Gli ultimi atti dell’uomo vestito da papa

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Papa Francesco rimuove monsignor Strickland, vescovo tradizionalista USA

La decisione del pontefice rimuove d’autorità un vescovo dichiaratamente tradizionalista e apertamente critico verso il pontificato. In udienza il Papa riceve la European Parents’ Association

Papa Francesco rimuove monsignor Strickland, vescovo tradizionalista Usa

CNS photo/Vatican Media

Joseph Strickland

Papa Francesco “ha sollevato” dal governo pastorale della diocesi statunitense di Tyler monsignor Joseph E. Strickland e ha nominato il vescovo di Austin, monsignor Joe Vasquez, come amministratore apostolico della diocesi resasi vacante.

La decisione del pontefice rimuove d’autorità un vescovo dichiaratamente tradizionalista e apertamente critico verso il suo pontificato. 

Mons Strickland è un vigoroso difensore delle posizioni dottrinali e dogmatiche della Chiesa Cattolica sul matrimonio, la vita umana e la libertà religiosa. Nel giugno scorso ha ricevuto una visita apostolica, secondo alcuni dovuta alle sue posizioni tradizionali, inconciliabili con il nuovo corso avviato da papa Francesco. Tra le posizioni critiche di Strickland, alcune contro il cammino sinodale voluto da Francesco, e le innovazioni in materia di matrimonio, eucarestia, sessualità.
 Papa Francesco durante l'udienza generale Ap Photo

Papa Francesco durante l’udienza generale

Così scriveva Raffi, gran maestro del grande oriente d’Italia il 14 marzo 2013 a proposito di questo papa: “Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, *non contaminata* dalle *logiche* e dalle *tentazioni* del *potere temporale*”.

Se non basta la sintesi qui c’è tutto.

Il Gran Maestro Raffi: “Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale”

Egli è parte delll’Occidente collettivo che sta perdendo

Crisi palestinese: l’Occidente sta perdendo lo “scontro di civiltà”

Dietro l’attuale cambiamento nell’ordine mondiale stabilito dopo il crollo dell’URSS, si assiste a cambiamenti molto più seri. I “paesi occidentali civilizzati” non potevano costringere il mondo intero a schierarsi dalla loro parte nel valutare le cause del conflitto in Ucraina. Il loro piano per sanzioni senza precedenti contro la Russia, che avrebbero dovuto indebolire la sua economia, è fallito.

I paesi occidentali non hanno nascosto il fatto di aver raggiunto il punto della totale russofobia, negando l’esistenza della cultura russa. In questo modo, l’Occidente ha minato i propri valori guida che proiettava nel mondo, tra cui il principio dell’inviolabilità della proprietà privata, la presunzione di innocenza, la libertà di parola e la parità di accesso all’informazione.

Nei paesi del Medio Oriente, l’enfasi posta dall’Occidente sull’“integrità dell’Ucraina” è stata considerata un’ipocrisia nel contesto della guerra in Iraq e del bombardamento della Libia da parte della NATO nel 2011. Musulmani di diversi paesi hanno sostenuto la Russia nel conflitto in Ucraina, vedendolo come una guerra per procura tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa.

Nella scienza politica occidentale viene sempre più spesso menzionato il termine “Sud del mondo”, con il quale è necessario negoziare. La lotta non era solo per l’Africa ma anche per l’America Latina, per i paesi del mondo islamico e per altri stati comunemente chiamati “in via di sviluppo”.

La reazione dell’Occidente collettivo alla risposta sproporzionata di Israele dopo l’attacco di Hamas non ha lasciato dubbi sulla duplicità della “democrazia occidentale”. Gli Stati Uniti hanno dato il via libera a Israele e sono stati proprio gli Stati Uniti a bloccare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul cessate il fuoco.

Il 27 ottobre gli Stati Uniti si sono trovati isolati. L’ondata di indignazione per le azioni di Israele si è rivelata molto più grande del previsto in Occidente. Il Ministero degli Esteri del Sud Africa ha accusato Israele di “occupare illegalmente la terra palestinese, espandere gli insediamenti, profanare la moschea di Al-Aqsa e i luoghi santi cristiani e opprimere il popolo palestinese”. Il presidente brasiliano Luiz Lula da Silva ha definito un massacro ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza.

Il quotidiano britannico Financial Times scrive che il sostegno incondizionato dell’Occidente a Israele ha vanificato tutto il lavoro volto a demonizzare Mosca agli occhi della comunità mondiale, quando si cercava di presentare la Russia come una violatrice del diritto internazionale. “Abbiamo perso la battaglia nel Sud del mondo”, ha affermato un diplomatico senior del G7. “Ciò che abbiamo detto sull’Ucraina dovrebbe applicarsi anche a Gaza. Altrimenti perdiamo la nostra autorità. Tutto il lavoro che abbiamo fatto con il Sud del mondo sull’Ucraina è andato perduto… Dimentica le regole, dimentica l’ordine mondiale. Non ci ascolteranno mai più”, ha spiegato.

L’Occidente ha perso il monopolio sui media e sulla copertura mediatica del conflitto. In Medio Oriente, Al Jazeera svolge un ruolo significativo. Se si studiano i media britannici, in alcuni luoghi si può notare la loro posizione filo-palestinese, nonostante il fatto che Londra ufficiale sostenga Israele.

Durante una conversazione con un giornalista della CNN, l’attivista palestinese Mustafa Barghouti ha posto una domanda diventata virale: “Perché gli Stati Uniti sostengono l’Ucraina nella lotta per il territorio, mentre in Medio Oriente sostengono l’’occupante”.

In Ucraina, l’Occidente collettivo ha già perso, poiché il suo obiettivo di infliggere una sconfitta strategica alla Russia sul campo di battaglia con le mani dell’esercito ucraino, equipaggiato con armi secondo gli standard NATO, è fallito. Nessuno è in grado di armare le forze armate ucraine per la seconda volta. In campo ideologico, anche l’“Occidente civilizzato” sta perdendo in modo significativo.

Fonte: Saker Italia

madonnina