Fallito attentato di Parigi: il testimone chiave contraddice la versione ufficiale dei fatti.
INFO PANAMZA. La testimonianza del cameriere che ha visto il conducente dell’auto sulla quale erano state piazzate le bombole di gas non parla di nessuna presenza di donne al suo fianco.
09/09/2016 ore 17,44
Giovedì sera, Bernard Cazeneuve, Ministro dell’Interno francese, sempre particolarmente zelante nei confronti del CRIF (Conseil Représentatif des Institutions Juives de France) ha manifestato la sua soddisfazione per l’arresto di tre donne presentate come co-autrici del falso attentato sventato a Parigi, nella notte tra domenica e lunedì.
Lampeggiatore di emergenza acceso e assolutamente priva di targhe di riconoscimento, la macchina sospetta era stata ritrovata all’altezza del civico 43 di Rue de la Bûcherie, in una strada dove la sosta è proibita.
Il cameriere del Bar Ristorante Le Petit Pont (gestito da Chistofer Salabert), Stéphane ha raccontato la sua testimonianza BFM TV ed a Europe 1.
Ciò che bisogna notare di queste due interviste è questo: secondo il cameriere l’autovettura è stata parcheggiate intorno alle 2,30 e la polizia, avvertita per ben tre volte, è intervenuta soltanto verso le 7,30. Il cameriere racconta di aver visto soltanto un “uomo” abbandonare il veicolo mal parcheggiato, lampeggiatore di emergenza acceso ed una bombola di gas ben in vista sul sedile posteriore.
Problema: secondo France Info e Le Figaro, delle donne erano all’interno della vettura ed avrebbero anche tentato di accenderne i fari.
Da notare: Jean Christophe Dècugis giornalista di cronaca di polizia giudiziaria di Télé I, (di cui l’autore di queste note d’informazione ha personalmente scoperto delle discrepanze menzognere con la realtà dei fatti), questo pomeriggio ha dichiarato che la vetture era stata parcheggiata alle 3,20 e che le donne interrogate ieri, avrebbero tentato di accendere i fari.
Dettaglio da evidenziare: Florence Berthout, sindaco LR du Vème arrondissement, nel cui territorio il veicolo è stato ritrovato, a fatto sapere che sarebbe stato scoperto un blocco notes scritto in arabo.
Dettaglio molto particolare da evidenziare: Florence Berthout è molto vicina al CRIF (Conseil Représentatif des Institutions Juives de France) e svolge parallelamente una collaborazione con RCJ radio della comunità ebraica assolutamente schierata a fianco d’Israele e presso la quale lavora anche un certo Frédéric Haziza[1].
HICHAM HAMZA
Info Panamza è un sito “controcorrente” che di certo non si perita di raccontare verità scomode. Anche nel caso del mancato o abortito attentato, o meglio della messa in scena del medesimo, al centro di Parigi, come vedete dallo scritto di Hamza, niente viene lasciato al caso o falsamente dimenticato. E’ in predicato di chiusura per mancanza di fondi economici e per una costante e pressante “attenzione” da parte di tutta la canea della stampa asservita ai poteri dominanti.
La mano dei servizi nella gestione dell’episodio è fin troppo evidente: la stampa mondialista si è naturalmente lanciata in una serie di riflessioni più o meno fantasiose: come mai la macchina è stata abbandonata a due passi da Notre-Dame carica di bombole di gas, ma senza detonatori od inneschi? Un avvertimento? Un segnale prodromo di ulteriori attentati sul suolo francese?
Una marea di balle!
Un lettore del sito argutamente scrive:
“I terroristi stanno evolvendosi. Non dimenticano più carte d’identità nel momento in cui abbandonano la loro auto, adesso lasciano nella vettura soltanto un blocco notes scritto in arabo.”
I documenti dei terroristi aggiungiamo noi si ritrovano sempre intatti sia che siano in mezzo al fuoco, sia che vengano dimenticati sul tetto delle auto, sia che, come a Bruxelles, l’attentatore si faccia saltare in aria. Ma che cose miracolose stanno avvenendo, davvero degne di un intervento della Provvidenza senz’altro straordinario. Pardon in Francia la parola Provvidenza, non si può mai pronunciare violerebbe “la laicità della Repubblica” così intensamente sempre riaffermata e rafforzata con leggi ferree, soprattutto a senso unico contro i cattolici. Allora di cosa dobbiamo parlare: di fortuna, di caso, di coincidenza fortunata e straordinaria, di terroristi in addestramento?
Non è dato a sapere.
Di seguito ci assale un’altra domanda generata da un dubbio banale: ma come mai gli ultimi attentai sono tutti stati compiuti in Francia o nella parte francofona del Belgio? In Germania soltanto episodi o di massa o a livelli di semi squilibrati.
Ci viene in soccorso ancora una volta la voce del blog.
“ I tedeschi sembrano non avere un’aria contenta riguardo ai piani preparati a Parigi per smantellare tutta la “loro” Europa. Né tanto meno dal ruolo svolto dai servizi francesi ed israeliani per eseguire degli attentati di una certa gravità in Germania (piano Franco-forte).
Ma c’è di più, al summit dei “poveri d’Europa” ad Atene è stato detto esplicitamente da parte dei francesi: Parigi vuole smantellare tutta l’artificiosa e spocchiosa Europa creata dalla Germania in questi anni. Essa effettivamente altro non è che la famosa e “forte comunità germanica al centro d’Europa” di cui parlava tanto sia Hitler che il suo Ministro della Propaganda del Reich il dottor Goebbels. Tutto sommato fin qui si potrebbe anche essere d’accordo: l’Europa “grande IV Reich” tedesco non piace a nessuno tranne che alla Merkel ed al suo scherano Wolfgang Schäuble ed ai burattinai d’oltre oceano.
Ma al posto di questa Europa Hollande, spalleggiato dietro le quinte da Netanyahu, cosa vorrebbe sostituire? Si propone ai “poveri d’Europa”:
“Un’unione del Mediterraneo già proposta dal mossadnik Sarkozy e “musicata” da Andre Azoulay[2] dopo Rabat. Un piano dove Francia ed Israele regnano sull’asse Maghreb Sahel e sul Mediterraneo rubando il gas ed il petrolio dei paesi mussulmani e della Palestina. Un piano grazie al quale Francia ed Israele si fanno carico di integrare lo stato sionista nell’economia dei paesi mussulmani anche con la forza se necessario, affinché Israele possa estendere le sue frontiere vivendo sulle ricchezze dei popoli mussulmani, continuando il saccheggio e la rapina coloniale come già a suo tempo la Francia fece, per esempio, in Algeria”.
Per raggiungere lo scopo. Si cavalca la protesta di movimenti “spontanei” come le varie rivolte nel nord Africa e si procede alla eliminazione anche fisica di uno scomodo personaggio, come Gheddafi, voluta ad ogni costo da Sarkozy, con l’intento di occupare la Libia cacciando americani, inglesi ed italiani. Ma si affiancano anche tutta una serie di iniziative collaterali preparative come Conferenze degli stati del Mediterraneo o di accordi commerciali tra questi stati e l’Europa.
Qualcuno comincia ad essere sempre più convinto che dietro gli attentati in Francia, Belgio e Germania si manifesti sempre più forte la mano dei servizi francesi ed israeliani.
[1] Haziza è un giornalista ebreo molto impegnato nella causa pro sionismo. Inizia la sua carriera nel 1986 a Radio J, Scrive anche per il settimanale satirico Canard Enchené dove tiene varie rubriche. Si dice riceva imbeccate interessanti da Brice Hoterfeux ministro del governo Fillon. Nel marzo 2011 sempre a Radio J invita Marine Le Pen. L’emittente dietro le pressioni della comunità ebraica cancella la trasmissione: lui dichiara: “ Volevo solo fare il mio lavoro di giornalista. Tutto qua. Questo invito stava assumendo proporzioni troppo importanti. ACRIMED osservatorio critico dei Media lo accusa di mancanza di deontologia professionale. Il 7 marzo di quest’anno durante una cena organizzata dal CRIF sfera un pugno ad un giornalista di una Web televisione Egalité e Réconciliation emittente di destra estrema, dopo aver minacciato di distruggere la sua telecamera. E’ stato querelato. Si dichiara anti mondialista ed antiliberale di sinistra.
[2] Nato da una famiglia di origini ebraiche marocchina, è diplomato al Centre de formation des journalistes de Paris. Cugino di un membro della influente B’nai B’rith. Ha ricoperto la carica di Vice Presidente esecutivo della Banca Paribas. E’ stato l’artefice della vendita della ONA (Omnium Nord Africain primo gruppo industriale e finanziario privato marocchino), da parte della BNP Paribas, alla famiglia Reale del Marocco. Nel 1991 lascia la BNP Paribas e diventa consigliere prima del re Hassan II del Marocco poi del suo successore Mohammed VI. E’ incaricato della liberalizzazione dell’economia marocchina, formsa il “gruppo di riflessione” del G14 ed è molto legato ai finanzieri Adil Douiri, Amyn Alami che hanno fondato la banca d’affari CFG. E’ un uomo di Lobby: fa parte del club du Siècle, è presidente di tutta una serie di fondazioni ed organizzazioni fiorite lungo il bacino del Mediterraneo, fa parte del Consiglio dell’Università di Fez e dell’Alto Consiglio dell’Alleanza Israeliata Universale. Sua figlia Audrey è dal 2016 Ministro della Cultura del Governo francese. E’ lei che vuole abolire il latino per far posto all’insegnamento della cultura islamica nelle scuole francesi.
(traduzione di Luciano Garofoli)