E lo rivela il Congresso USA, senza volere
Il controspionaggio estero bielorusso (SVR) ha accusato gli Stati Uniti di aver finanziato le manifestazioni “spontanee” e le proteste di piazza per la democrazia che hanno infuriato nel paese contro la rielezione di Lukashenko, investendoci 20 milioni di dollari e operando attraverso ONG alimentate, diciamo, da questo corroborante.
La circostanza, lungi dall’essere parto del settore disinformatija dello SVR, ha avuto una conferma inaspettata – da una fonte americana. La più autorevole .
S’introduca qui Michael Pack, un cineasta di successo che Trump ha da poco (giugno) nominato amministratore delegato di una agenzia federale a me prima sconosciuta (non so a voi), la US Agency for Global Media (USAGM), che gestisce emittenti e media come Voice of America, Radio Free Asia e simili, insomma potenti mezzi d’influenza internazionale.
Appena arrivato sulla poltrona, Pack ha licenziato i direttori e i più alti in grado dello staff di quei due organi di propaganda americana , e congelato i fondi.
Per questo è stato convocato dalla Commissione Esteri del Senato il 22 settembre, dove gli esponenti di entrambi i partiti hanno messo Pack sulla graticola: “Ha licenziato i massimi esperti del contrasto alla propaganda cinese che il governo Usa aveva a disposizione, e danneggiato gli sforzi americani per sostenere il movimento per la democrazia ad Hong Kong”, suonavano le accuse perfettamente bipartisan.
Così si è avuta conferma che anche il movimento per la democrazia ad Hong Kong non è proprio spontaneo; ma in più, si è capito in che modo arrivava ai giovani il corroborante in dollari, senza cui le rivoluzioni dei colori rimarrebbero esangui.
I senatori infatti erano particolarmente infuriati dalla mossa di Pack di congelare i fondi di un altro ente sconosciuto ai comuni mortali l’Open Technology Fund (OTF). L’OTF è stata costituita nel 2012 e ha operato come parte di Radio Free Asia per sette anni. Nel 2019, l’OTF è diventata un’organizzazione no profit indipendente, sebbene sia finanziata dai dollari dei contribuenti statunitensi attraverso l’USAGM.
Gli accusatori hanno chiamato a deporre contro Pack gli alti funzionari dell’USAGM che lui aveva licenziato. Il più avvelenato, Grant Turner, ex capo finanziario dell’USAGM, ha così rivelato: “L’OTF sta fornendo sostegno ai manifestanti in molti luoghi, in tutto il mondo…Sono gli strumenti dell’OTF che proteggono l’identità dei manifestanti di Hong Kong; dei manifestanti in Iran; l’ abbiamo visto a Beirut..”Beirut? Purtroppo Turner non ha completato la frase, quindi non sapremo cosa avremmo dovuto vedere nella capitale libanese recentemente devastata dalla spontanea mega-esplosione.
In compenso, s’è capito che questo Open Technology Fund fornisce “strumenti di elusione e formazione digitale” ai manifestanti. “OTF ha una lunga storia di supporto agli sforzi per la libertà di Internet ed era pronta ad espandere i suoi sforzi a Hong Kong, ha ruggito l’ambasciatrice Karen Kornbluh, che siede nel consiglio dell’OTF. Aveva all’opera un “team di risposta agli incidenti di sicurezza informatica” che avrebbe analizzato le tecniche di sorveglianza cinesi a Hong Kong. Il team avrebbe condiviso le informazioni con gli sviluppatori che avrebbero progettato app da utilizzare per i manifestanti. “Il congelamento dei finanziamenti ha reso impossibile portare a termine questo progetto”. “E poi USAGM ha congelato i suoi finanziamenti – e l’ha fatto poche settimane prima che le nuove leggi sulla sicurezza entrassero in vigore”, ha detto Kornbluh, “Quindi OTF non è stata in grado di supportare nessuno di questi sforzi.”
Già a giugno la rivista Time aveva rivelato un altro progetto OTF azzerato dal congelamento è stato un “fondo di risposta rapida da 500.000 dollari , progettato per fornire un rapido soccorso a gruppi della società civile, manifestanti, giornalisti e difensori dei diritti umani”. Secondo Time , questa iniziativa ha già effettuato diversi pagamenti a gruppi di Hong Kong dall’inizio dei disordini civili nel giugno 2019. Dunque lòa OTF non solo forniva ai capi della rivolta mezzi tecnici per sfuggire alla sorveglianza digitale di Pechino, ma faceva anche da agente pagatore.
Interessante coincidenza, la rivoluzione degli ombrelli ad Hong Kong si è spenta, i media hanno cessato d pomparla, e diversi capi della rivolta studentesca hanno cercato di fuggire su motoscafi e altre imbarcazioni di fortuna a Taiwan.
Poiché Trump ha scelto la Cina come nemico principale delle sue tirate e aggressioni verbali, è da escludere che abbia dato a Pack ordine di far mancare i fondi all’operazione Hong Kong; anzi Donald ha messo il suo amico Pack a capo dell’USAGM dopo aver accusato Voice of America di diffondere propaganda cinese. E’ più probabile, dice Zero Hedge, un effetto involontario del pressapochismo impulsivo dell’uno – Donald avrà ordinato di tagliare le spese – e dell’incompetenza dell’altro.
Certo questo colossale danno avrà molto rafforzato la decisione dei potenti e letali nemici di Trump nel settore dei servizi, di eliminarlo se viene rieletto.
Genio e stupidità
Che dire? Si riconosca almeno a The Donald un misto unico, esplosivo e imprevedibile, di stupidità e genio. E’ certo un colpo di genio il fatto che si è autodichiarato “positivo e in quarantena” da Covid: in piena campagna elettorale s è sottratto ai dibattiti, che possono finir male per lui, e ad ogni altro rischio di perdere nei sondaggi. Assente giustificatissimo per giunta: o voi tutti che riempito ogni media di dati del Terrore sulle centinaia di migliaia di morti che la pandemia ha falciato in Usa e nel mondo, voi che avete dato dei negazionisti a chi dubitava della realtà e letalità della nuova peste, osereste forse dubitare che Trump stia simulando la malattia? La malattia è reale o no? Ovviamente lui è asintomatico, e altrettanto Melania. Parleranno agli americani dal caminetto della Casa Bianca, teneramente uniti, senza contraddittorio.
Tonight, @FLOTUS and I tested positive for COVID-19. We will begin our quarantine and recovery process immediately. We will get through this TOGETHER!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 2, 2020