27/8/2015 SCENARIECONOMICI.IT
Le ragioni monetarie della crisi sono sempre più evidenti a chi ha saputo aprire gli occhi informandosi e studiando il contenuto dei trattati europei. Sappiamo che la BCE (la banca centrale europea) crea denaro dal nulla, ma non può fornirlo agli Stati. Crea e presta moneta, nelle quantità ed ai tassi da essa sovranamente determinati, unicamente in favore delle banche commerciali con la conseguenza che la quantità di spesa pubblica necessaria alle nostre economie non è più sotto il controllo politico e dunque non appartiene alla volontà popolare. Lo Stato ha perso la sovranità monetaria, la sua prerogativa fondante.
La finanza, ormai è chiaro anche ai sassi, vuole che gli Stati spariscano e con essi sparisca anche la democrazia, fastidioso ostacolo all’indipendenza (così la chiamano i liberisti, ma si traduce con la parola “potere”) dei mercati. Proprio per tale ragione i trattati non potevano limitarsi a strappare solo la sovranità monetaria alle Nazioni, era necessario anche rubare anche quella economica con la quale, in qualche forma, era possibile sopperire alla perdita della sovranità monetaria o comunque contenerne gli effetti distruttivi. Ecco che è stato prima introdotto il limite del 3% nel rapporto tra deficit e pil annuo e poi si è arrivati ad imporre, addirittura in Costituzione, il pareggio in bilancio che, appena in vigore, provocherà una violenta recrudescenza della crisi economica. Sarà forse l’attacco finale alla democrazia.
Oggi se si è minimamente informati è normale essere consapevoli di questo ma negli anni scorsi non era così, che la crisi dipendesse esclusivamente dalla perdita di sovranità era un fatto sconosciuto e chi lo sosteneva, come il sottoscritto, era definito complottista. Dopo il colpo di Stato con cui nel 2011 i creditori internazionali hanno commissariato la democrazia in Italia imponendo un loro uomo di fiducia al timone del Paese (Mario Monti), altresì dettando punto per punto l’agenda delle “riforme strutturali” (eufemismo per non usare il termine “riforme criminali”) con la famosa lettera di BCE del 5 agosto 2011, molti uomini politici che in precedenza si erano in qualche modo opposti alle loro regole, cambiarono squadra ed iniziarono a collaborare. Tra essi anche Berlusconi che prima del golpe ventilava correttamente l’euroexit come l’unico modo effettivo per salvare il Paese e, subito dopo, votava convinto per la distruzione dell’Italia dicendo si al pareggio in bilancio in Costituzione. Berlusconi ci ha tradito ma così facendo è ancora sulla scena politica italiana.
Invece il Ministro dell’economia del suo Governo è sparito, letteralmente sparito. Mi riferisco a Giulio Tremonti. Eppure anche lui aveva dato corso a manovre lacrime e sangue secondo i diktat di BCE. Allora perché non ha superato l’epurazione del 2011?
Forse una risposta alla domanda è possibile. Nel 2009, addirittura al tg1, Tremonti ha messo in discussione la proprietà della moneta invocando più Stato e sovranità monetaria, spingendosi ad affermare che la crisi dipendeva proprio dalla moneta privata, definita una moneta “cattiva”. Detto dal Ministro dell’economia della Repubblica tale affermazione ha un peso enorme, peso che le oligarchie finanziarie probabilmente non gli hanno mai perdonato. Ma ascoltiamo le sue parole che sono un vero scossone per chi ancora, credendo ai media di regime, insiste nel considerare una sciocchezza il tema della sovranità monetaria:
Ecco la trascrizione per chi la preferisse al video. Alla domanda del conduttore “a che punto siamo con la crisi?” Tremonti risponde:
“La crisi c’è e in America inizia e speriamo finisca, si ricorda quando in Italia c’erano i mini assegni? E’ la stessa cosa negli anni novanta e devo dire democratici e repubblicani son dentro insieme, negli anni novanta inizia una moneta diversa da quella buona. Lo Stato, gli Stati, spesso rinunciano alla sovranità monetaria consentano che al fianco della moneta buona quella sovrana, nasca una moneta privata, commerciale, parrallela, fondata sul nulla. E’ quello che ha causato la crisi è quello che si comincia a capire la causa della crisi. Credo che abbia ragione il Presidente Americano quello che farei è più Stato decisamente“
Davvero sconvolgente. Per un Ministro dell’economia della Repubblica la crisi è dovuta al fatto che i popoli non hanno la moneta e sono pertanto schiavi della moneta privata commerciale fondata sul nulla. Tremonti lo diceva nel 2009…
Se Tremonti ha ragione, come io fermamente ritengo ed affermo, quello che oggi viviamo non è una crisi ma la prosecuzione di un colpo di Stato. Le Procure della Repubblica italiane dovrebbero rispolverare anche questa frase per aprire l’indagine che salverebbe il Paese ed il popolo italiano dalla sua drammatica fine.