Buona fortuna
Dopo il successo della mediazione che ha pacificato Iran e Arabia Saudita (che ha messo fine a 13 anni di ostilità istigate dagli Usraeliani) , Xi ha invitato a Pechino il capo dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas; una visita di ben quattro giorni.
Mahmoud Abbas à Pékin, la Chine future médiatrice entre Israël et la Palestine?
LA causa immediata sta nella sanguinosa escalation degli scontri tra l’esercito israeliano e il movimento islamista di Gaza, la Jihad islamica, tra il 9 e l’11 maggio, per il quale la diplomazia cinese si è unita a quella francese e degli Emirati nel richiedere un incontro di emergenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite .
Ma non solo: il capo della diplomazia cinese Qin Gang ha preso il telefono e chiamato il 17 aprile i suoi omologhi israeliano e palestinese, Eli Cohen e Riad Malki. “La Cina è preoccupata per le attuali tensioni tra Palestina e Israele. Il compito urgente è gestire la situazione per evitare che i conflitti si aggravino o addirittura vadano fuori controllo”, ha insistito il ministro degli Esteri cinese.
La Cina ha ribadito l’importanza di riprendere i colloqui di pace e attuare una “soluzione a due Stati”. In un contesto di crescenti tensioni a Gerusalemme, Pechino ha anche sostenuto il 3 gennaio l’iniziativa degli Emirati Arabi Uniti di convocare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sullo status del complesso della Moschea d’Oro.
Mao ha armato l’OLP di Yasser Arafat
Bisogna ricordare, e certo Israele non dimentica, che all’inizio degli anni Cinquanta, sotto l’impulso del ministro degli Esteri di Mao Zhou Enlai, la diplomazia cinese aveva sposato e fatto sua attivamente la causa del non allineamento e dei movimenti di liberazione nazionale, tra cui l’OLP di Yasser Arafat. Il Grande Timoniere aveva fatto sua la posizione araba su Israele. In un discorso del 1965 disse: “Israele e Taiwan sono basi operative dell’imperialismo in Asia. Hanno creato Israele contro gli arabi e Taiwan contro di noi”. Secondo la rivista scientifica Foreign Policy, fino al 1973, la Cina è stata l’unica grande potenza ad armare i fedayn palestinesi.
Più recentemente, durante gli scontri tra Gaza e Israele nel maggio 2021 per le tensioni a Gerusalemme, Pechino ha presentato una proposta di pace in quattro punti : cessate il fuoco immediato; aiuti umanitari urgenti; obbligo di sostegno internazionale; ritorno ai colloqui di pace con una soluzione a due Stati.
Cina, il più grande fornitore di Israele davanti agli Stati Uniti
Quando Mao morì nel 1976, la diplomazia cinese abbandonò gradualmente la sua ideologia rivoluzionaria e iniziò ad aprirsi ad altri paesi, fra cui Israele. Prima del ristabilimento delle relazioni bilaterali nel 1992, i due paesi hanno stabilito relazioni informali su questioni industriali e militari. Washington si è preoccupata per il riavvicinamento sino-israeliano, soprattutto perché lo stato ebraico stava per vendere armi americane a Pechino. Vendite che alla fine non hanno avuto luogo a causa delle pressioni della Casa Bianca.
Tuttavia, da quando la Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel 2001, il commercio è aumentato costantemente, passando da 50 milioni di dollari a oltre 17 miliardi di dollari nel 2022. Oggi Pechino è il principale fornitore commerciale di Israele con 12,2 %, davanti agli Stati Uniti con il 9,9%. La Cina è particolarmente interessata ai numerosi progetti infrastrutturali in Israele e alle competenze nel campo della tecnologia.
“Data la miriade di punti critici tra israeliani e palestinesi, la Cina dovrà essere paziente per ottenere risultati”, commenta Russia Today.
Ma, tanto per cominciare, “Il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito mercoledì al leader palestinese Mahmud Abbas il suo appello affinché uno stato di Palestina diventi un “membro a pieno titolo” delle Nazioni Unite”, hanno riferito i media statali.
“La via d’uscita fondamentale dalla questione palestinese risiede nella creazione di uno Stato palestinese indipendente”, ha affermato.
Xi ha detto ad Abbas durante una cerimonia di benvenuto presso la Grande Sala del Popolo che la Cina è “pronta a rafforzare il coordinamento e la cooperazione con la parte palestinese”.
“Oggi annunceremo congiuntamente l’istituzione di un partenariato strategico Cina-Palestina, che rappresenterà un’importante pietra miliare nella storia delle relazioni bilaterali”.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha definito il leader palestinese di lunga data Abbas un “vecchio e buon amico del popolo cinese” durante un regolare briefing con i media la scorsa settimana.
Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha detto ai suoi omologhi israeliani e palestinesi ad aprile che il suo paese era disposto ad aiutare i negoziati di pace, ha riferito Xinhua.
E Qin ha detto al ministro degli esteri palestinese Riyad Al-Maliki che Pechino sostiene la ripresa dei colloqui il prima possibile, secondo l’agenzia di stampa statale.
Palesemente, Pechino sta rafforzando i suoi legami in Medio Oriente, sfidando l’influenza degli Stati Uniti, sforzi che hanno suscitato, è il minimo che si possa dire, “ disagio” a Washington.
Ma verso gli USA, Pechino si è tolta i guanti di velluto della diplomazia
“LA Cina ha respinto con durezza la proposta americana di un incontro fra i due ministri della Difesa”, ha scritto sgomento i 30 marzo scorso sul Corriere l’operativo CIA che funge da corrispondente a Washington
Il capo del Pentagono “Austin aveva indirizzato una lettera a Li [ministro della Difesa] per proporgli l’appuntamento a Singapore.
Ma l’incontro è stato respinto e i termini del rifiuto cinese sono duri. La dichiarazione del portavoce dell’ambasciata cinese a Washington recita così: «Gli Stati Uniti cercano di opprimere la Cina con ogni mezzo possibile, e continuano a imporre sanzioni contro dirigenti, istituzioni e aziende cinesi. Quale sincerità e quale significato può esserci in queste comunicazioni?»
C’è anche chi riferisce che Xi ha usato queste parole: tali che alcuni la trattano come fake news. Comunque sia, le riporto: