Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e pubblichiamo molto volentieri un breve commento di don Alberto Strumia alla Consacrazione avvenuta ieri a Fatima da parte dei vescovi portoghesi e spagnoli dei loro Paesi alla Vergine, in un momento così drammatico per il mondo e per l’Europa. E ancora una volta ci rendiamo partecipi del desiderio di molti fedeli italiani che un gesto analogo venga compiuto anche dai nostri vescovi. Buona lettura.
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La recita del santo Rosario che si è tenuta nel giorno della festa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, a Fatima, conclusasi con il triplice atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, del Portogallo, pronunciato dal Card. Marto – visibilmente commosso – in unione con i Vescovi di altre Chiese sparse nel mondo, è stata di un’intensità religiosa assolutamente toccante.
In un momento di emergenza come quello dell’attuale pandemia scatenata dal famigerato Covid-19, il sapersi nuovamente stringere al Cuore della Madre di Dio è la testimonianza che discrimina chi ha ancora la vera fede cattolica da chi è stato sopraffatto dalla rassegnazione. Non ci sono vie di mezzo, strade di compromesso possibili.
E al tempo stesso è stato triste e doloroso dover constatare l’assenza totale di un segnale, almeno di comunione remota, da parte della comunità ecclesiale italiana. I nostri Vescovi, pure sollecitati da moltissime richieste, giunte loro via e-mail, a partire dall’iniziativa promossa da questo blog, a firma del dott. Ettore Gotti Tedeschi, non hanno mostrato la minima sensibilità di fronte alla richiesta di aderire anch’essi, come Chiesa italiana, a quello straordinario atto di rinnovo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Non posso nemmeno lontanamente pensare che ciò sia stato fatto per malizia – nel caso solo Dio potrà giudicare – non potendo dubitare della sincerità e bontà d’animo di diversi tra loro che conosco personalmente. Devo pensare, piuttosto, che si tratti di una prova ulteriore per la nostra ancora fragile fede che il Signore ha voluto richiederci. Il pensiero mi è andato – e ai primi moti del pensiero non si può comandare – a quel passo dell’Antico Testamento che parla di Mosè che non riesce a convincere il faraone d’Egitto a lasciar partire il popolo di Israele, schiavo, in quel paese. In quel passo è Dio stesso che dice: «Io indurirò il cuore del faraone» (Es 7,3). Ma subito dopo è detto anche: «moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi».
Attendo con piena fiducia che, proprio e anche attraverso queste e altre prove per la nostra fede, il Signore ottenga per tutto il nostro popolo una vera conversione. Il sistema sta saltando a tutti i livelli e, perfino la Chiesa, che fino a qualche anno fa aveva retto, da noi sta ormai cedendo nella sua visibilità pubblica; non però in quella più nascosta delle menti e dei cuori di molti fedeli laici e chierici.
Volendo c’è ancora tempo per compiere anche in Italia un atto simile a quello che è avvenuto a Fatima, rinnovando così anche quello che fu compiuto da Pio XII nel 1942.
In ogni caso, almeno singolarmente, se i Vescovi italiani taceranno, trincerandosi dietro la sigla della CEI – quasi come se le conferenze episcopali fossero organismi di diritto divino, istituiti da Cristo (!) – i singoli laici potranno compiere, anche ripetutamente, un atto di consacrazione individuale, o comunitario, anche a distanza. E i sacerdoti potranno, nelle loro celebrazioni private a porte chiuse, come quelle del Cenacolo («mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore, dei Giudei, venne Gesù», Gv 20,19) consacrare le loro parrocchie, le loro comunità religiose, i gruppi di fedeli loro affidati. Sono certo che molti lo faranno e faranno bene a farlo sapere sui blog amici, come questo e tanti altri. Sarà un esempio per tutti! Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!
don Alberto Strumia