La versione di Dagospia: Gl
Lo scontro diplomatico sui migranti scoppiato tra Parigi e Roma rientra ma non si placa. Giorgia Meloni è «incapace di risolvere i problemi migratori» dell’Italia, aveva detto giovedì il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin dando fuoco alle polveri, il cui intento era quello di screditare le destre europee (Marine Le Pen in testa) nella capacità di risolvere il problema migratorio.
Ma la crisi, invece, di sedarsi e comporsi si alimenta di nuovi motivi di scontro. Un rapporto intossicato da «pugnalate alle spalle» secondo le parole di Tajani in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, informazioni di intelligence, colpi sotto la cintura.
È sempre Tajaini a margine della convention di Forza Italia a Milano a sottolineare ieri una nuova possibile lettura della crisi scoppiata tra Roma e Parigi. «Siamo una forza politica e un paese protagonista nell’area del Mediterraneo, la seconda manifattura d’Europa e fondatori dell’Ue: è nostro diritto interloquire con i rappresentanti della politica libica. Noi ci stiamo occupando di risolvere la questione migratoria».
«L’errore, fatto anche dai francesi di eliminare Gheddafi, ha provocato dei danni enormi e una fase di grande instabilità», ha aggiunto Tajani. «Il generale Haftar è il personaggio più forte in Cirenaica ed era giusto parlare con lui del fenomeno migratorio. Ma non è stata una scelta né contro né a favore della Francia».
Tajani in effetti si riferiva all’incontro avvenuto a Roma tra il generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, e il premier Giorgia Meloni. Haftar è il leader dell’area libica da cui partono migliaia di migranti, tema centrale dell’incontro a palazzo Chigi. […]
Ieri Haftar ha incontrato anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e quello dell’Interno, Matteo Piantedosi. Forse Parigi si sarà chiesta se il generale Haftar avrà fatto qualche concessione al governo di Roma e soprattutto in cambio di cosa. Fonti di palazzo Chigi hanno parlato della conferma del sostegno italiano all’azione dell’Onu in Libia per rilanciare un processo di stabilizzazione che possa portare a elezioni presidenziali e parlamentari entro la fine del 2023. Ma si sarà parlato anche di Tunisia e Sudan, scenari di crisi che che complicano la situazione in Libia.
La visita di Haftar a Roma aveva lo scopo di accreditarsi presso l’occidente e di portare avanti il processo di stabilizzazione libico dove due governi, quello di Tripoli e quello non riconosciuto di Bengasi, si contendono il potere con la forza delle armi e delle alleanze straniere.
Con l’uomo forte di Bengasi da tempo è in corso una trattativa da parte di Washington affinché si allontani dalla sfera di Mosca e tagli i legami con i mercenari filorussi della Wagner, molto attivi anche in altri paesi centro-africani.
Due mesi fa il governo italiano ha accusato la Wagner di “agevolare” i flussi dei migranti, una ipotesi tutta da verificare. Ma l’attivismo italiano in un quadrante ricco di gas e petrolio potrebbe aver scatenato il risentimento francese che si considera il guardiano occidentale dell’area”.
Di questa visita di Haftar a Roma e suo incontro con Meloni e Tajani l’Antidiplomatico aveva dato una versione opposta: la prova che siamo diventati i portinai degli americani:
Svelato l’arcano della segreta visita del generale Haftar in Italia?
Chi aveva visto nei bilaterali tenuti con Tajani prima e Meloni dopo – totalmente secretati – uno scatto di sovranità e indipendenza del governo italiano potrebbe presto ricredersi.
L’autorevole media libico Lybia Press riporta in questo momento la notizia di un incontro avvenuto a Roma tra il capo delle forze armate libiche e il presidente protempore del Senato Usa Patty Murray. Secondo il media libico “gli incontri con le autorità italiane servivano solo a coprire questo summit”.
Avete capito bene? Gli Stati Uniti che sostengono e impongono il sostegno alle milizie che tengono sotto scacco la Tripolitania non possono incontrare direttamente il generale Haftar e quindi avrebbero organizzato l’incontro in una delle colonie più malleabili.
Se confermata la notizia sarebbe l’ennesima riprova che il nostro paese è stato declassato da maggiardomo dell’Impero a semplice usciere dello stesso.
Il vostro cronista spera che abbiaragione Dagospia