Lo ha scoperto per prima (già nel 2019) l’AntiDefamation League of B’Nai Brith; lo ha riscoperto l’Economist questo maggio, e subito il Telegraph, il Guardian, Haaretz hanno levato l’allarme all’unisono; li ha segnalati con orrore il Washington Post, cioè la Cia; ne parla anche Rita Katz, per cui possiamo esserne sicuri: è stato creato il nuovo movimento di estrema destra “letale” (Telegraph) e sintetico, a cui attribuire qualunque violenza sarà adottata per bilanciare quelle di Black Lives Matters e Antifa.
Un classico della strategia della tensione, che noi vecchi in Italia ricordiamo: ad ogni attentato “rosso” (mirato e rivendicato contro “nemici di classe” identificati) seguiva un atto di terrorismo “nero” (indiscriminato e muto), tipo stragi sui treni e nelle stazioni affollate.
Leggiamo dunque dalla voce di Wikipedia, anch’essa creata poche ore fa e fresca di giornata: il nuovo movimento si chiama “boogaloo”.
Esso è “un movimento di estrema destra americano”, che unisce in generale “antigovernativi e pro-armi”, non organizzato in modo stretto (loosely organized: è più comodo così, ci può entare dentro tutto, come nell’insalata), i cui membri “generalmente si identificano come libertari” (sic: estrema destra libertaria) “che stanno preparando, o cercando di innescare, una seconda guerra civile americana: che essi chiamano [appunto] “boogaloo”.
Alcuni, ci assevera Wikipedia, sono suprematisti bianchi o neonazisti, o Alt-Right il che è prevedibile; ma “altri sono contro il razzismo e la supremazia bianca” ,
il che è sorprendente, ma non per voi lettori avvertiti: ciò serve a catalogare “boogaloo letale” in futuro qualunque gruppo di autodifesa di quartiere, prevalentemente fatto di bianchi, che ovviamente si stanno organizzando dovunque la polizia viene neutralizzata dal BLM.
Sempre da Wikipedia apprendiamo che “il movimento boogaloo si organizza principalmente online” (traduzione: per ora non esiste fisicamente) ma già “ diverse società hanno agito per limitare le attività e la visibilità del movimento sui loro social media e piattaforme di chat”. Le “diverse società” risultano essere una:
“Facebook s’è mossa per limitare la diffusione di pagine e gruppi di “boogaloo” estremisti”,
come ha reso noto il 5 giugno The Verge, sito online fondato da tali Joshua Topolsky eJim Bankoff , e ai quali Wikipedia ha tratto tutte le notizie sul nuovo e letale movimento . Se stabiliamo preliminarmente che Facebook è essenzialmente “la Cia”, risparmiano tempo e fatica di comprensione.
Ne risparmiamo ancor più se scopriamo che il precoce allarme (febbraio 2020) ma più circostanziato sul movimento “boogaloo letale” è stato lanciato da Alex Goldenberg e Joel Finkelstein, i quali non sono due qualunque, no: sono due infaticabili attivisti del “The Network Contagion Research Institute”, testé fondato a Princeton, nel “ James Madison Program in American Ideals and Institutions”.
Come dice il nome, l’Institute di Goldenberg & Finkelstein sorveglia “il contagio” (psichico), le manipolazioni e “l’odio” che viene diffuso dai network online; un po’, per fare un esempio, come il SITE ( Search International Terrorist Entities Intelligence Group) della commovente Rita Katz scopriva i comunicati dei terroristi islamici che facevano gli attentati al Bataclàn o a Londra.
I due hanno prodotto anche un quaderno, che hanno intitolato (un po’ alla Katz, come stile)
CYBER SWARMING, MEMETIC WARFARE E VIRAL INSURGENCY”
Sottotitolo “ In che modo i militanti interni organizzano attraverso i meme l’ incitamento al l’insurrezione violenta e al terrorismo contro il governo e le forze dell’ordine”.
Così capirete meglio perché The Economist ha specificamente accusato “boogaloo group members” di “spargere disinformazione e teorie del complotto” sul web: la lotta internazionale alle “fake news” , in cui si distinguono da noi Mentana e Repubblica, e David Puente, o Newsguard e Butac, ha dunque adesso un bersaglio meglio precisato: sappiate che quando il sottoscritto diffonde notizie (vere) da un sito non approvato da Mentana, lo fa perché è un membro dei boogaloo. Letale, perché i boogaloo sono già noti per atti di terrorismo da lupo solitario (lone-wolf terrorism), quindi sapete in anticipo quale sia l’affiliazione del prossimo “solitary assassin” venuto dal nulla per ammazzare qualcuno di importante.
Ma peggio, per Wikipedia i bogaloo sono noti per “attacchi alle infrastrutture”. Bombe sui treni? Ponti fatti saltare? Wikipendia, reticente, ci accenna solo ad attentati “sulla linea 311 di New York”: Che non è un autobus, bensì il numero di telefono da fare se volete segnalare al Municipio problemi della città: numero soggetto a una infinità di “attentati”, insulti, parolacce, interruzioni volontarie da parte di utenti malevoli…
A questo punto, vorrete sapere come riconoscere i gruppi boogaloo, se ne incontrate uno. Facile. “sono spesso identificati dal loro abbigliamento: camicie hawaiane e uniformi mimetiche, equipaggiamento tattico e sono pesantemente armati”.
La camicia hawayana viene spiegata da giochi di parole auto-ironici in cui questi criminali politici del web appaiono appassionati: distorcendo “boogaloo” hanno tratto “big luau” la festa tradizionale hawayana dove si mangia insieme un maiale, o anche “big igloo”, e allora dovete aspettarvi che il loro abbigliamento tradisca qualcosa di esquimese. Tipo questi:
E infatti dall’adesivo di un igloo appiccicato sul giubbotto antiproiettile è stato identificato come l’assassino dell’agente federale americano Dave Patrick Underwood avvenuto il 29 maggio ad Oakland, mentre infuriavano le violenze di strada dei negri, che quindi ha fatto mettere inizialmente a loro carico l’omicidio.
Un fatto inizialmente per nulla chiaro: una sparatoria fra auto nella notte, come le numerose gang di strada di Oakland ne fanno spesso.
“Invece due settimane dopo”, scrive il Telegraph, “ le autorità hanno annunciato di aver arrestato Stephen Carrillo, un ex miliare dell’Air Force, 32 anni, che aveva guidato per 72 miglia dalla piccola città di montagna di Ben Lomond per ammazzare un poliziotto qualunque. “Presumibilmente” – presumibilmente – Carrillo aveva complottato con un amico che aveva incontrato attraverso un gruppo di Facebook – parte di una nuova sottocultura estremista strana e prevalentemente online nota come “boogaloo”.
Insomma avete capito il necessario, spero. Vi lascio alle pittoresche rivelazioni dei media e delle loro “fonti”, che presto vedrete anche sui media italiani. Anche la traduzione automatica basta.