Ecco perché non abbiamo classe dirigente

La “retromarcia” l’ha fatta Draghi

Perché non abbiamo classe dirigennte lo spiega fin troppo bene questo attacco preventivo di Cesare Sacchetti a Borghi e Bagnai: “Quelli che promettevano l’uscita dall’euro hanno aperto le porte all’uomo dell’euro”.

Sacchetti (che qui prendo, senza offesa, solo perché mi è stato girato ed è atteggiamento molto condiviso) “Borghi su Draghi:”è un fuoriclasse. Meglio se gioca con noi”. Ormai siamo alla farsa Draghi è sostenuto da tutto l’establishment mondialista. Siete voi che giocate per lui, non il contrario. Questa comunque è la parabola della Lega di Salvini. Quelli che promettevano l’uscita dall’euro hanno aperto le porte all’uomo dell’euro”.

Questo immediato trattare da traditori i leader, preconcetto e previo, è il vizio italico – diffidenza servile diffusa – per cui, al voto, non selezioniamo mai dei dirigenti ma nullità.

Appena il gioco si fa sofisticato, togliamo ai leader la forza di cui hanno bisogno.

Oltretutto, Borghi non dice quel che crede di aver sentito Sacchetti. Ha detto:

Rispetto al DEGRADO di conte e gualtieri per me sarà in ogni caso un progresso: se Draghi gioca con noi lavorare con lui sarà molto istruttivo e potrebbe essere decisivo. Se gioca contro di noi lo combatterò con la soddisfazione di avere di fronte un nemico vero, non incompetenti.

Molto chiaro e leale. E’ un vizio vederci subito il passaggio al nemico, e strillare al tradimento; un vizio italico, il massimalismo parolaio dei conigli, che indebolisce il leader proprio mentre ha bisogno di avere la fiducia del suo elettorato.

“Retromarcia” lo dica la Stampa: significa adottare il linguaggio del nemico.

Il gioco si fa sofisticato, forse troppo per Sacchetti? Su, un piccolo sforzo.

B&B prendono in parola Mario Draghi per quel che ha scritto sul Financial Times e ha detto al Meeting di Rimini.

Ebbene: con stupore di chi non ha letto, il programma di Draghi è molto più vicino a quello di B&B che l’ imposizione “austerità fa crescere” adottato dal PD.  “Non bisogna preoccuparsi troppo del deficit”, eccetera. Lo dice anche Evans-Pritchard:

Mario Draghi era il simbolo della difesa dell’euro, ma potrebbe essere l’uomo che farà uscire il Paese dall’Unione Monetaria.

“La sua bravura”, scrive il britannico, ” fu quella di aver saputo impedire  un aperto dissenso del Consiglio Direttivo BCE  mentre spingeva il suo programma in avanti: blitz di prestiti ultra-economici alle banche (LTRO), taglio dei tassi sotto lo zero, QE su scala epica e infine il salvataggio del mercato obbligazionario. La Signora Merkel, seppur tardivamente, riconobbe che la situazione stava sfuggendo di mano e che era politicamente meno pericoloso lasciare che la BCE comprasse obbligazioni piuttosto che chiedere soldi al Bundestag.

Quello che gli riuscì fu di attirare la Germania ancora più a fondo nel patto faustiano. Si potrebbe sostenere che la Germania sia ormai così coinvolta da non poter mai staccare la spina”.

 Vi sembra poco?

Il terribile fatto è che  l’appoggio  della lega può essere il bacio della morte, oppure il sostegno su programma di monetizzare il debito, che è quello che hanno sempre detto borghi e bagnai. Ma ve lo vedete il PD accettare, la sinistra sciolta e a pacchetti LGBT e europeismo, votare i provvedimenti di Draghi insieme alla Lega? Su un programma di centro-destra?

Ecco perché sono convinto – come Evans Pritchard – che il bacio della morte a Draghi lo darà il PD, la sinistra: manderà a monte il governo Draghi, assumendosene la responsabilità.

(Cosa dice Evans Pritchard)

Ma a quel punto conterà poco, perché “Le cose andranno selvaggiamente”.

E l’Italia perderà la sua occasione storica, da noi voluta: perché non sapete quanto viene attaccata oggi la Merkel, dall’interno del suo partito. La cancelliera ha dovuto spiegarsi per una settimana concedendo intervista lunghissima allatv ARD, difendersi per aver messo a Bruxelles la “Ursula” che tutti sanno incapace e disonesta, e non ha convinto.

Solo un paio di titoli:

l caos delle vaccinazioni nell’UE: Scholz contro von der Leyen – “Non voglio che questa merda si ripeta”

Il primo ministro della Baviera Söder e il ministro delle finanze Scholz attaccano duramente il presidente della Commissione europea von der Leyen.

Focus:

La Merkel nasconde la parte decisiva della verità ai tedeschi su ARD

Nella sua settimana di giustificazione televisiva, la Merkel rivela errori di pensiero cruciali

Bild:

Söder attacca massicciamente von der Leyen

L’impero delle donnette di Merkel sulla UE giunge al termine.  Comincia una instabilità terminale per l’euro-oligarchia e la sua moneta falsa. La UE si sta sgretolando. Non stupirebbe se entro pochi mesi, una nuova leadership a Berlino  uscisse dalla moneta unica, come Evans Pritchard crede possibile.

A qeul punto, preferite essere pilotati fuori dall’euro da Draghi, oppure da Gualtieri?