“Si dichiarerà superato Gesù Cristo perché pare che l’Amazzonia non ne abbia bisogno”…dice don Bux
nel pezzo che trovate nella colonna a destra:
Si lasci almeno ripetere che questa non è che al conseguenza coerente del Concilio – in quanto divinizzatore dell’uomo non santificato, l’uomo massa, diremmo, l’uomo per il quale “vivere è essere quello che già è”. “L’’uomo vivo, l’uomo tutto occupato di sé, l’uomo che si fa soltanto centro d’ogni interesse, ma osa dirsi principio e ragione d’ogni realtà. Tutto l’uomo fenomenico, cioè rivestito degli abiti delle sue innumerevoli apparenze”, come proclamò inebriandosi Paolo Vi nel discorso di chiusura del Concilio il 7 dicembre 1975.
“L’umanesimo laico profano è apparso nella terribile statura ed ha, in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? poteva essere; ma non è avvenuto. […] Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo”.
“….tanto che possiamo altresì enunciare: per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo”, proseguì Montini. E subito escluse che “questo Concilio” volesse riproporre “al mondo moderno la scala delle liberatrici e consolanti ascensioni”: questo sarebbe stato , “in definitiva” soltanto “un semplice insegnamento ad amare l’uomo per amare Dio”, la vecchia via della santificazione e dell’ascesi. No, no e poi no, disse Montini: il nostro nuovo verbo è “amare l’uomo non come strumento [o mezzo] , ma come primo termine [ossia come fine] verso il supremo termine trascendente”.
Prima, Cristo e la Chiesa dicevano che il fine dell’uomo è la gloria di Dio, ed è per questo che è stato creato, per dare gloria a Dio obbedendogli a santificandosi. Il Concilio invece esalta “promuove la dignità umana” fino intronizzare l’uomo comune, mettendo fra parentesi d’acciaio la frase di Cristo sulla nostra nullità: “Senza di ME non potete far nulla”.
“Tutti i beni della terra devono ordinarsi in funzione dell’uomo, centro e cima di tutti questi…signore della intera creazione visibile”, proclama il Concilio: insomma lo ha dotato di tutti i titoli che noi ingenuamente,attribuivamo a Dio.
“L’uomo è la sola creatura terrestre “, sancisce Gaudium et Spes, il documento conciliare – che Dio “ha amato per se stessa (propter seipsam”. Ora, è propria della dignità divina di essere amabile per se stessa. Nel vecchio cristianesimo, si amavano gli uomini (imperfetti, inclinati al male dal peccato originale ) per amor di Dio. Adesso il Creatore è al servizio degli uomini e della loro felicità.
Paolo VI stesso confermò questa altissima e falsissima idea della dignità dell’uomo anche nell’ora per lui più tragica, quando, spezzato dal dolore per l’uccisione del suo amico perdonale Aldo Moro, “quasi rimproverando il Signore per quanto era accaduto” disse Andreotti, parlò agli “uomini delle Brigate rosse” dicendo loro: “Un sentimento di pessimismo viene ad annientare tante speranze serene e a scuotere la nostra fiducia nella bontà del genere umano”. La fiducia nella bontà del genere umano non è cristiana: è da Rousseau (“l’uomo nasce buono”, è l’Illuminismo, o modernismo del Ballo Excelsior) – non la può nutrire chi sa dalla Chiesa bimillenaria, che l’uomo è “ferito” dal peccato originale, che lo rende “inclinato al male”, il che significa: per lui, fare il bene non è naturale, gli richiede uno sforzo cosciente. E da dove “tante speranze serene” addirittura “annientate” ? Se non dalla convinzione che l’uomo così com’è ha “diritto” che Dio provveda alla sua “felicità”?
Quindi non c’è da stupirsi nel vedere che un parroco del Bresciano invita in chiesa a parlare a favore dell’immigrazione, Emma Bonino:
o se la Chiesa, così stentorea per proclamare il diritto dei “migranti” a venire qui, al punto che il cardonal Marx tedesco finanzia con centinaia di migliia di euro due Ong-scafiste, sia poi la stessa Chiesa che tace e nulla ha da dire quando:
- una ministra della Sanità in carica e il capo del sindacato maggiore italiano premono esplicitamente per legalizzare l’eutanasia;
- si scopre un vastissimo sistema per strappare i bambini a famiglie povere in difficoltà per darle invece a militanti ideologici LGBT ( che ci guadagnano) o a “case-famiglia” anche di questo tipo:
Riti satanici in casa famiglia nel Salento, otto anni a due educatori
La Chiesa è sempre assente dal dibattito sui fenomeni satanici che diventano costume corrente, le deviazioni luciferine sempre più proterve della società. Non ha niente da dire. O dice “chi sono io per giudicare”? Si leggano le frasi con cui Montini sunteggò i fini del Concilio:
Da lì discende tutta la modernità libertaria trasgressiva, dal grande rimpiazzo di un popolo con altri, senza alcun rispetto per tradizioni, radici, identità “naturali” e culturali – all’aborto al divorzio, all’eutanasia – giù giù fino alle mostruosità di Bibbiano, alle assistenti sociali che strappano i bambini alle famiglie naturali per darli (a pagamento di 200 euro al giorno) a ideologi e pedofili sodomiti; ma anche fino al gender come insegnamento obbligatorio: il sesso non è “natura” ma scelta “culturale” dell’uomo divino, a cui egli deve essere educato a scegliere (di che sesso vuol diventare) perché si è finalmente liberato – appunto – della natura intesa come “limite alla sua onnipotenza”.
La lotta vittoriosa alla famiglia naturale, alla vita che naturalmente cresce nel ventre delle madri – per sostituirla col diritto alla “paternità “ di due omosessuali maschi (o femmine), la gravidanza per altri, – e ovviamente, il suicidio assistito legalizzato, conquista suprema dell’uomo – non sono perfettamente deducibili dalla “legge dell’amore” che il Concilio proclamò aver sostituito la legge naturale?
Sono tutte conseguenze ultime, terminali, che discendono con coerenza dalla “religione dell’uomo che si fa Dio”, che incontrò con tanta simpatia ”la religione del Dio fatto uomo”, secondo Montini: dove quest’ultima si è messa al servizio della prima.
Già Romano Amerio profeticamente in Iota Unum mezzo secolo fa, vide nello “attacco portato dentro la Chiesa post-conciliare all’esistenza e all’assolutezza della legge naturale” l’inizio “dell’assalto condotto da tutte le parti contro il diritto naturale, che è palese nella piega generale della legislazione delle nazioni europee, con l’adozione del divorzio, dell’aborto, della sodomia derubricata dalla categoria dell’illecito – Questo è il segno più irrefranabile della corruzione di civiltà che viene operandosi nel presente articulum temporis”.
L’argine fu abbattuto allora. Il katechon fu allora tolto di mezzo.