Paolo Gulisano
Siamo in una fase di sforzo massimo da parte del Governo per aumentare il numero dei vaccinati. Il Green Pass con tutti i ricatti che comporta è stato pensato in questa ottica. Si continua a ripetere che gli obiettivi di copertura vaccinale previsti devono essere raggiunti entro settembre, una data diventata una dead line imprescindibile. Per quale motivo?
Ci si attende evidentemente una nuova ondata di casi, ma c’è anche chi ipotizza che le aziende farmaceutiche attualmente pressoché monopoliste del mercato vaccinale paventino l’arrivo di nuovi vaccini, come il francese Sanofi annunciato da tempo, così come l’americano Novavax.
Vaccini, oltretutto, per la cui preparazione non sono state utilizzate in alcun modo linee cellulari provenienti da feti abortiti – e quindi eticamente compatibili – nonché realizzati con metodiche “tradizionali”, ovvero con virus uccisi, e non terapie geniche. Molte delle persone frettolosamente e manicheisticamente bollate come “No Vax” in fondo non vorrebbero che questo: vaccini tradizionali, vaccini cosiddetti a vettore proteico.
È chiedere troppo? Per il Governo sì: il suo obiettivo è fare in fretta, più in fretta possibile, con i vaccini che ci sono, quelli del dicembre 2020, sempre e solo loro. La motivazione, lo sappiamo, è quella del raggiungimento – sempre più solo ipotetico – dell’immunità di gregge. La strategia per arrivare al massimo possibile della copertura vaccinale (che tra l’altro lascerebbe ai nuovi vaccini in divenire solo le briciole del mercato) è duplice: bastone e carota, come in ogni scenario dispotico che si rispetti.
Il bastone è il Green Pass, ovvero la minaccia di conseguenze sociali, lavorative, personali, con la paura anche di non essere curati o di essere maltrattati in caso di ricovero. La carota è invece la propaganda che vuole convincere a vaccinarsi per scongiurare un virus che viene presentato come sempre più infido e diffusivo. A volte queste narrazioni raggiungono un livello semplicemente grottesco.
In Inghilterra i giornali nei giorni scorsi hanno parlato, citando alcuni studi, della possibilità della trasmissione del virus del Covid anche attraverso le flatulenze intestinali. Sembra una boutade di cattivo gusto, ma in realtà la paura di poter entrare in una toilette o in un ambiente pubblico dove possa esserci nell’aria il virus di provenienza intestinale è un ulteriore contributo al clima di paura e di terrore rispetto ad una normale vita sociale. Le mascherine sul volto non saranno più una protezione sufficiente. La soluzione – allora – non potrà che essere la vaccinazione universale che, secondo una narrazione che peraltro non è priva di incitamenti neanche troppo nascosti a comportamenti imprudenti, vede nel vaccinato un individuo totalmente protetto, blindato, pressoché invulnerabile.
In tal senso, sta girando sui social una sorta di filastrocca, dal titolo Repetita juvant, secondo la quale al vaccinato non può succedere niente. Peraltro la filastrocca ci dice anche cose vere: “Io sono vaccinato. Io entro in contatto con variante Delta e prendo il raffreddore…” Verissimo. Ma è quello che succede anche al non vaccinato. Fa piacere che finalmente qualcuno dica la verità sulla variante Delta, sottolineando che si presenta come un forte raffreddore e non una polmonite interstiziale bilaterale. Ma allora perché i Media la presentano in modo spaventoso e allarmistico? La realtà è che la Delta, come le migliaia di altre varianti del Covid-19, può diventare pericolosa solo se non è curata. Con le terapie domiciliari precoci sparisce in brevissimo tempo, anche nei non vaccinati.
La filastrocca dal sapore saccente e paternalistico (si sa che i non vaccinati sono dei minorati mentali cui spiegare le cose con pazienza) inanella una serie di topiche antiscientifiche, come quella che nel non vaccinato il virus oltre che replicarsi riesce anche a mutare, ed è così che si producono le famose varianti che sono tanto brutte e cattive e che possono far male anche al vaccinato, che in tal modo – evidentemente – ha fatto la vaccinazione per niente, anche se per qualche tempo è stato assolutamente protetto e invincibile, come Superman. La sua Kryptonite è il famigerato non vaccinato, il quale non solo si ammala (e gli sta bene) ma può anche vanificare tutto l’immenso sforzo del Generale Figliuolo e soci.
Ecco quindi una eco popolare e semplicistica al proclama di Draghi. Non più dibattito scientifico, ma slogan e filastrocche. Come nel caso della minaccia dei peti, non cè uno straccio di evidenza scientifica; anzi, facendo credere a chi legge questi messaggi che un non vaccinato possa arrivare a determinare una mutazione del virus, siamo al ribaltamento di quei dati, provenienti da Paesi ad alto tasso di vaccinazione come la Gran Bretagna e Israele, o gli Stati Uniti dove sono state riscontrate nuove varianti nelle popolazioni dei vaccinati, che dimostrano che il fenomeno delle mutazioni è sostenuto dalla pratica della vaccinazione, in tempo di epidemia da sempre sconsigliata da epidemiologi e immunologi, come ha autorevolmente ricordato il Premio Nobel Montagnier. Più della metà dei ricoverati attuali in Israele è vaccinata: questo è un dato incontrovertibile. Non basteranno le filastrocche a negarlo.