“In Israele sorge un razzismo simile a quello del nazismo ai suoi inizi”. A dirlo non è un suprematista ariano, ma Zeev Sternhell, una delle grandi figure della cultura ebraica: membro dell’Accademia ebraica, docente all’università ebraica di Gerusalemme, storico di valore mondiale – i suoi saggi sulla storia dei fascismi europei sono fonti di riferimento esemplari sul tema. Adesso, in un intervento su Le Monde, Sternhell si domanda: quando precisamente questo stato “nato nel 1948, fondato sulle rovine dell’ebraismo europeo e a prezzo del sangue dell’1% della sua popolazione, fra cui migliaia di sopravvissuti alla Shoah, è divenuto – per i non ebrei sotto il suo dominio – un mostro?”.
Se il nostro gran giurista costituzionale Giuliano David Amato vuole cercare uno stato dove il Sovranismo è identico al Razzismo più virulento ed esibito, invece che al governo Salvini-Di Maio dovrebbe additare Israele.
Giovedì 19 luglio 2018, nel cuore della notte, il parlamento israeliano ha approvato la legge che definisce Israele “lo Stato-nazione degli ebrei”: con ciò, Israele diventa l’unico stato razziale al mondo, in cui solo gli ebrei hanno piena cittadinanza. Dovremmo precisare: unico stato razziale basato sul fondamentalismo religioso al mondo, perché a decidere chi è ebreo (dunque cittadino) e chi no, sono i rabbini, in base alle genealogie.
Con la stessa legge la Knesset ha dichiarato di conseguenza l’ebraico la sola lingua ufficiale (togliendo questo status all’arabo, che precedentemente gli era riconosciuto): dichiara le colonie di occupazione illegali che hanno costruito sui Territori Palestinesi, “valore nazionale”: come prescrive il fondamentalismo, “l’integralità dell’ebraismo è integralità del territorio” dato da YHVH.
Ovviamente quasi due milioni di non-ebrei viventi in Sion, musulmani ma anche cristiani (cattolici, ortodossi, armeni) da cittadini diventano “ospiti”: sgraditi, da cacciar via alla svelta. Gerusalemme, città santa per le tre religioni monoteiste, viene dichiarata solo e integralmente proprietà di Israele – compresa dunque la parte orientale della città, abitata da arabi ed annessa con la violenza.
Dovrebbero preoccuparsi Amato, Saviano, Ferrara, i Cerasa (de Il Foglio) tanto urlanti per il supposto “razzismo” di Salvini: già dal 2 gennaio scorso la Knesset ha vietato ogni cessione della parte occupata di Gerusalemme, abitata dagli arabi, case ed terreni, senza l’assenso dei due terzi del parlamento stesso: in pratica l’esproprio puro e semplice di immobili arabi, la presa di possesso “integrale” della città divisa, che gli ingenui, ciechi volontari del giudeo-nazismo ora denunciato da Sternhell, sognavano potesse un giorno diventare “capitale” anche di uno stato palestinese di là da venire.
Invece, Israele sta accelerando l’eliminazione fisica anche dei Palestinesi che ha rinchiuso a Gazza: nei giorni scorsi essa ha subito (nel silenzio dei media) colossali bombardamenti, mirati sapientemente a distruggere le poche attività produttive rimaste. Sono, per stessa ammissione dell’armata giudaica, i più violenti bombardamenti effettuati sulla Striscia dal 2014, sono la risposta alle manifestazioni de palestinesi contro il blocco disumano di Gaza, a cui Israele ha risposto con uccisioni mirate dei suoi cecchini: almeno 141 morti ammazzati dal 30 marzo.
Con una crudeltà tale, che ha suscitato persino la protesta di Pechino: il ministro degli esteri cinese ha chiesto l’istituzione di una Conferenza Internazionale per assicurare il diritto dei palestinesi ad uno Stato.
Dal 16 luglio, Israele ha interrotto la fornitura di carburanti e gas da cucina a Gaza, con la scusa di eliminare la patetica “offensiva” ideata dagli assediati, bottiglie molotov attaccate ad aquiloni o palloni. Da allora le autorità di Gaza hanno indicato come prioritarie per il poco carburante rimasto, le panetterie.
Anzi, con questa scusa, Israele si prepara ad un attacco su larga scala contro Gaza: ha dato ad Hamas un ultimatum ha tempo fino a venerdì per cessare di spedire oltre il Muro gli aquiloni incendiari, altrimenti sarà colpita con le artiglierie. “Siamo in una campagna militare in cui ci sono scambi di colpi”, ha dichiarato Netanyahu, con sprezzo razzista ebraico del ridicolo e della logica: “L’esercito israeliano è pronto ad ogni scenario”. https://sputniknews.com/military/201807181066451127-israel-gaza-offensive/
L’armata di Sion ha persino richiamato i riservisti per accrescere la difesa aerea contro questa ridicola minaccia.
https://sputniknews.com/middleeast/201807151066375299-israel-soldiers-mobilization-gaza/
E’ chiara la volontà di ripulire anche gli ultimi angoli di razza impura superstiti sul sacro territorio. Secondo Sternhell, non c’è dubbio che questa accelerazione è dovuta alla decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele nel dicembre scorso; l’ambasciata Usa sarà spostata da Tel Aviv nella città santa prima della fine del 2019; il razzismo ebraico si affretta a fare le ultime pulizie etniche, prima dell’atto finale dell’Amageddon voluto dai neonon e dai cristianisti americani (ma anche europei), l’aggressione totale all’Iran.