Libero Quotidiano
9 Luglio 2017
George Soros finanzia l’invasione. E chi sostiene che si tratti di una sorta di delirio, farebbe bene a leggere quanto segue. In breve, alcuni titoli di articoli riportati da Il Giornale. “Italia, davvero chiudere ai porti salvati in mare è un’opzione?”, titolo di uno dei dieci migliori articoli sull’immigrazione secondo Open Migration (scontata la risposta). E ancora: “Con i contributi degli stranieri pagate 600mila pensioni l’anno“, titolo di un comunicato della Fondazione Leone Moressa. Dunque: “Stop all’uso improprio di clandestino“, titolo di un articolo dell’associazione Carta di Roma. Titoli clamorosamente – e in modo miope – a favore dell’immigrazione. E che c’entra Soros? Presto detto: sono studi, titoli e ricerche che provengono – tutti – da associazione italiane finanziate da Soros attraverso la sua Open Society Foundation. È quanto emerge da una ricerca pubblicata dal blogger Luca Donadel e firmata da Francesca Totolo, esperta di comunicazione. Un dossier che ricostruisce la rete di Onlus, italiane e straniere, che sarebbero finanziate dalla lobby gestita dallo speculatore finanziario americano di origini ungheresi.
Certo, nulla di illegale. Ma restano i fatti: Soros finanzia l’invasione, seppur indirettamente, diffondendo dati e studi pro-immigrati. Un impegno capillare, il suo, per orientare le scelte dei governi verso la cosiddetta “società aperta“. Per farlo, secondo la ricerca, Open Society finanzia decine di associazioni. Alcune si occupano di assistenza materiale ai profughi. Altre, come la fondazione Leone Moressa e Open Migration, sono invece impegnate a diffondere informazioni, vien da dire a fare propaganda favorevole al fenomeno migratorio. E infine, è eclatante e un poco preoccupante il caso della già citata associazione Carta di Roma, alla quale aderiscono Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa.