre pensato. Come ho sempre pensato fosse indissolubilmente legato agli americani e alle lobbies finanziarie (banche d’affari e fondi di investimento, ovvero i principali azionisti delle fabbriche di armi). Ma mai mi sarei immaginato che, in un momento drammatico per il mondo intero (e per l’Europa in particolare) dove la sola cosa che andrebbe fatta è ricercare la pace senza se e senza ma, il primo ministro di un Paese così importate soffiasse sul fuoco della guerra.
Sono mesi che sostengo che le sanzioni non servono a nulla (sono andato in Russia e l’ho visto con i miei occhi proprio perché non mi fido dei nostri politici e della propaganda occidentale spesso meschina come quella russa). Sono mesi che dico che l’invio di armi a Kiev oltre ad essere una palese violazione della Costituzione non serve a raggiungere la pace. Ora leggo queste parole sconsiderate dette da chi preferisce ossequiare Washington piuttosto che fare gli interessi italiani ed europei.
Dire “la lotta per la Crimea fa parte della lotta per la liberazione dell’Ucraina” si traduce in un solo modo: “continuate voi ucraini a provare con le armi a colpire la Crimea. Noi forniremo le armi. Voi ci mettere carne e sangue”.
Il punto è che nessuna persona minimamente raziocinante (a meno che non sia in mala fede o evidentemente mosso da altri interessi) può pensare che l’esercito ucraino possa conquistare la Crimea senza lo scoppio di una guerra infinita con un probabile utilizzo di armi ampiamente più distruttive di quelle già tragicamente usate fino ad oggi.
Oltretutto va ricordato, piaccia o meno, che la stragrande maggioranza degli abitanti della Crimea sono russi e vogliono che la loro terra faccia parte della Federazione Russa. Ciò che dico lo so che farà di me (per l’ennesima volta) un “putiniano d’Italia”. Ma non me ne frega nulla. Qua ci sono Presidenti del Consiglio come Draghi che soffiano sul fuoco della guerra e che ricevono standing ovetion per le consuete banalità pronunciate al meeting di Comunione e Liberazione. Aprite gli occhi.”
Alessandro Di Battista