(Se Gualtieri leggesse…e capisse)
di Alberto Bagnai – Goofynomics
Una rapida considerazione sul debito italiano.
France | Germany | Italy | |
1992 | -24.196 | 0.152 | 10.647 |
1993 | -42.178 | -6.773 | 17.429 |
1994 | -31.066 | 6.588 | 13.487 |
1995 | -27.143 | -119.622 | 30.268 |
1996 | -10.479 | -9.368 | 38.915 |
1997 | -8.428 | 2.002 | 61.619 |
1998 | 6.686 | 9.773 | 50.952 |
1999 | 14.576 | 22.191 | 50.669 |
2000 | 18.473 | 25.384 | 42.427 |
2001 | 18.707 | -8.65 | 31.219 |
2002 | -8.677 | -26.835 | 29.997 |
2003 | -24.623 | -23.445 | 19.809 |
2004 | -18.401 | -17.801 | 13.999 |
2005 | -16.188 | -19.436 | 3.379 |
2006 | -1.147 | 17.92 | 11.13 |
2007 | -3.061 | 66.81 | 49.49 |
2008 | -12.246 | 56.534 | 33.863 |
2009 | -95.664 | -18.693 | -16.193 |
2010 | -91.912 | -57.411 | -1.347 |
2011 | -55.222 | 30.912 | 12.889 |
2012 | -53.23 | 51.083 | 33.629 |
2013 | -40.517 | 41.967 | 27.778 |
2014 | -39.766 | 53.312 | 22.026 |
2015 | -38.473 | 61.835 | 22.077 |
2016 | -40.137 | 66.803 | 20.788 |
2017 | -25.982 | 67.519 | 21.331 |
2018 | -21.352 | 85.973 | 24.497 |
2019 | -44.403 | 60.385 | 24.878 |
Ricordo che il saldo primario è la differenza fra le entrate del bilancio pubblico e tutte le spese tranne quelle per interessi. Il segno negativo indica un deficit.
Noterete che, se escludiamo dal computo gli interessi (ingenti per i noti motivi), l’Italia è andata in deficit in due soli anni: il 2009 e il 2010.
Vi lascio quindi calcolare per esercizio la cumulata di questi saldi, fornendovi la soluzione. In Francia, i saldi cumulati ammontano a -716 miliardi, in Germania a 419 miliardi, in Italia a 702 miliardi.
Al netto degli interessi, l’Italia è il Paese che ha risparmiato di più, e infatti dal 1994 al 2007 il suo debito è sceso, arrivando dal 126% al 100% del Pil, nonostante l’eredità di tassi di interessi altissimi per gli standard attuali.
A titolo di esempio, nel 2019 la spesa per interessi è stata di circa 60 miliardi, che rapportati ai 2380 miliardi di debito esistenti a inizio anno danno un tasso medio ex post di circa il 2.5%. Per capirci, se il tasso medio fosse stato quello ottenuto alle aste del Btp decennale a inizio 2020 (0.94%) il “conto” degli interessi sarebbe stato molto minore (22 miliardi), e se invece fosse stato quello spuntato all’ultima asta (quella di inizio giugno, pari a 1.91%), il conto sarebbe comunque sceso a 45 miliardi.
Attenzione! Questo non è il ragionamento cretino di chi dice “avete fatto crescere la spesa per interessi perché è aumentato lo spread”! L’interesse pagato sui titoli è quello pattuito al momento dell’emissione e quindi lo spread in tanto influisce sul totale degli interessi pagati, in quanto influenza le ultime aste, che sono una frazione ridotta del totale del debito, tant’è che la spesa complessiva per interessi continua a diminuire.
Certo, se un maggiore spread si protrae per dieci anni, alla fine in media il debito costerà tutto di più, e questo è ovvio, ma il ragionamento che volevo fare qui non guarda al passato, ma al futuro, che è un futuro di tassi bassi e decrescenti.
Visto che tutti concordano nel constatare che ora i tassi di interesse sono a un minimo storico, e che ci resteranno ancora per un po’, e visto che a differenza della Germania, dove oggi succede questo (veramente è successo da un po’, ma il Corriere se ne accorge solo oggi), ieri succedeva questo, e più indietro nel tempo succedeva questo (e andando più indietro si trova dell’altro), l’Italia non ha mai fatto default e negli ultimi trent’anni ha il record di avanzo primario, non si capisce perché tanto nervosismo a proposito del debito italiano.
Certo, il debito crescerà, ma il suo rapporto al Pil crescerà soprattutto se, non facendo debito per far ripartire l’economia, ammazzeremo il Pil.
In ipotesi, dopo dieci anni di interessi zero (posto che la situazione duri – e sappiamo che non durerà) il costo del debito sarebbe zero, e l’avanzo primario coinciderebbe con quello complessivo!
E allora, dobbiamo preoccuparci per uno Stato che dal 1992 ha risparmiato 700 miliardi, o per uno Stato come la Francia, che dal 1992 ne ha dilapidati altrettanti e che è in piena crisi da deficit gemelli?
A me questo sembra così evidente, ma forse sono strano io, che voi avete incautamente eletto, e avranno ragione i mercati, che voi non avete eletto, e che, a quanto si mormora nei corridoi, incapaci di usare il pallottoliere (e un minimo di prospettiva) come ho fatto io qui, ci infliggeranno un downgrade se non ci indebitiamo con il MES (cioè comandano, anche se voi non li avete votati, e fra l’altro comandano contro il loro interesse, dimostrando di non meritare il potere che si sono preso, perché la loro irrazionalità è ormai conclamata, e nel caso che qui ci riguarda si è manifestata quando hanno acclamato Monti, che ha fatto crescere il rapporto debito/Pil, come qui abbiamo detto da subito, e come qualche economista dalla non abbondantissima produzione scientifica ancora non ha capito).
Al MEF non sono cattivi, non c’è nessun complotto. La subalternità ce l’hanno iscritta nella doppia elica del loro DNA, ed è, se vogliamo, il duale del loro sentirsi superuomini, del loro considerarsi una spanna sopra quei cialtroni degli (altri) italiani.
Certo, pensare che il tuo Paese sia fatto di cialtroni ti rende difficile, anzi: sgradevole e sgradito, difenderlo nelle sedi europee, soprattutto se perdi contatto con alcuni semplici dati come quelli che qui vi ho esposto e che, ne sono certo, nessun nostro governante né presente né passato ha mai opposto ai suoi “omologhi” europei, non per cattiveria, ma per ignoranza.
Sul futuro stiamo lavorando.
State saldi.