Media: “Gli autori di violenze urbane in Francia mostrano un profilo particolare: la giovane età e dall’uso di mezzi tecnologici che consentono loro di essere molto connessi.
[…] La polizia osserva che molti adolescenti agiscono in gruppi da 30 a 50 persone in modo molto organizzato e mobile, a volte dando fuoco a un punto specifico, poi 10 minuti dopo a un altro. Tra i manifestanti più giovani, tra i 12 ei 13 anni, la polizia sottolinea però che appaiono meno organizzati rispetto ai più grandi”.
Questi, dunque, non sono “immigrati”: a incendiare e saccheggiare è la terza e addirittura quarta generazione. Immigrati erano i loro nonni (se 17 enni) o bisnonni (per i tredicenni), che mai avrebbero nemmeno pensato di entrare in rivolta.
Gente dunque che non solo ha la cittadinanza francese da 3-4 generazioni, ma che ha fatto le stesse scuole dei francesi di ceppo, non solo: stessi modelli “culturali” e suggestioni di consumo, insomma la stessa omologazione post moderna da società del benessere. Tutti hanno lo smartphone e fanno gli stessi videogiochi. Eppure si sentono estranei e nemici e odiatori dei “bianchi”.
E’ un errore vedere qui una “Insurrezione islamica”, come ha scritto Meotti de Il Foglio. Questi 15enni mica vanno in moschea il venerdì, mica ascoltano gli imam; come le masse dei nostri 15 enni che non vanno a Messa e manco conoscono le basi della fede: in questo senso la République può vantare un successo d’integrazione, nella laicité. La secolarizzazione è compiuta nei rivoltosi come negli altri
Dunque l’odio che li muove verso la police e gli altri “français de souche” è il grado zero del razzismo elementare: ciò che fa riconoscere “noi” da “loro” è la fisionomia, i capelli crespi, e caratteri etnici magrebini.
https://twitter.com/doyaksec/status/1674696026517544961
Un odio elementare perfettamente ricambiato dai francesi “di ceppo”
(de souche) come mostrano le esternazioni di Zemmour, d Houellebeck, della Marion Le Pen, e anche dei poliziotti. Qui un loro comunicato:
“Oggi la polizia è in battaglia perché siamo in guerra, domani saremo in resistenza”: i sindacati Alliance e UNSA Police chiedono al governo di imporre la calma e chiedono una “lotta contro questi parassiti”
Il 70 per cento dei francesi è per l’intervento dell’esercito.
https://twitter.com/F_Desouche/status/1674841459344699394
Entrambi i gruppi vogliono la guerra civile: lungamente attesa e promessa, come in questo romanzo del 2017 ispirato dai servizi francesi:
I media italiani hanno cercato di nascondere la tragedie per tre giorni, perché nascondere questo colossale, storico fallimento francese di integrazione, e piangere sui “poveri immigrati” e “salvare vite umane”. Ma ciò che avviene in Francia succederà a noi.
La sola speranza è che questi eventi segnalino la vicinanza dello Scioglimento.
Marie-Julie Jahenny la stigmatizzata, 27 aprile 1877:
Le grida di allarme e di disperazione si alzeranno verso il cielo. Il mese del Sacro Cuore (giugno) e del Mio Sangue (luglio), sarà il segnale della punizione, della guerra civile. Quando il governo vedrà questi cambiamenti farà come un uccello, volerà in un altro paese e la Francia sarà libera di fare la sua rivoluzione. Sarà in quel momento che bisognerà fuggire da Parigi.