Un testi introvabile descritto da militanti
Ebbene, l’elemento essenziale di cui scriviamo è propriamente l’Universalismo Fascista. Esso, difatti, risalta platealmente, nel momento in cui si pone al centro della ricerca, come abbiamo fatto nei nostri studi, l’origine ed il contenuto della dottrina del Fascismo , quale concezione politica religiosa che, in quanto concezione Spirituale, manifesta in modo evidente proprio il suo peculiare aspetto Universalista, essendo dichiaratamente in continuità con la Civiltà italiana, pienamente inscritta nel solco di quella Cattolico Romana, di cui è impossibile tacere l’aspetto Universale. Così, con la diffusione dei nostri studi (qui), contestualmente, abbiamo indagato e sviscerato questo elemento (es. qui), evidenziandone i tratti essenziali.
Ciò controbatte le tematiche elaborate da parte della multiforme “vulgata antifascista”, che, come già evidenziato, non potendo più continuare a nascondere tali attributi (scuola marxista), era corsa ai ripari continuando a manipolare ed a distorcere il significato sia dei termini che dei concetti. Al riguardo, il lavoro “storiografico” più eclatante risaliva alla pubblicazione nel 2010 del libro “Contro Cesare” del Prof. Emilio Gentile, esponente della “Scuola neo-Liberale” o “De Feliciana”, che si occupa di applicare lo specifico tipo di antifascismo militante espresso dalla “religione libertaria”. Lungo tale solco interpretativo, di seguito, si è collocata in modo pedissequo nel 2011 la sua “allieva” A. Tarquini nel suo pur pregevole “Storia della Cultura Fascista”. Entrambi i ricercatori situano, di fatto, la loro interpretazione del Fascismo lungo la linea già tracciata dal fu dirigente antifascista del Partito Popolare, Don Luigi Sturzo, che considerava il Fascismo mussoliniano un “regime liberticida pagano e sfruttatore della Religione, valutata solo quale instrumentum regni “ (qui).
Per accreditare tale menzogna storica, i “nostri” non si sono risparmiati, ed hanno letteralmente alterato il senso di un documento, specificamente in riferimento ad un Saggio del filosofo Armando Carlini, che la “Biblioteca del Covo” ha ristampato (qui). Verso la medesima “interpretazione sdrucciolevole” pare si voglia inerpicare adesso un altro esponente della “Scuola neo-Liberale”, il Prof. Francesco Perfetti . Questa volta a farne le spese è un eminente esponente dell’Universalismo Fascista, che, per la sua importanza era inevitabile fosse prima o poi “degnato di attenzioni” dalla “cultura generalista” antifascista. Si tratta del Giornalista fascista, britannico, naturalizzato Italiano, James-Giacomo Barnes (qui).
Perfetti, nell’articolo citato, fa solo un cenno dell’opera principale di Barnes, che si intitola “Gli Aspetti Universali del Fascismo”, di cui possediamo l’edizione italiana stampata per i tipi della “Libreria del Littorio” di Roma nel 1931. Nella propria presentazione del libro di Memorie di Barnes, che ora viene ripubblicato, il Perfetti si diffonde però nella medesima retorica storiografica antifascista usata dalla “Scuola De Feliciana”, pretendendo a sua volta di ridurre l’universalismo fascista, che è elemento costitutivo della stessa Dottrina del Fascismo, a mera “dottrina della prassi”, frutto di momentanee contingenze storiche, ascrivendolo alla già citata “strumentalizzazione pagana” della Religione Cattolica che sarebbe stata attuata da Mussolini, secondo l’interpretazione dei “neo-liberali”.
Egli, presumibilmente per avvalorare tale lettura, polemizza indirettamente con il fondatore del Fascismo, accusandolo di aver adottato una prassi cangiante a seconda delle convenienze, poiché precedentemente lo stesso Mussolini avrebbe affermato che “il fascismo non è merce d’esportazione”. Tale affermazione, pur essendo vera, secondo il Perfetti basterebbe a denotare che il Fascismo non era Universalista, ma lo è diventato strumentalmente soltanto in momenti particolari, in relazione al proprio tornaconto.
Invece, esattamente al contrario, quell’affermazione riconferma potentemente l’aspetto Universalista del Fascismo, dandogli una connotazione chiara e precisa in continuità con la Civiltà espressa da Roma. Mussolini, a smentire le altre falsità storiche propalate sui presunti “Fascismi” coniugati al plurale, vedeva la proliferazione di movimenti politici pseudo-fascisti, che però con la vera essenza del Fascismo non avevano nulla a che vedere. Così, le “merci equivoche” fatte passare per “fascismo” andavano stigmatizzate. L’unico modo per definire un movimento come “fascista”, non doveva risiedere nella più o meno evidente “imitazione coreografica” che di esso si faceva da più parti, ma doveva riguardare i suoi aspetti dottrinali spirituali. Per questo, proprio in ambito ufficiale, in una pubblicazione del Partito Nazionale Fascista (qui), nel fare l’analisi specifica della realtà del Fascismo nel Mondo, si confermavano le parole del Duce alla luce del vero senso che andava ad esse attribuito: “… È stato detto, con immagine mercantile, che il fascismo non è merce d’esportazione. Ciò è vero, nel senso appunto ch’esso non può essere esportato materialmente, né imposto ai consumatori mediante i vari artifici cui si ricorre nel campo economico. Fatto spirituale, il fascismo si diffonde liberamente, così come libero è lo spirito stesso.”
Per mettere definitivamente le cose in chiaro però, l’unico mezzo determinante era costituito proprio dall’analisi particolareggiata della vocazione Universalista del Fascismo stesso, vocazione che fu potentemente descritta già nel 1927 con minuzia di particolari da Giacomo Barnes, che aveva ricevuto l’imprimatur dallo stesso Benito Mussolini, il quale di suo pugno aveva scritto la prefazione al testo. Vista l’importanza Storica-Politologica del documento, siamo riusciti a reperirne l’esemplare di cui sopra, digitalizzandone il contenuto. Purtroppo, la fattura e le condizioni del libro non hanno permesso di ottenere un risultato impeccabile, ma, come ripetiamo, l’importanza del documento ci ha fatto optare ugualmente per la sua diffusione, al fine di mostrare quanto risulti interessata e pretestuosamente inaffidabile l’interpretazione della storiografia antifascista, di qualsiasi estrazione filosofica essa sia, mentre di contro, appare in tutta la sua chiarezza adamantina l’esposizione dottrinale elaborata dai teorici fascisti, che risulta davvero inequivocabile. Pertanto ne mettiamo il testo a disposizione di tutti i lettori del Covo e di tutti coloro che sono interessati alla Verità! (potete scaricare il testo digitando QUI!)