DOMANDA AI GRILLINI: MA COME CAVOLO FATE LA “SELEZIONE DELLE ELITES”?

Uno preferirebbe continuare ad occuparsi delle gravissime crisi geopolitiche in corso; ma un senso di umana compassione spinge a dare il conforto di qualche buona parola a Luigi di Maio, sulle cui spalle grava la leadership del  Movimento 5 Stelle. Gracili spalle, bisogna riconoscere. Sono – quante? – Tre? Quattro?  settimane   che invece di far campagna elettorale s’è  incartato nella  faccenda delle indennità  che i suoi parlamentari non hanno versato a non so quale fondo dal 5 Stelle creato, consentendo a giornali e tg  di  fare ogni sera (e uscire ogni mattina) con titoloni  “Lo scandalo 5 Stelle si allarga”, “altri tre deputati 5 Stelle coinvolti in rimborso poli”, “ecco i nuovi nomi dei 5 Stelle  che hanno fatto i falsi rimborsi”,   “I morosi sono 14!”,  “Il buco si allarga, manca  1 milione di euro!”,  “Rimborsopoli, Cozzolino: “Spiegherò tutto”, ma la base è spaccata”…in un crescendo di strilli che danno l’impressione che il probabile primo partito d’Italia sia travolto da un verminaio di deputati corrotti, massoni, farabutti  che  si sono intascati mazzette milionarie –   mentre al massimo si sono intascati il loro stipendio di parlamentari.

 

si mette in mano alle Jene succhiasangue (“Scoperto che?”)

Insomma, restare inchiodati ad uno scandalo che nemmeno c’è – se non nella misura in cui se lo è creato la Direzione Politica del Movimento nella sua infinita stupidità  – è già un enorme successo  regalato agli avversari:  se i media avessero fatto un centesimo del clamore per Montepaschi  e il suo funzionario buttato giù dalla finestra, Renzi e Boschi e De Benedetti   sarebbero latitanti o in  galera.  Non bastandogli, Di Maio si fa accompagnare in  video a rivedere i conti, ossia a fare le pulci, ai suoi stessi parlamentari, dai  sinistri pagliacci  delle Jene – quegli stessi che gli  hanno montato lo scandalo probabilmente su commissione, quegli stessi che hanno raccontato come la chemio guarisce dal cancro in una settimana  –  mettendosi  umilmente  nelle mani  di queste Jene che l’odore del sangue fa impazzire di gioia feroce  – e Di Maio ne perde, di sangue.  In tutti faccia a faccia telvisivi, davanti a Vespa, a Lilly Gruber o a Mentana,   al poveretto vien  chiesto conto della “Rimborsopoli”,  che rima  tanto bene con Tangentopoli. E lui, poveretto, ci casca.

Dopodiché,  l’infelice tapino crede di recuperare  e mostrare la sua leadership lanciando, tutto sorridente, un ordine agli avversari: “Tutti i partiti firmino adesso questo atto in cui si impegnano a votare la proposta di legge che dimezza lo stipendio dei parlamentari e introduce la rendicontazione puntuale dei rimborsi spesa”. Fosse una sfida, ancora ancora.  Il guaio è che l’infelice  la battezza invece “Prima proposta di Convergenza di Governo del Movimento 5 Stelle”.

E’ la bellissima strategia del 5 Stelle: Noi al governo faremo alleanza con qualunque partito (non importa quale) che “convergerà” sulle proposte che via via faremo; lo assoceremo  alla nostra pregiata maggioranza di governo,  senza impegnarci verso l’altro ma obbligando l’altro a impegnarsi sui nostri “temi”. Un’idea geniale. Da lanciare però se e quando si è già al governo, quindi  se e  dopo  aver vinto le elezioni: detto adesso,  durante la competizione elettorale scatenata,  è un tantino prematuro. E infatti si è visto con quanta foga i partiti avversari, tutti impegnati oggi a spernacchiare i grillini come i grillini sputacchiano loro,  hanno risposto alla sfida. De  Maio credeva che si sarebbero affollati alla porta del 5 Stelle, baciandogli i piedi perché lui si degnasse di sceglierli come alleati? Mostrando la loro sottomissione e perdendo così fette del  loro elettorato?

Perché preferite i dilettanti?

Abbiamo avuto quindi  un prova della leadership e del carisma di Di Maio: lui chiama  e nessuno risponde.  Lui ordina ai suoi parlamentari di dimettersi, di auto-escludersi, ed ecco  i risultati.

Uno per tutti, il più tipicamente 5Stelle  direi. Nel senso di “disarmante”. Dagospia, ovviamente, ci si ficca.

“La grillina Giulia Sarti denuncia l’ex fidanzato: “I soldi dei rimborsi se  li è presi lui. Con Bogdan Tibusche la deputata è stata fidanzata per 4 anni: “Da un anno ci siamo lasciati ma continuiamo a convivere e lui si occupava della contabilità”. Ai poliziotti ammette: “Sapevo che non avrebbe fatto subito i versamenti. Li doveva usare per curarsi”.

Giulia Sarti.

Restiamo ammirati dalla limpida, stringente logica della deputata.

Denuncia l’ex fidanzato. “I soldi li ha presi lui”. Lei glieli aveva dati perché  li versasse al fono grillesco, ma “sapevo che non avrebbe fatto subito i versamenti”. MA chi ha il coraggio di criticare un cuore innamorato? “A lui servivano per ragioni di salute”. Anche  dalle foto questo Bogdan, romeno che si fa chiamare “Andrea De Girolamo”,  sembra di sana e robusta costituzione.

Non sarebbe la prima volta al mondo che un pezzo d’uomo  spilla denaro (nel caso, 23 mila euro) ad una bruttina, ma la tragedia si approfondisce quando la deputata grillina confida ai poliziotti, anzi  detta nella denuncia: siamo stati insieme 4 anni ma “nonostante  il rapporto fosse finito da circa un anno, “la nostra convivenza è continuata fino ad ora”.   Per poi precisare: “Anche se non ci vediamo dallo scorso dicembre”.  Già  è prodigioso che due fidanzati si lascino da  un anno, continuando a convivere; ma è   un vero miracolo che la “convivenza continua fino ad ora”, e nello stesso tempo “non ci vediamo da dicembre”,  e a domanda precisa  su dove l’ex viva, risponda: “Presumo  abiti a  Salerno”.

Dalla denuncia (“Di cui l’ANSA è in possesso”, sottolinea l’agenzia) sembra di intuire che la “convivenza” che continua nonostante la rottura,   consiste nella convivenza   del conto in banca della  deputata, da cui il bel (ma cagionevolissimo)  Bogdan può attingere tutt’ora:   “Non ho ancora modificato i miei codici di accesso nell’home banking. Mi riprometto di chiudere il conto al più presto”.

Vero nome Bogdan Tibusche, il fidanzato.

Tutto scritto nero su bianco nella denuncia  al fidanzato deposta davanti agli agenti di PS. In pratica una auto-denuncia per circonvenzione d’incapace: se  stessa.

Infinito,commovente candore. La candida disarmante fanciulla dovrebbe sapere che quello  che dichiara  è un reato perseguibile d’ufficio, descritto nell’arti 643 C.P., e che rende punibile (da 2 a 6  anni)  « Chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso”.

Ovviamente il bel Bogdan essendo quello che è – uno che dice di chiamarsi De Girolamo e  come tale si è occupato della promozione del 5 Stelle – ha risposto minacciando controquerele: “Vado dritto in procura.  La verità è tutt’altra.  “Io ho un brutto vizio: registrare tutto e pure le telefonate”, lasciando intendere che può “parlare” e ricattare.

Tutta la nostra compassione per la poveretta, come la più umana pietà tributiamo a De Maio. Perché a questo punto è chiaro che la cara disarmante Giulia non ha colpa della sua inesperienza o deficienza da minorenne, né Di Maio  ha  colpa alcuna. A selezionare una  simile candida ingenua, siete voi,  elettori grillini. E’ il sistema di “democrazia diretta sul web”, con cui 300 mila di voi scelgono la gente che poi votate. In base a quali qualità, quali segni di capacità, avete scelto la povera Giulia?  O forse l’avete scelta proprio per la sua candida sprovvedutezza? Il dilettantismo e    la confusione mentale sono per voi caratteri in cui riconoscete le persone degne di guidarvi  nelle tempeste politiche, contro nemici dalle zanne affilate? Non sarà che scambiate  il  dilettantismo e l’inesperienza per la vostra adorata “ONESTA'”?

Come funziona, da voi, la “Selezione delle Elites”? Domando,  perché queste elites possiamo averle sul gobbo noialtri.